Arima, dove sei?

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Gholgia finì di raccontare la sua strabiliante storia, parte della sua strabiliante storia. Alice rimase senza parole.

Ma ciò non spiegava ancora perché lei si trovasse nel bel mezzo di questa storia a dir poco fantascientifica, per non dire dell'altro mondo!

«Gholgia cara, la domanda è sempre la stessa... cosa c'entro io che a stento ricordo la tabellina del 9, com'era? 9.18.27.36. 43. no, forse era 47, va beh, credo di aver reso l'idea, con tutto questo?... in che casini ti sei cacciata per aver bisogno proprio del mio aiuto!»

«Ricorda che hai promesso di...»

«Lo so, lo so... è un segreto planetario! Su, racconta» tagliò corto agitando una mano.

Gholgia continuò a raccontare.

«Per farla breve, mi fu affidato il compito di guardia del corpo del figlio del Presidente della Vela. Un rampollo dell'alta società viziato e dal comportamento immaturo e imprevedibile, consapevole del fatto che suo padre gliele avrebbe fatte passare tutte lisce! Io avrei fatto volentieri a meno di questo incarico. Stare dietro ad un moccioso viziato... non mi sono addestrata per questo...»

La voce si spezzò, ebbe un momento di esitazione. Si ricompose, poi continuò.

«... ma non potevo rifiutare. Sebbene l'Unione viva in pace, gli equilibri sono precari. E il figlio del Presidente che se ne va in giro tutto solo sulla Terra, potrebbe essere visto come un'occasione per quanti vogliono rompere questo equilibrio...»

«Scusami, a questo punto è fin troppo chiaro che il nostro cervello ha avuto una involuzione perché... continuo a non capire!»

«Arima, questo è il suo nome e...»

«Oooooooh, ecco chi è... sì lo conosco. Si è intrufolato spesso nei miei sogni in queste ultime notti! Ha detto di chiamarsi proprio così... Arima. L'ho anche preso in giro per questo suo nome, sai un nome che finisce con -a, non è molto virile...»

«Andrea... finisce con a...»

«Ops! Beh, a dire il vero... ho conosciuto un tipo di nome Andrea... tempo fa... tutt'altro che poco virile... sì! Ma, non divaghiamo. Mi dicevi di Arima il moccioso... che gli ė successo? Si è perso mentre bighellonava per queste lande desolate Terricole?»

«Anni fa ha eluso la mia sorveglianza ed è sparito! Non posso tornare su Epsilon Corvi senza di lui! E io devo tornare a casa! Ho bisogno di tornare a casa! Non ne posso più di stare qui... mi manca...» si interruppe bruscamente.

Si vedeva lontano un miglio che era impaziente di tornare a casa.

Alice pensò bene di mettere da parte i dissapori degli ultimi giorni e di aiutarla a ritrovare quel moccioso.

Gholgia si prese una pausa. Poi continuò.

«L'ultima volta che l'ho visto, viveva in questo appartamento. È sparito senza lasciare tracce! Niente di niente! Non so cosa gli sia accaduto, né se sia ancora vivo! Devo trovarlo... possibilmente vivo!»

«Quanto tempo fa è successo?»

«Sono passati sessant'anni!» rispose Gholgia.

«Sessanta! Sessant'anni! Fossero stati sessanta giorni... ma sessant'anni! Per voi sono nulla, ma per noi una vita! Sarà difficile che ci sia ancora qualcuno vivo e con tutte le rotelle a posto che si ricordi di lui! Però... forse con un po' di fortuna... questa palazzina sembra un ospizio. Potrei fare delle domande in giro dicendo che sono venuta ad abitare in questa palazzina alla cerca di... di... mio nonno, sì! Sì, si può fare! Posso farcela!» rispose Alice, eccitata dalla prospettiva di interrogare tutti quei vecchietti.

«Davvero faresti questo per me? Oh, mi salveresti la vita! Io non posso fare domande, mi conoscono da sempre e non potrei cominciare proprio ora a fare domande... tu sei nuova!»

Era così felice, e Alice era altrettanto felice di aver reso Gholgia felice!

«Certo che lo farò, anche perché qualcosa mi dice che non vedi l'ora di tornare a casa!»

Alice si accorse che gli occhi di Gholgia avevano una luce diversa. Forte pensò. Forse un giorno mi spiegherà come ha fatto.

Forse un giorno. Spero sia stata una buona lettura ♥️♥️♥️

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