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«Veniamo da molto lontano», iniziò così a raccontare.

Il sole cominciava a tramontare.

Alice la guardò, senza proferire parola. Niente domande, voleva solo ascoltare la verità.

La donna, titubante, puntò l'indice in alto.

Alice seguì con lo sguardo il dito fino al soffitto. Poi fece una smorfia di disapprovazione. Ma non disse nulla.

«Da lassù.»

«Dal piano di sopra?», chiese Alice.

La donna sospirò. L'impresa sembrava più ardua del previsto, ma non si scoraggiò.

«Più su.»

«Impossibile, più su ci sono io. E la palazzina finisce lì.»

La donna cercò altre parole che non dessero adito a fraintendimenti.

«Siamo di un altro pianeta!»

Alice scoppiò a ridere di gusto.

«Questo lo avevo già capito da me, siete tutti strani in questa palazzina, io...»

«Nel senso che proveniamo da un altro pianeta!» la interruppe bruscamente.

Alice la guardò, a stento riusciva a trattenersi dal ridere.

La donna decise che era giunto il momento di rivelare il suo vero aspetto. Dopotutto, fin dall'antichità, le immagini sono state sempre più eloquenti delle parole.

Alice balzò fuori dal letto! Ebbe un capogiro. Fece appena in tempo ad afferrare lo schienale della sedia, evitando così di perdere i sensi e cadere a terra. Riprese immediatamente il controllo del suo corpo.

Con grande stupore vide davanti a sé una giovane donna.

Una tuta bianca le fasciava il corpo snello, come una seconda pelle. I lunghi capelli lisci, di un biondo chiarissimo, le incorniciavano il viso dai lineamenti perfetti e dalla pelle del colore della luna. Gli occhi erano di un azzurro inteso mai visto prima.

Al collo aveva una catenina con appeso uno strano ciondolo. Guardandolo meglio, Alice riconobbe l'oggetto: era l'elsa di una spada che fuoriusciva da una custodia di stoffa rossa chiusa da cordoncini dorati. Un oggetto davvero strano da portare al collo.

Poteva perfino giurare di vedere un'aura luminosa che risplendeva di una calda luce, avvolgendo per intero la sua figura.

Alice scosse la testa, quasi a voler scacciare quell'immagine irreale.

Doveva essere ancora sotto l'effetto di qualche strana droga con effetti allucinogeni, anche se la donna si ostinava a dire che il tè era del semplice tè, e nient'altro.

La Goggi rimase in silenzio, sorridente, eterea, celestiale. In attesa che la ragazza elaborasse la situazione assurda nella quale si trovava.

«Come...»

«Come è possibile tutto questo?»

Alice prese una pausa per riordinare le idee, ammesso che ne avesse qualcuna.

«Cosa sei? Sei, sì insomma, sei un mutaforma? Non ci posso credere! Sono proprio io a pronunciare questa parola? Detesto queste storie assurde di mostri, demoni, mutaforma! Le ho sempre considerate storie frutto di una mente malata! E ora me lo trovo qui, davanti a me, in carne e ossa! No, no,no! Ora chiudo gli occhi, li riapro e questa cosa, pluf, non c'è più!»

Riaprì gli occhi, ma quell'essere era ancora lì, in tutto il suo sconcertante splendore!

Fece un'altra pausa.

«Forse sto ancora sognando! Deve essere così, sono ancora sotto l'effetto del tuo stramaledetto tè!»

«Ti ripeto, il tè non c'entra nulla»

La donna prese per mano Alice e si avviò verso il salotto. La fece accomodare sul divano e lei si sedette sulla sua poltrona.

Di nuovo quella stanza, di nuovo quella sensazione di disagio che le trasmettevano quei volti appesi alle pareti.

La donna richiamò l'attenzione della sua ospite.

«Posso offrirti qualcosa, un...»

«Non pronunciare quella parola! Non voglio niente, non mi fido di te!» la interruppe infastidita.

«D'accordo, come vuoi tu.»

Alice iniziava a perdere la calma, e quel modo di porsi di quell'essere celestiale, il tono della sua voce così fastidiosamente calmo, amorevole.

Fuori era già notte, la palazzina sembrava avvolta da un silenzio surreale. Come se non esistesse più anima viva. Tranne loro.

«Come fai a... sì, a cambiare forma» le chiese, non sapendo neanche lei il perché di quella domanda. Non era nemmeno sicura di voler sentire la risposta.

«Tramite quello che voi chiamate magia. Sin dagli albori della civiltà, non avendo le conoscenze necessarie per comprendere tali fenomeni, li avete definiti con la parola magia. In realtà si tratta di tecnologie avanzate che ci permettono di inviare una immagine distorta di noi. Le rispose con parole facilmente comprensibili.

Dopo una pausa

«Siete voi a vedermi come un'anziana donna.» rispose divertita.

Che vi sembra? 😊

Con Rivelazioni inizia una seconda parte. Non sapevo se iniziare una nuova storia (nuova cover) oppure inserirla semplicemente a seguire, come sto facendo.

Spero troviate affascinante la direzione che sta prendendo questa storia.

La croce egizia Ankh, non ho inserito una foto per via dei copyright. Non anticipo nulla.
Se riesco, la disegnerò io.

Le nozioni tecnologiche, ovviamente sono di fantasia 😆😆😰😰😰

Non vi annoierò oltre. Come sempre, vi ringrazio di essere arrivati fin qui😊 Vi ringrazio dei commenti e delle ⭐️, e vi auguro buona lettura♥️😘

L'appartamento  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora