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Mentre era sul taxi, diretta verso casa della zia, squillò il cellulare.

È lei, ora mi sente: "Sofia ma che fine hai fatto? Sei sparita senza svegliarmi, potevi almeno lasciarmi un messaggio!" Esordì con un tono di voce alterato.

"Scusami, ma ho avuto un'emergenza, Nicoletta ha perso le chiavi e sono dovuta correre in negozio ad aprire. Ho cercato di svegliarti ma dormivi così profondamente..."

"Trovi sempre una scusa. Prima prometti poi ti tiri indietro. Se non ti va di fare una cosa non promettere perché le persone ci credono!"

"Alice, ma che stai dicendo!" Chiese Sofia sconcertata da quelle parole senza senso, e dalla reazione esagerata di Alice.

In tanti anni di amicizia, mai uno screzio, una parola di troppo. Erano sempre andate d'amore e d'accordo. Inoltre non era nel carattere di Alice scontrarsi così, anzi aveva sempre un atteggiamento ragionevole anche nelle situazioni più critiche.

"Dico che non posso mai contare su di te. Senti, ora ti lascio perché ho molte cosa da fare, io!"

Detto questo Alice spense il telefono e lo gettò nella borsa.

Arrivata a casa, notò con grande sollievo che la zia non c'era. Il malumore peggiorava sempre di più e non era in vena di raccomandazioni, saluti e lacrime. Tanto più che andava a vivere a una manciata di chilometri. Non era necessario farla tanto tragica! Scaricò dal taxi gli scatoloni.

Entrò nella sua stanza e buttò alla rinfusa tutte le sue cose nelle scatole, le chiuse per bene. Nel frattempo arrivò il furgoncino che aveva noleggiato per il trasloco. L'operaio caricò tutte le scatole e si avviarono verso il suo nuovo appartamento.

Durante il viaggio, le venne in mente di chiamare Sofia. Mentre il cellulare componeva il numero, si rese conto che non aveva nessuna voglia di sentirla né di parlarle.

Alice chiuse il telefono, sentiva un'inquietudine interiore che non sapeva spiegarsi, probabilmente era dovuta allo stress del trasloco. Ma era una cosa bella, dunque non aveva nessun motivo di sentirsi così.

Forse era colpa del caffè. Capita di bere un caffè di una marca diversa e di avere delle reazioni strane, certo non così strane. O forse era solo stufa dell'inaffidabilità di Sofia.

Stranamente, non c'era traffico. Arrivarono in poco tempo.

Portò su per le scale tutti gli scatoloni. Ecco perché hanno inventato l'ascensore! Pensò la quinta volta che salì le scale in un bagno di sudore.

Esausta, chiuse la porta. Davanti a sé una serie di scatoloni che aspettavano di essere svuotati. Con calma, non c'era fretta.

Tranne l'occorrente per dipingere. Quello avrebbe avuto la precedenza su tutto. Aveva già stabilito la posizione del cavalletto.

Doveva recuperare le forze. Doveva pensare al pranzo. Cosa mangiare? Un alimento a caso! Pizza.
"Ma niente birra, quella è troppo forte, può dare reazioni strane!" Inoltre doveva mantenersi lucida. Le ultime ventiquattro ore le sembravano piuttosto strambe per i suoi gusti!

Sicuramente era dovuto a qualcosa che aveva mangiato o bevuto. A dire il vero la sera precedente, oltre la birra, aveva mangiato la pizza del forno di Paola.
"Forse un ingrediente segreto della pizza mi ha provocato una strana reazione allergica! Paranoia da pizza! No, non ci credo, la pizza è sempre la pizza!" Certo, un conto era mangiarla in compagnia, altra cosa era mangiarla da sola. Fa molto abbrutimento depresso! Pensò.

Mentre era alle prese con i suoi pensieri, e cercava di trovare il modo migliore per mettere fine a quella giornata, accadde nuovamente qualcosa di strano.
"Ecco un altro brivido. No, non mi sto ammalando. Ne sono sicura. Deve esserci uno spiffero, da qualche parte c'è un vetro rotto o qualcosa del genere dal quale entra aria gelida. Dopo pranzo mi metterò alla ricerca... Ma che sto dicendo, fuori saranno quaranta gradi all'ombra!"

L'ipotesi dello spiffero era scartata. Decisamente!

Alice non capiva, non c'era una spiegazione logica.

Poco dopo, mentre si avvicinava all'armadio per studiarne bene la capienza, si accorse con grande stupore che proprio davanti all'armadio la temperatura scendeva vertiginosamente! Da non credere!

Che fosse quella l'origine degli spifferi?

Ad un certo punto, mentre indietreggiava, convinta che cambiando prospettiva avrebbe trovato una risposta al problema, continuando a fissare l'armadio, ebbe la sensazione che in quel preciso punto l'aria fosse più densa.

"Che strano mi è sembrato di vedere... ma no, è solo un calo di zuccheri, e sono disidratata."

Pensò bene di scendere e fare una spesa abbondante. Molta acqua per idratare gli occhi, ed evitare allucinazioni di ogni tipo. Carboidrati complessi, possibilmente integrali, per evitare improvvisi episodi di ipoglicemia reattiva! Frutta, e verdura fresca per le vitamine e sali minerali. Verdure e fibre per risolvere quei problemini!

Per i giorni successivi aveva in programma di tapparsi in casa come un verme di formaggio e dipingere.

Aveva perso fin troppo tempo e c'erano degli schizzi che non vedeva l'ora di mettere su tela.

Prese gli schizzi, li guardò con soddisfazione, e li mise in vista sulla penisola.

Scese in strada, il caldo sempre più opprimente, e si diresse verso il forno della signora Paola.

"Buongiorno signorina bella!"

Buongiorno un corno!

Mi sa che questo fantasma👻 ha bisogno di una controfigura! 😭Non mi sembra molto pauroso.😭

Ditemi che ne pensate.
Grazie e buona lettura 😊 Spero

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