Capitolo sette-Avena

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-Sarebbe davvero molto bello averti qui anche a Natale, May.- Catherine mi guardò sorridendo timidamente. Eravamo nella sua cucina e stavamo aiutando la signora Kirk a lavare i piatti. Strofinai un piatto con decisione e lasciai che la schiuma del lavello mi imbrattasse il lembo del maglioncino rosso.

-Vi ringrazio di cuore per l'invito, ma non vorrei essere di disturbo. Questa sera è stata davvero fantastica e vi sono grata per avermi ospitata. Però credo che sia giusto trascorrere il Natale in famiglia.- sorrisi leggermente e mi scostai una ciocca di capelli dal viso. Riposi i piatti puliti e gocciolanti nella credenza immacolata. Ero completamente a mio agio e mi sentivo lusingata per l'invito della mia migliore amica.

-Sarebbe davvero un onore per noi averti qui, May. Dico sul serio.- Catherine tossicchiò imbarazzata-So che devi trascorrere il Natale con i tuoi, perciò sarebbe chiedere troppo. Ma era da tanto tempo che la mamma ed io non ci divertivamo così a cena.-

Mi asciugai le mani e riabbassai il maglione umido sulle braccia sottili. Pensai a quello che potevo fare. Magari avrei trascorso il pranzo di Natale dai miei e la cena a casa della mia migliore amica. Era fattibile, in effetti.

-Si potrebbe fare.- sorrisi sinceramente felice. A parte il comportamento scortese di Kyle, la serata era andata benissimo. Avevo scoperto moltissime cose riguardanti Catherine che prima non immaginavo nemmeno. E poi la signora Kirk era eccezionale. Sembrava fragile ed indifesa a prima vista, ma in realtà nascondeva un carattere forte e combattivo. Invidiavo il suo coraggio.

Catherine rimase interdetta per qualche secondo, prima di abbracciarmi di slancio. La strinsi a me e ridacchiai.

-Non so davvero come ringraziarti!- urlò nel mio orecchio. Si sciolse dall'abbraccio e cominciò a saltellare felice. I riccioli biondi ondeggiavano pericolosamente ad ogni salto. Inoltre, agitava le mani e teneva le braccia alzate verso l'alto. Sembrava una bambina, ma non riuscii a trattenermi dal ridere fragorosamente.

La signora Kirk tornò dal salotto quasi di corsa e quando vide sua figlia correre e saltare qua e là cominciò a ridere insieme con me.

Catherine mi prese per mano e cominciammo a ballare come due idiote nella piccola cucina. Canticchiavo una canzoncina natalizia e muovevo i piedi senza controllo. Volteggiavo e piroettavo come un'aspirante ballerina che aveva alzato un po' troppo il gomito. La signora Kirk applaudiva e batteva il piede a ritmo.

Catherine mi lasciò andare le mani con cui mi teneva e mi diede uno spintone con i fianchi. In un attimo, mi resi conto di aver perso l'equilibrio e inciampai nei miei passi. Mi aspettavo di ritrovarmi con il fondoschiena a terra, invece mi resi conto di essere ancora in piedi. E di aver urtato qualcuno. Un qualcuno che mi teneva stringendomi le braccia con le sue mani. Incontrai le iridi di Kyle e smisi di colpo di cantare. Arrossii violentemente rendendomi conto di essere inciampata in lui. E la cosa ancora più disarmante è che mi stava tenendo in equilibrio.

Tutti ammutolirono nella stanza. Trattenni il respiro dalla sorpresa e metabolizzai la situazione. Mi schiarii la voce e lo guardai negli occhi con decisione.

-Mi dispiace di esserti finita addosso, Kirk.- sentii la presa delle sua braccia allentarsi gradualmente e studiai il suo viso per cercare di capire cosa pensava.

Lo vidi aggiustarsi gli occhiali sul naso delicato e sentii i suoi occhi come fuoco sulla pelle. Mi sentii in imbarazzo per il suo sguardo, ma cercai in tutti i modi di non darlo a vedere. Quel ragazzo riusciva a mettermi in soggezione troppo facilmente.

Con lo stupore generale, cominciò a sorridere. La sua bocca carnosa diede vita ad un sorriso sincero, leggero, uno di quei sorrisi che sono piccoli ma che trasmettono ugualmente le emozioni. Sentii il peso che mi si era venuto a formare sul cuore farsi sempre più leggero, fino a scomparire. Avevo temuto di averlo fatto arrabbiare o di averlo offeso. Invece sembrava esattamente il contrario.

-Non preoccuparti, Scott. Non capita tutti i giorni di trovarsi una ragazza addosso senza aver fatto niente perché accadesse.- continuò a sorridere di sbieco e quel sorriso mi confuse a tal punto da non farmi capire che nella sua frase c'era una vera e propria provocazione.

Deglutii e borbottai qualcosa in risposta. Sentivo il risolino di Catherine alle mie spalle e quasi mi sembrava di vedere la signora Kirk con la bocca spalancata dalla sorpresa.

Sostenni lo sguardo di Kyle a lungo e lui fece lo stesso. Qualcosa mi diceva che era nata una tacita battaglia tra di noi. Ed ero decisa a vincere.

-Sei una pessima ballerina.- disse serio. Mi guardò le scarpe con un sorriso sarcastico. Indossavo degli stivali neri e bassi che non erano assolutamente adatti a ballare. E, al dire il vero, non ero mai stata capace di coordinare i movimenti.

-Però sei un'ottima cantante.- tornò a guardarmi negli occhi, perdendo il suo sorriso.

-Ti ringrazio.- risposi titubante. Avevo paura che avesse un commento acido anche per me. Magari aveva intenzione di dirmi che le mie corde vocali non erano adatte al canto oppure qualche altra osservazione tagliente.

Ma non aggiunse nulla. Quelle parole aleggiarono nell'aria e arrivarono alle mie orecchie come una melodia pura, incontaminata da insulti e commenti acidi.

Non riuscii a trattenere un sorriso imbarazzato e distolsi lo sguardo in direzione delle mie scarpe. Questa volta aveva vinto lui la battaglia, ammisi a me stessa.

Come se niente fosse successo, si allontanò da me e uscì dalla piccola cucina. Rilasciai il fiato che avevo trattenuto inconsapevolmente.

Guardai di sfuggita il mio orologio:-Si è fatto terribilmente tardi. Credo sia ora di tornare a casa. Non voglio far preoccupare la mamma e il papà.-

Catherine smise di ridacchiare, ma un sorriso divertito le increspava le labbra sottili. La signora Kirk aveva richiuso la bocca e il suo volto era segnato dalla sorpresa. Arrossii vedendo quelle reazioni e cercai di ricompormi meglio che potei.

La mia migliore amica mi accompagnò alla porta d'ingresso. Indossai il cappotto pesante e lo legai stretto in vita con la cintura apposita. Lasciai i miei capelli liberi di ricadermi lungo la schiena. Il freddo pungente mi fece ritornare di colpo alla realtà e mi ripresi completamente da quello stato di stordimento.

-Buonanotte, May. Grazie per essere venuta e averci rallegrato la serata. Io e la mamma ne avevamo realmente bisogno. E grazie per aver accettato l'invito per Natale. Se devo dirtela tutta, credevo che avresti rifiutato. Ma tu mi sorprendi sempre.-

Mi abbracciò forte e sorrisi felice:-E' stato un piacere per me. Credimi, Catherine. E poi era ora che passassi un Natale con la tua famiglia, non credi? Ormai ci conosciamo da una vita.-

-Diciamo che mi ci è voluto del tempo per trovare il coraggio a farti conoscere la mia pazza famiglia.- si sciolse dall'abbraccio e mi scompigliò i capelli. Lo aveva sempre fatto, soprattutto quando si sentiva particolarmente felice.

-Buonanotte, Catherine.- la salutai con un cenno della mano e feci qualche passo, prima di sentire la porta chiudersi.

Il freddo pungente riusciva a penetrare nonostante gli strati spessi di lana e rabbrividii. Raggiunsi in fretta la mia macchina e chiusi lo sportello per non far fuoriuscire il calore dell'abitacolo. Misi in moto e, mentre mi allontanavo e imboccavo la strada che mi avrebbe riportato a casa, non mi trattenni dal cantare.

Avena è una pianta della famiglia delle Poacee. Nel linguaggio dei fiori indica la musica.

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