-Oh, cara!- le mie zie urlarono in coro e mi vennero incontro. Le abbracciai una per una ed entrai con loro in casa. Nonostante le temperature fossero aumentate, la brezza fresca era sempre presente, soprattutto di sera. Sentivo le zie borbottare e confabulare dietro di me, ma finsi di non accorgermene.
Andai a sedermi sul divano giallo limone e sospirai. Mi sentivo stanca ed energica allo stesso tempo. Sentivo il sangue pulsare nelle vene e il cervello in quel momento di nuovo attivo. Rivissi velocemente i momenti di poco prima e sorrisi incantata.
-Chi era quel bel giovanotto?- zia Beth si avvicinò a me e mi prese una mano tra le sue nodose. Mi sorrise, mostrandomi la sua dentiera perfetta lucida. Era a dir poco adorabile.
-Il fratello di Catherine.- risposi ridacchiando. Le altre due mie zie erano accorse nel frattempo. Zia Carolie teneva in braccio Mr Dodie che mi guardava con i suoi occhietti acquosi e vitrei. Zia Abbie stava frugando nelle tasche della sua vestaglia in cerca di qualcosa che sembrava non riuscire a trovare.
-Non sapevamo che la tua amica avesse un fratello!- zia Beth mi urlò nell'orecchio. Feci una smorfia, ma cercai di non darlo troppo a vedere: le mie zie erano fermamente convinte che tutti non avessero l'udito proprio come loro, e quindi pensavano che, urlando nell'orecchio del proprio interlocutore, la questione si sarebbe risolta. Erano anni che ceravo di non urtare la loro sensibilità fingendo che fosse così. In fondo, erano le mie care zie e non volevo che si dispiacessero per un mio commento poco piacevole sulle loro strane convinzioni.
-Nemmeno io, in realtà. Vi assicuro che è stata una sorpresa.- zia Carolie si mise gli occhiali con la mano libera e li assicurò alla vestaglia con un laccetto marrone. Tutte e tre soffrivano di miopia fin dalla giovinezza e il problema si era sempre più ingigantito con il passare degli anni. Mr Dodie continuò ad osservarmi imperterrito tra le braccia di zia C, come se anche lui stesse ascoltando il discorso. Quel particolare mi inquietava parecchio.
-Ti ha già chiesto di sposarlo?- indagò zia Beth con sguardo guardingo. Aveva sempre avuto un carattere schietto e diretto e mi piaceva molto questa cosa di lei. La faceva sembrare molto più giovane della sua età.
-Chi si sposa?!- zia Abbie proruppe in un urlo eccitato e tirò fuori dalle tasche della vestaglia una quantità abnorme di caramelle al limone che caddero rovinosamente sul pavimento e sul divano. Alzò le braccia al cielo e, nonostante le difficoltà motorie dovute all'età, mi sembrò che fosse diventata una maratoneta. Si affrettò a prendere un taccuino risalente al secolo precedente e impugnò una delle tante penne che mia zia Carolie collezionava da anni. Cominciò ad annotare qualche cosa e poi mi guardò interessata. Si sistemò gli occhiali enormi sul naso sottile.
-Io comincerei a discutere dei confetti.- iniziò a dire zia Abbie-Qualche giorno fa ho letto che la maggior parte delle persone giudica i matrimoni in base al cibo. Ovviamente la parte più importante di un pranzo nuziale sono i dolci. Perciò, io partirei assolutamente dai confetti. Penso che un ripieno di limone sia quello ideale!- appuntò il tutto sul taccuino con aria soddisfatta.
Rimasi qualche secondo a bocca aperta, poi mi riscossi:-Non ci sarà nessun matrimonio, care zie. Non mi chiederà mai di sposarlo. E poi ci sarebbero molti altri passi da fare in una coppia prima del matrimonio. Io lo conosco a malapena!-
Zia Carolie accarezzò la testa rasposa di Mr Dodie, mentre il suddetto animale mangiava il laccetto che le teneva fermi gli occhiali. Forse mia madre non aveva tutti i torti ad odiare quell'animale.
-Questo significa che la proposta dei confetti al limone è stata rifiutata?- zia Abbie mi guardò con il suo sguardo più tenero.
-Non preoccuparti. Sappi che appena mi sposerò mi occuperò sicuramente di far produrre confetti al limone per tutti gli invitati, così che penseranno che il mio è stato un matrimonio meraviglioso.-
Zia A si alzò soddisfatta dal suo posto e andò a riporre il taccuino nel luogo dove l'aveva preso poco prima.
Sentivo lo sguardo di zia Beth su di me. Cercai di non rendere troppo evidenti i miei sentimenti per Kyle, anche se ero a conoscenza che non potevo passarla liscia con una come lei.
-Mi fai ricordare dei miei spasimanti.- disse zia C con aria sognante, continuando ad accarezzare Mr Dodie-Ricordo ancora il venditore di pesche del mercato. Era così bello, con quei due occhi azzurri e i capelli rossi. Mi offrì anche una pesca.- sospirò perdendosi nel ricordo-Sembra che sia successo solo ieri.-
-Peccato che sono passati cinquant'anni da quel giorno e probabilmente quel venditore non aveva intenzioni serie. Insomma, aveva la barba!- sbottò zia Beth-E poi aveva già regalato un cesto di pesche a me, quindi se c'era qualcuno a cui era interessato quella ero io.- concluse con aria soddisfatta.
-In verità,-cominciò zia Abbie-a me regalava un cesto di pesche ogni volta che passavo al mercato. Quindi ero io quella che amava con tutto il suo cuore e forse voleva soltanto ingraziarsi me facendo regali a voi. Ha senso, dopotutto.-
Ed iniziarono a discutere animatamente su chi delle tre fosse stata il grande amore di un uomo dai capelli rossi che forse era morto da mezzo secolo.
Diedi la buonanotte a zia Carolie e zia Abbie e sistemai Mr Dodie nel suo lettino personale. Uscii dalla stanza ed entrai in cucina. Zia Beth era seduta alla tavola e stava sorseggiando un the al limone. Il limone andava di moda nella casa delle abc.
Le sorrisi e mi sedetti al tavolo con lei. Aveva i capelli grigi sciolti sulle spalle, cosa che succedeva solo quando andava a letto poiché di solito li teneva legati. La vestaglia le arrivava fin sotto i piedi e sembrava uno scricciolo rispetto a quel capo di vestiario così enorme.
Lei mi guardò e divenne seria:-Come si chiama?- chiese semplicemente.
-Kyle. Si chiama Kyle.- arrossii leggermente mentre dicevo il suo nome.
Lei non proferì parola per qualche minuto. Continuò a sorseggiare il suo the in tutta calma.
Quasi saltai sulla sedia quando sentii nuovamente la sua voce:-Spero che ti dia tutto ciò che meriti.- e, detto questo, si alzò e andò a letto.
L'indomani mi preparai con la maggior cura possibile. Indossai i miei soliti abiti per andare al lavoro e indossai le scarpe ballerine, ma mi portai dietro un borsone in cui c'era un ricambio composto da indumenti sportivi e scarpe da ginnastica. Almeno avrei dato seriamente l'impressione di star facendo jogging. Uscii di casa con un sorriso sulle labbra e mi recai a lavoro per affrontare l'ennesima giornata lavorativa. Ero agitata ed ero deconcentrata. Non sapevo cosa gli avrei detto o cosa avrei fatto e la cosa era inconcepibile per una maniaca del controllo come me.
Fu solo quando uscii che mi sentii meglio. Afferrai il borsone che avevo lasciato accanto alla scrivania tutta la giornata ed andai nel bagno dell'ufficio per cambiarmi. Indossai una tuta verde e misi le scarpe da ginnastica, riponendo i vestiti da lavoro e le ballerine nel borsone. Uscii dalla struttura e mi avvicinai alla mia macchina. La aprii e lasciai il tutto all'interno. La chiusi e infilai le chiavi nella tasca. Mi guardai nello specchietto laterale e, dopo esser stata sicura di non aver avuto niente tra i denti, cominciai a correre per davvero per la strada che avevo percorso solo il giorno prima. Stavo andando da Kyle.
Acacia, genere di piante della famiglia delle Mimosaceae (comprende le mimose). Nle linguaggio dei fiori indica l'amore segreto.
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Flowers
General FictionKyle Kirk è sempre stato un bambino problematico. Orfano di padre, con una sorella minore e una madre troppo giovane, decide di prendersi lui tutte le responsabilità che non dovrebbero spettare a un bambino di soli tredici anni. La sua prima adolesc...