«Cosa?» aggrottò le sopracciglia per lo scetticismo riguardo la rivelazione. Sospirò, si morse il labbro incerta, si perse nei propri pensieri.
Sebastian puntò gli avidi occhi su di lei, cominciando a scannerizzare ogni millimetro del suo corpo, ma non fece trasparire alcuna emozione.
Cassandra rammentò di non essersi vestita, arrossì, si coprì il petto con le braccia quasi per creare una barriera che impedisse a sguardi indiscreti di indagare oltre.
La signora Jewell si accorse del suo disagio, si rivolse a Sebastian. «Grazie per la visita, ma suppongo che adesso Cassy abbia bisogno di privacy»
«Oh, certo!» confermò, «Ci vediamo stasera?»
Cassandra rifletté sul suo invito, o almeno si prodigò nel fingere di farlo. «Preferirei andare a dormire presto. Magari un'altra volta» mentì.
Lui annuì, poco convinto. Deglutì in modo evidente. «Va bene...A domani, allora!»
Non ci fu tempo di replicare perché uscì dalla stanza con la stessa celerità con cui vi si era infiltrato.
Il signor Jewell prese le distanze dal portale di accesso alla camera da letto e attese che la moglie lo raggiungesse.
Lei non lo fece attendere troppo. «È normale che ti senta così disorientata. In caso opposto, non saresti una vera persona...» le sorrise con dolcezza, «E sappi che dissiperò volentieri ogni tua perplessità, quando sarai pronta. Ora, sei libera di metabolizzare come puoi. Se volessi chiacchierare, noi siamo in giardino» le diede un bacio e poi uscì dalla camera.
Cassandra fece per rispondere, ma l'occasione di intervenire scomparve velocemente. Come i suoi genitori.
Attraversò il Guardaroba Interattivo e indossò degli indumenti informali e più consoni all'ambiente famigliare.
Poi, si diresse verso l'ampia finestra, posando i polpastrelli sul fresco vetro. Esso mise a fuoco il panorama esterno e catturò ogni minimo dettaglio. A un tratto, scorse le dita verso sinistra per attivare la cosidetta Modalità Riposo. Le unità solari componenti la vetrata si offuscarono, la trasparenza sfumò in una tonalità opaca.
Si sdraiò sul letto e fissò il soffitto in silenzio. Sperava si sarebbe districata nella propria mente labirintica.
Non era affatto in grado di collegare ciò che la madre le aveva riferito. Era stanca, sebbene la giornata fosse stata breve e non avesse alcun senso. Aveva faticato la mattina a lezione, ma il suo ritorno era stato un costante alternar di sentimenti.
Di fronte a Leonard aveva ignorato ogni regola, era crollata senza paura di essere giudicata una codarda o di essere segnalata alle autorità. Per lei, quel ragazzo era stato un trampolino verso l'imprudenza, la sincerità, una sorta di respiro a pieni polmoni, una boccata d'aria pulita.
Era stata avventata con lui, tuttavia non se ne pentiva. Se mai le avessero domandato di cambiare qualcosa, lei non avrebbe modificato neanche una virgola del proprio comportamento.
Era soddisfatta di se stessa.
La vicenda di Sebastian, invece, era tutto l'opposto, aveva dell'incredibile. I genitori l'avevano attaccata come se avesse commesso una nefandezza e le avevano imposto un ordine. Avevano atrocemente scalfito la sua emotività, la sua fiducia e, così, l'avevano ridotta a un ammasso di timori infondati. Per quale motivo? Soltanto per testare la sua strategia di problem solving.
Sebastian era il motivo di quella sua promozione a Eccelsa, l'unica ragione per cui le avrebbero affidato maggiori responsabilità.
Sapeva bene cosa significava entrare a far parte di quell'élite. I Dirigenti del Comitato l'avrebbero convocata e, poi, intervistata per tracciarne un perfetto profilo professionale e adibirla a delle nuove mansioni.
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EXCELSI - Aenigma
Ciencia FicciónEssere umani significa possedere delle emozioni e saperle gestire, compiere degli errori, convivere con le conseguenze delle proprie scelte, cercare di rendersi ogni giorno persone migliori di quello precedente. Ma se esistesse un modo per evitare...