✾ Capitolo II ✾

178 14 29
                                    

   Non si voltò indietro nemmeno per un istante. Se avesse ignorato Emily, se avesse sopportato le sue angherie avrebbe terminato quell'anno senza problemi.

   Ormai era abituata alla sua perfidia e riusciva, addirittura, a scorgerla nei suoi occhi limpidi come il cielo. Però, sapeva che non le importava se Emily avesse sacrificato la loro amicizia per futili pettegolezzi, o se fosse risoluta a odiarla in eterno. Non era colpa sua se la relazione di Emily e Sebastian era fallita.

   Smise di divagare, si concentrò sul proprio obiettivo, visualizzandone la piena realizzazione. «Verifichi che il cronometro sia azzerato, per favore. Non vorrei che fossero conteggiati ritardi sul risultato.»

   Eulalia parve sul punto di obiettare, ma alla fine vi rinunciò e si limitò ad annuire. «Cronometro azzerato.»

   Cassandra si mise in posizione e tese l'orecchio in ascolto. Non appena ebbe udito il tenue segnale, scattò in avanti con uno slancio.

   Ad ogni passo, percepì l'adrenalina scorrere più fluidamente in corpo. Il suo unico desiderio era di riscattarsi per la pessima caduta di poco prima, così da dimostrare a Emily quanto si sbagliasse su di lei.

   Pervenne rapidamente alla pedana rialzata, la percorse senza indugio e balzò in aria con decisione. Il salto la privò del peso per un fugace istante, finché rimbalzò sulle fibre flessibili del primo trampolino. Non le occorse dare un'ulteriore spinta: la forza con cui atterrò le garantì il superamento del primo ostacolo. Dopo che lo ebbe oltrepassato, molleggiò quattro volte su un secondo supporto elastico per scavalcare l'asta collocata a tre metri dalla superficie dei trampolini. I piedi toccarono l'altra parte e lei mantenne l'equilibrio. Attutì un po' l'atterraggio per non imprimere un'eccessiva forza al successivo salto. Superata anche la terza asta, si rannicchiò e raggiunse il punto da cui indirizzarsi verso la rete sospesa. La spinta le fu sufficiente per aggrapparsi saldamente e proseguire nel percorso. Oscillò avanti e indietro, agganciò una mano dopo l'altra con la speranza che le braccia la reggessero.

   Il suo corpo sotto sforzo incominciò a tremare, come se fosse stato scosso da scariche elettriche. Ma Cassandra non si diede per vinta e continuò ad avanzare indefessa. L'azzurra distesa brillava pulita un paio di metri sotto di lei, lo specchio d'acqua increspato soltanto da lievi perturbazioni. Contò sommessamente fino a tre, poi mollò la presa sulla rete.

   Il contatto con l'acqua fresca sembrò rigenerarla da ogni fatica compiuta e quasi purificarla dall'interno. L'acqua era il suo ambiente ideale e non c'era niente che l'avrebbe messa a disagio. La divisa che indossava si tramutò in un costume non appena ebbe toccato il fondo, permettendole di fiondarsi subito verso la superficie e di dirigersi verso la sponda opposta con bracciate ampie e regolari. Malgrado l'impegno che l'attività richiedeva, poté tuttavia distendere i muscoli e dimostrare la risolutezza che Emily aveva messo in dubbio.

   Alla fine della vasca, afferrò i bordi della scaletta metallica e salì i gradini. Dapprima, l'acqua parve trascinarla verso di sé come se fosse stata colla, ma presto l'uscita fu più agevole.

   Una volta fuori, Cassandra appoggiò le mani sulle cosce e prese fiato. Non si era resa conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo in cui si era arrampicata sulla scala. I polmoni, gli occhi le bruciavano come l'inferno e le braccia, le gambe erano pesanti, la mente implorante riposo.

   Nonostante la buona volontà, non si sarebbe potuta spingere oltre. Anche se avesse tentato l'impresa successiva, sarebbe precipitata a terra prima che le fosse possibile individuare un saldo appoggio a cui ancorarsi.

   Ancora ansante, sventolò in aria la mano sinistra con il palmo aperto in segno di ritiro. S'asciugò l'acqua e il sudore dalla fronte, poi fece ritorno alla partenza con molta calma.

EXCELSI - AenigmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora