-25- Non finisce qui

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«Ah, sei tu Gholgia!» esordì Alice aprendo, la porta.

«Chiamami Goggi, almeno finché non sei certa che non ci ascolti nessuno!»

«Ma certo signora Goggi, entri pure! Non la stavo aspettando, ma cosa cambia!» rispose Alice sarcastica.

Gholgia entrò in casa, e riprese le sue vere sembianze.

«È un po' che non ti vedo in giro» le chiese Gholgia.

«Un giorno pensi che potrai spiegarmi questo trucchetto del mutaforma?» rispose Alice con un'altra domanda.

«Non c'è tempo per questo»

«Che vuoi dire?» chiese Alice.

«Basta girarci intorno! So bene che ricordi il sogno!»

Alice la guardò, ancora con questo sogno!

«Ti leggo nel pensiero, cosa credi. Ti ho usato la gentilezza di non dirtelo perché volevo che fossi tu a raccontarmelo spontaneamente. Senza costrizioni. Ma vedo che ancora non ti fidi di me!» incalzò Gholgia.

«Oh, chissà come ti è venuta in mente questa idea...»

«Lo so, so bene che nei giorni scorsi ci sono state delle incomprensioni tra noi, ma niente che non si possa superare...» rispose Gholgia abbassando i toni.

«Ma va? Tu hai il coraggio di chiamarle incomprensioni? Ho rischiato di morire se non te ne fossi accorta!» disse Alice con un tono acido.

«Oh, non esagerare. Non hai corso nessun pericolo. Era tutto sotto controllo. Può sembrarti strano ma stiamo dalla stessa parte. Credimi!»

«Se per "stare dalla stessa parte" intendi dire che stiamo tutte e due con i piedi sulla Terra, non posso darti torto. Per il resto non saprei. Dovresti dirmi molto di più, ad esempio perché sei qui sulla Terra! E cosa c'entro io nei tuoi problemi. Perché, ti do una notizia: anche io so leggere nel pensiero ed è chiaro come il Sole che hai dei seri problemi e io sembro essere l'unica persona in grado di risolverli!» rispose Alice mettendo le carte in tavola.

Prese una pausa.

«Correggimi se sbaglio. Forza sono tutt'orecchi! Comincia a raccontare!»

Alice fece cenno con la mano di sedersi.

«Mi scuserai se il divano non è comodo come il tuo. E qui non si serve il tè. Solo dell'ottimo caffè proveniente da non so dove e preparato con la mia fantastica moka vintage!»

«Ti capisco, non ti fidi di me. Al tuo posto neanche io mi fiderei!» sospirò Gholgia.

«Volendo usare un eufemismo...»

Poi continuò.

«E va bene! Dammi un solo motivo per cui io dovrei crederti!»

Gholgia doveva impegnarsi di più questa volta, se voleva l'aiuto di Alice.

«È vero, ho bisogno del tuo aiuto. Ti ho raccontato una minima parte della storia, confidando che non avresti fatto altre domande. Ma vedo che non è così.»

«È vero, tendo a fare molte domande quando non mi tornano i conti!»

Gholgia si accomodò sul divano pensierosa. Prese tra le dita il ciondolo, chiuse gli occhi e sussurrò alcune parole incomprensibili.

                                                                      ‼️‼️Avviso importante‼️‼️

Allora, i piani sono questi: Gholgia comincia a raccontare la sua fantastica storia. Quello che seguirà a me sembra più un prequel de L'appartamento, piuttosto che il seguito della storia, quindi, la mia intenzione sarebbe scrivere un'altra storia che potrebbe essere un racconto breve a mo' di introduzione, oppure essere una vera storia. La cosa mi ispira molto, perché mi darebbe modo di rispolverare alcuni miei vecchi libri universitari. Quindi la cosa richiede tempo.
Questo mi permetterebbe di continuare indipendentemente con la storia dell'appartamento e salvare Arima, poverino, prima che sia troppo tardi😢😢😢
E facilitarmi una futura revisione, perché mi rendo conto che la narrazione è molto superficiale😰

Che ne pensate😄😄

Grazie del sostegno♥️♥️e della pazienza, ovviamente 🙄 e soprattutto🙄🙄 😍😍

L'appartamento  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora