L'appartamento

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La visita guidata fu breve. Durò circa una mezz'ora, perché l'appartamento era piccolo e c'era poco da vedere, e perché la padrona di casa sembrava avere molta fretta.

Giusto il tempo di sbrigare le formalità del caso, e le consegnò le chiavi mettendosi a disposizione se avesse avuto bisogno di qualcosa.

Salutò cortesemente e uscì chiudendosi la porta dietro le spalle.

"Una persona molto gentile" pensò, mentre soddisfatta si guardava intorno nella sua nuova casa.

La cosa fantastica era che non doveva fare altro che riempire l'appartamento con le sue cose.

Forse qualche tenda qua e là, per ripararla dagli sguardi indiscreti delle finestre di fronte.

Ora che era rimasta sola, poteva muoversi nell'appartamento in totale libertà.

Andò verso la porta e vi si appoggiò con la schiena. "Tutto questo ora è mio, me lo sono guadagnato" pensò soddisfatta.

Dalla porta d'ingresso si accedeva alla zona giorno/notte.

Il letto era a scomparsa, quindi di giorno spariva completamente.

Il meccanismo di apertura e chiusura era semplice e non necessitava di molta forza per azionarlo.

Un pensiero angosciante prese forma nella sua mente: e se mentre dormo si chiude di scatto e mi spiaccica sulla parete come una mosca?

Scosse la testa come per allontanare questo pensiero sciocco.

"Sei la solita! Stai sempre lì a cercare il pelo nell'uovo!" Si rimproverò.

Cos'altro c'era?

Un piccolo armadio di legno scuro a due ante.

Un piccolo divano foderato in tela a fiori. La tela sembrava nuova di zecca.

Uno specchio in ferro battuto di quelli che prendono tutta la figura e che poggiando a terra, così si possono cambiare di posizione.

"Lo specchio è pieno di puntini neri, ma fa niente. C'è chi spende un capitale per avere uno specchio vintage!"

In fondo al locale, l'angolo cottura con penisola in legno naturale invecchiato dagli anni e due sgabelli.

Un bagno con doccia.

Fine.

Guardò dentro i pensili della cucina: piatti, bicchieri e tutto il resto erano in perfetto ordine per cominciare la sua nuova vita.
Con il tempo avrebbe acquistato altri piatti e altri bicchieri di suo gusto.

Ma non c'era fretta.

Dove posizionare cavalletto, i colori e tutto l'occorrente per dipingere, l'avrebbe deciso in secondo tempo, dopo aver studiato la luce.

Non stava più nella pelle!

Una telefonata a Sofia, la sua amica del cuore/sorella era d'obbligo.

Si buttò sul divano, constatando con piacere che non era sfondato.

Certo, era piccolo.

Appoggiando la testa su un bracciolo, i piedi fuoriuscivano dall'altro bracciolo.

"Fortuna che sono un formato tascabile" pensò divertita.

Però era comodo.
E in caso di party, aveva a disposizione ben due sgabelli e un letto da tirare giù. Nessun problema.

«Indovina un po' da dove ti chiamo?» Chiese Alice, immaginando già quale sarebbe stata la risposta di Sofia.

«Non saprei, lo sai che non sono brava a risolvere indovinelli! Mi va in panne il cervello e faccio sempre la figura della tonta!» Appunto

«Sono nel mio nuovo appartamento!»

«Quale appartamento! Tu non hai un appartamento... No, aspetta aspetta! Perché non mi hai detto nulla, sarei venuta anche io alla ricerca del tuo nido d'... del tuo nido da single, sai bene quanto mi piacciono queste cose. Ti odio!» Rispose Sofia fingendosi adirata.

"Quando lo vedrai, capirai perché non ho saputo aspettare. Era un'occasione da cogliere al volo. Non potevo lasciarmela sfuggire."

"Almeno, possiamo organizzare una cenetta per festeggiare? Così ti aiuto a sistemare le tue cose. Ti prego non dirmi di no. Ti prego, ti prego, ti prego!"

"E va bene, come posso dire di no alla mia migliore amica del cuore!"

"Anche perché sono l'unica!"

"Spiritosa! Fra quanto potrai essere qui?"

"Con la moto, 15 minuti"

"Ok. Ti aspetto, così andremo insieme a fare la spesa."