Leonard la raggiunse con notevole ritardo, parecchio trafelato. «Cavolo, mi dispiace. Scusami, ti avevo persa di vista. Va tutto bene? Ti ha ferita? Riesci ad alzarti?» le sollevò la testa con una mano e la schiena con l'altra.
«Respira. Sono ancora tutta intera» rispose con pacatezza, anche se era sconvolta.
Emily, davvero?
Lui trasse un quadratino trasparente dalla tasca, lo tenne sospeso all'altezza del seno. «Io vorrei...Sì, insomma...» il suo ciuffo castano diventò di un rosso cocente. «Ehm...Dovrei misurare i tuoi parametri, se non hai obiezioni»
Certo, era sconcertata. Ma non poté sopprimere una pura risata di fronte all'innaturale verecondia di Leonard.
«Sai che non occorre una conferma per quell'XScan, vero?» gli sorrise. «E, comunque, mi hai tenuta contro il tuo petto per interi minuti senza chiedere nulla. Non sarò, forse, io a metterti in soggezione?»
«Soggezione? Non so nemmeno cosa significhi» si ricompose, «Ma dato che sai tutto, perché non provvedi alla tua salute da sola?»
Cassandra notò la sua concitazione e pensò di lasciar perdere.
Tuttavia, Emily adombrava ogni suo pensiero. Aveva un disperato bisogno di distogliere l'attenzione dall'incubo che aveva appena vissuto.
«Spiegami una cosa,» lo interpellò a un tratto, «sei immaturo dalla nascita, o ti diverti a minare la pazienza delle persone per libera scelta?»
La guardò, congelato per un attimo. L'aveva colpito nell'orgoglio. Non era affatto un immaturo. All'opposto, era stato un prodigio fin dall'infanzia.
«Vogliamo evitare ogni cortesia? Mi sta benissimo...» rimosse una pellicola protettiva dal vetrino e applicò questo nella parte sinistra del petto.
«Dopo tutto, hai una spina dorsale» commentò lei, ironica.
Sfiorò il minuscolo pannello di vetro con l'indice e comparve nell'aria una finestra di monitoraggio. La seguente radiografia non riscontrò fratture, né traumi gravi. E, peraltro, le pulsazioni erano nella norma.Ad ogni modo, un dettaglio stimolò il suo interesse. La tomografia evidenziò un'ipertrofia dell'attività di specifiche zone del cervello. E, in particolare, del nucleo dell'amigdala.
«Hai visto chi ti ha aggredita?»
Il grafico dell'elettrocardiogramma registrò un picco improvviso, cui ne seguirono altri.
«No. Purtroppo, no...» gli rispose, poi tossì per espellere la bugia dalla bocca senza che le labbra tremassero.
Lui non se la bevve neanche per un momento. «Per favore, non far sì che debba abilitare il Motus» la pregò con sincerità.
Sapeva che violare le emozioni delle persone non era un gesto elegante, ma un'irrispettosa invasione di un campo intimo e personale.
Già odiava il fatto che esistesse un dispositivo capace di abbattere ogni difesa in quel modo, senza ritegno.
Era un congegno malefico, ma anche legale. Esso era la prova che la legge si sbagliava troppo spesso.
Cassandra si offese a tal punto che si strappò via l'XScan dal petto e, poi, lo spezzò a metà. Non appena esso ebbe emesso una breve scintilla - segno che il circuito si era fuso, lo buttò a terra. Dopodiché, recuperò le forze e si alzò in piedi.
«Come immaginavo...» soggiunse lui sottovoce, colmo di disapprovazione.
Non c'era nulla da fare. Non riusciva a fidarsi abbastanza di lui.
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EXCELSI - Aenigma
Science-FictionEssere umani significa possedere delle emozioni e saperle gestire, compiere degli errori, convivere con le conseguenze delle proprie scelte, cercare di rendersi ogni giorno persone migliori di quello precedente. Ma se esistesse un modo per evitare...