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"Sofia, Sofia, la sola ad avermi sostenuto nei momenti di grande sconforto."

E sono stati tanti. Sì. Fin da quando dopo la maturità decise di frequentare l'Accademia .

I suoi genitori avevano minacciato di toglierle i viveri se non si fosse
iscritta alla facoltà di medicina "per seguire le orme di tuo padre e prima di lui di tuo nonno!" dicevano.

Non riuscendo a farle cambiare idea erano passati alle vie di fatto.

Fortunatamente la zia Adele, la sorella minore di sua madre, avendo capito quanto fosse importante per lei la pittura, la ospitò "sponsorizzando" gli studi come diceva, lei finché non fosse stata autonoma.

Naturalmente questo gesto d'amore nei suoi confronti determinò la rottura definitiva con i genitori.

Quel momento, in cui sarebbe stata indipendente, era giunto, finalmente.

Anche se non era certa che la zia sarebbe mai riuscita a ricucire i rapporti con la famiglia. E questo le dispiaceva tremendamente.

Questi ricordi la rattristavano ogni qualvolta le tornavano alla mente.

Ma era la sua vita ed era sicura che avrebbe reso orgogliosa sua zia e l'avrebbe ripagata dei sacrifici fatti per consentirle gli studi, e dimostrato ai suoi genitori che avevano torto e lei ragione.

Decise di scacciare la malinconia. E pensare al presente e al futuro roseo, appunto.

Il problema del tetto sopra la testa era stato risolto brillantemente, ora bisognava pensare allo stomaco che iniziava a brontolare.

"Mannaggia, avrei dovuto chiedere alla signora di consigliarmi qualche negozio di alimentari. Non importa, esplorerò la zona. Sarà più divertente".

Il rombo del motore annunciava l'arrivo di Sofia.

Fece tutte le scale, arrivando alla porta col fiatone.

Alice era già in cima alle scale pronta ad abbracciarla, o meglio, a sostenerla.

"Cavolo Ciccia, non potevi prendere un appartamento con l'ascensore? Oppure al piano terra, un piano terra con giardino. Il sogno di tutti? Invece no. Questa fissazione per le piccionaie... credevo di essere in forma, invece... sto per avere un infarto. Mi avrai sulla coscienza"

"Sai bene che per dipingere mi piace avere molta luce, possibilmente naturale. Che vuoi farci, mi piace dominare il mondo, e dall'alto dei tetti viene meglio! E non ti verrà l'infarto. Se fossi in te farei un bel cazziatone al tuo preparatore atletico. Dovrebbe allenarti meglio. Sempre che vi alleniate" rispose Alice con malizia.

"Spiritosa, non tocchiamo questo tasto. Piuttosto, posso avere un bicchiere d'acqua? Chiese Sofia sull'orlo di un infarto.

"Dovrai accontentarti di quel che resta di questa bottiglietta da mezzo litro, è successo tutto così in fretta che non sono ancora scesa a fare provviste"

"Andrà benissimo, dammi qua!" Sofia prese la bottiglia e bevve tutto d'un fiato l'acqua che era rimasta.

Bene, infarto scongiurato. Dai, rimbocchiamoci le maniche, dove sono le tue cose da sistemare ?"

"Non ho niente da mettere a posto, ho tutte le mie cose da mia zia".

"Va bene, allora ceniamo e poi ti accompagno da tua zia e domani ci organizzeremo per il trasloco"

"Allora dai, scendiamo a fare le spesa!" Disse Alice sorridendo al pensiero della faccia che avrebbe fatto Sofia.

"Cavolo, se scendiamo poi dobbiamo risalire!"

"Ma va? Muoviti sfaticata, vuol dire che smaltirai la cena in anticipo"

"Arrivo, arrivo."Rispose sconsolata Sofia.

Passeggiando lungo il vicolo cominciarono a sentire l'inconfondibile profumo del pane cotto a legna.

Proseguirono la ricerca certe che di lì a poco avrebbero scovato il forno colpevole dei crampi di fame.

«Eccoti finalmente, "Forno di Paola!"» Esclamò Alice quando vide la vetrina con il pane caldo sella sera, pizza e dolci da forno, in bella vista.

«Buonasera!»
Entrarono decise a portarsi via un po' di tutto. E senza rimorso!

È proprio vero, mai fare la spesa a stomaco vuoto!

«Buonasera signorine, volete assaggiare i nostri prodotti? Sono prodotti freschi e realizzati con ottimi ingredienti!»

«Non mi tenti signora perché potrei portarmi via tutto il negozio" rispose Alice mentre si guardava intorno.

«E che problema c'è, lei è così magra, può mangiare tutto quello che vuole!»

«Io sì, ma nel mio piccolo appartamento non entrerebbe tutta questa roba. Sa? Da qualche ora abito a due passi da qui!»

«In questo vicolo?»

«Propio così, al 15. Il monolocale al terzo piano, quello con le grandi finestre che si affacciano proprio su questo vicolo.»

«Quello con le grandi finestre!»

«Sì, e voglio comprarmi qualcosa di buono per cena, voglio festeggiare con la mia amica il mio primo giorno. Ci vedremo spesso, sa? Mi sento fortunata ad aver trovato questo appartamentino. È così... delizioso!»

«Ci... saranno altre persone con lei, che so, un fidanzato?»

«No, nessun fidanzato nella mia vita, sola soletta. Ma bando alle chiacchiere, prendo un po' di pizza margherita, anzi un bel po' di pizza margherita, qualche biscotto per la colazione di domani, il latte. E una bottiglia di birra rossa artigianale. Il pane verrò a prenderlo domani mattina.»

«Ecco a voi signorine belle, sono 22 Euro, ma facciamo 20. Vi auguro una buona serata e tornate a trovarmi. Domani mattina, se passate verso le otto, troverete il pane caldo appena sfornato!»

Salutarono e si diressero verso la porta, mentre usciva Alice sfiorò una cliente che stava entrando, chiese gentilmente scusa e si incamminò allegramente con Sofia, verso casa.

"Buonasera Paola" salutò la cliente.

«Buonasera a te.»

«Paola, quella ragazza che è appena uscita, la conosci?»

«No. So che abita al... 15» Rispose sospirando.

«Come ti sembra?»

«È una brava ragazza ma, non so quanto durerà.»

L'appartamento  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora