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Alice non riprendeva conoscenza. Era sprofondata in un sonno dal quale non sembrava svegliarsi.

La Goggi poteva vedere dietro le palpebre chiuse i bulbi oculari che si muovevano con movimenti ritmici e rapidi.
Era segno di elevata attività cerebrale.

Dovunque fosse andata, qualunque cosa stesse facendo, era chiaro che stava vivendo un'esperienza che l'aveva completamente rapita.

Non tentò più di risvegliarla, ma la sollevò da terra e la portò in camera adagiandola delicatamente sul letto.

Si mise a sedere accanto a lei e, accarezzandole i capelli, le sussurrò alcune parole.

Tornò in salotto.

Avrebbe voluto svegliarla per sapere cosa stesse succedendo, ma era consapevole che doveva avere pazienza e lasciare che l'esperienza si completasse senza interruzioni o qualcosa poteva andare storto.

E nessuno voleva questo.

Guardò i ritratti. I loro sguardi accusatori la perseguitavano ormai da tempo. Con il capo accennò un impercettibile gesto di assenso. Sospirò, e si diresse verso la poltrona. Vi si accomodò, e poggiando la testa sulla spalliera, chiuse gli occhi.

Ormai era questione di tempo, pensò, sollevata.

Si svegliò di soprassalto nel sentire un gemito provenire dalla stanza da letto.

Finalmente Alice si stava svegliando!

Quando entrò nella stanza vide con sua grande delusione che Alice non era ancora tornata.
Forse qualcosa era davvero andato storto! Forse era rimasta prigioniera della sua mente. Forse
aveva solo bisogno di più tempo per compiere la sua missione.

Mentre la guardava immobile, il respiro appena percettibile, pensò che forse aveva sbagliato a scegliere lei per questa missione. Missione di cui la povera Alice era del tutto ignara.

Forse avrebbe dovuto prima parlarne con lei. Forse Alice avrebbe capito, e lei avrebbe potuto spiegarle la situazione e avrebbe potuto istruirla sul da farsi. Invece aveva agito alle sue spalle.

Troppi "forse", in questa brutta storia.

Si sentiva in colpa, ma andava fatto. Era di vitale importanza e Alice era l'unica persona che aveva incontrato, a possedere i requisiti per compiere la missione. Ma il tempo stringeva e non poteva correre il rischio di un rifiuto.

Era notte fonda quando qualcuno suonò il campanello.

La Goggi, andò ad aprire.

«Mi scusi se la disturbo a quest'ora ma è davvero importante»
«Mi dica, non si preoccupi non stavo dormendo, sa, a una certa età si soffre d'insonnia.»

«Si ricorda di me? Sono Sofia, un'amica di Alice, si ricorda di me? Ci siamo incontrate...»

«Ma certo cara che mi ricordo di lei, in cosa posso esserle utile?»

«Ecco, è tutto il giorno che cerco di contattare Alice, ma sembra sparita nel nulla! Comincio a preoccuparmi, l'ultima volta che l'ho vista mi era sembrata strana, al limite della paranoia... non vorrei che le fosse capitato qualcosa di brutto... lei l'ha vista?»

«No, mi dispiace, vorrei tanto aiutarla, mi creda, ma non saprei come. Sono una povera donna anziana che vive sola in queste quattro mura, raramente esco di casa... quindi no, non l'ho più vista da allora, mi dispiace.»
Sofia ringraziò e andò via sconsolata.

«Stia tranquilla, vedrà come presto la sua amica si farà viva», la Goggi cercò di rincuorarla.

Era dispiaciuta, ma le era stato affidato un compito e non poteva rischiare di fallire. Ancora una volta.

Era solo questione di tempo e tutto sarebbe tornato alla normalità e Alice non avrebbe ricordato nulla dell'accaduto.

Tornò da Alice. Le cose stavano precipitando. Alice si agitava nel sonno, era sudata e il respiro cominciava ad essere irregolare.

Un piccolo aggiornamento♥️ in attesa di nuovi sviluppi!
Buona lettura 😄

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