-7-

115 18 38
                                    

Alice si avviò verso casa, carica di buste, un caldo infernale, e tre piani si scale!

Aprì la porta, finalmente a casa.

Lasciò le buste sul pavimento, per la gioia dei batteri di Sofia!

Prese il cavalletto e lo posizionò in quell'angolo della casa che sarebbe diventato lo studio. Fissò la tela al cavalletto e si diresse verso la penisola dove aveva lasciato gli schizzi.

Spariti. "Ma cosa diavolo... Li avevo messi qui, sono sicura di averli lasciati qui! Ma dove sono finiti?!"

Girò intorno alla penisola ed erano lì, sul pavimento. Li raccolse e quando fece per metterli a posto si accorse che sul retro del foglio c'erano degli scarabocchi indecifrabili.

"Eppure erano ben custoditi non può essere stato l'idraulico. Pensò. Deve essere stato qualcuno che ha le chiavi e vuole spaventarmi per entrare in possesso dell'appartamento."

Con un affitto così basso il rischio era alto.

Uscì di nuovo, alla volta di un fabbro. Avrebbe cambiato la serratura.
Non c'era tempo per avvisare la padrona di casa. Avrebbe conservato la vecchia serratura, perché non si sa mai.

Ma da casa sua non l'avrebbe cacciata nessuno!

Cambiata la serratura, era ormai tardi per dipingere. Avrebbe messo fine a quella giornata storta con una spaghettata e una buona dormita.

Tirò fuori gli ingredienti per il sughetto: una cipolla rossa di Tropea, passata di pomodori biologici, basilico non biologico, fa niente.

Mise a bollire l'acqua per la pasta. Che tipo di pasta? Fusilli, penne, rigatoni? No, una spaghettata si fa con gli spaghetti, altrimenti non si chiamerebbe spaghettata, si chiamerebbe rigatonata! Vada per gli spaghetti! Abbozzò un sorriso. Non era da lei pensò, fino al giorno prima era capace di ridere a crepapelle per una battuta simile. Ora si limitava ad abbozzare un sorriso che sembra più una smorfia antipatica!

Mentre era tutta presa da questi pensieri, qualcuno suonò il campanello.

"Chi è?" Chiese seccata, senza abbandonare i fornelli.

"Sofia"

"Ci mancava anche questa!" Disse tra se.

"Non dovresti essere in negozio? L'aggredì Alice aprendo la porta.

"Grazie dell'accoglienza. Eh? Mi dici che ti prende?" Chiese Sofia entrando in casa.

"Dico sul serio, se non ti conoscessi da una vita direi che stai..."

"Non lo so. Questa mattina mi sono svegliata con un senso di inquietudine, una rabbia che cresceva sempre più. Non so spiegarti. Non sopportavo nessuno. Ero perfino contenta che la zia non fosse in casa per non doverla salutare e vederla piangere mentre me ne andavo! Ti rendi conto? Ma ora che sei qui, quel velo di negatività che mi sentivo addosso... non so, sembra svanito! Sto impazzendo, non c'è altra spiegazione!" Si scusò Alice, ancora incapace di dare un senso al suo comportamento delle ultime ore.

"Non ti devi scusare, probabilmente sei stanca per il trasloco. È un passo importante. E poi, su e giù per quelle dannate scale carica di scatoloni e con questo caldo, poi! Ma l'operaio non poteva aiutarti?" Le chiese Sofia.

"Che vuoi che ti dica, dopo aver ricevuto una chiamata urgente e si è dato alla fuga!"

"Vedrai che non appena ti sarai sistemata, tornerai ad essere la ragazza allegra che conosco!" La tranquillizzò Sofia.

"Cos'è, ti stai allenando a scassinare serrature?" Chiese Sofia indicando la vecchia serratura lasciata sul pavimento.

"È una lunga storia!" Rispose Alice esausta.

"Se aggiungi un po' di pasta ti faccio compagnia per la cena, così mi racconti tutto." Il tono di voce non ammetteva un "no" come risposta.

Ancora una volta le due amiche si ritrovarono a condividere la cena allegramente. Il velo di negatività sembrava un lontano ricordo e Alice le parlò dei suoi sospetti.

"Sicura che non sia pericoloso stare qui da sola? Questa notte non posso fermarmi..."

"Non ti preoccupare, starò bene." La rassicurò Alice.

"Mi raccomando, dormi incollata al cellulare. Per qualsiasi cosa, chiamami e arrivo con la cavalleria!"

"Lo farò, te lo prometto."

Si salutarono affettuosamente. Alice chiuse la porta con tutte le mandate che poteva, e il paletto.

Prima di addormentarsi avrebbe letto l'ultima avventura di Linda Style Un cadavere nell'armadio. Adorava Linda. Normalmente non si sarebbe mai avvicinata ai libri che raccontano di omicidi, investigatori antichi, polverosi, dall'odore di naftalina, e che dovunque si trovino ci scappa sempre il morto. Non sarà che portano iella?
Ma Linda Style era diversa, una investigatrice in tacchi a spillo e disarmanti sorrisi a fossette! Sempre fashion in ogni situazione, anche mentre rischiava di diventare un carboncino dentro un ascensore in fiamme. O mentre smascherava l'assassino! Sempre brillantemente adeguata in ogni situazione! Persino lo smalto del colore della bibita! Un mito!

Si buttò stremata sul letto esausta. Vestita. Stava diventando un'abitudine! Linda non avrebbe approvato. Sorrise.

Poggiò la testa sul morbido cuscino di piume e si addormentò. Profondamente.

Anche questa giornataccia sembrerebbe essersi conclusa. Ma come si dice in questi casi, il condizionale è d'obbligo.

giorni_imperfetti  spero ti faccia piacere sapere che anche Alice è una grande fan di Linda 😊

Ditemi cosa ne pensate😄
Anche in questo capitolo il fantasma è presente. Spero si capisca in che modo👻
Grazie a tutti ❤️di essere arrivati fin qui, senza addormentarvi😴
Spero sia una buona lettura😄

L'appartamento  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora