Chapter Five;

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«E poi, le ho detto che, quel Jongcoso, non è un tipo raccomandabile. Ho solo espresso la verità così com'è! - spiegava tutto d'un fiato, Jae Ho, seduto al tavolo con i suoi quattro (disinteressati) amici. - Ovviamente lei ha cominciato ad urlarmi contro ed io mi sono arrabbiato...» in tutto questo, indirizzava il suo sguardo verso il tavolo di Oh Ji An, Park Jay Min e la diretta interessata, Park Eun Chan.

«Hyung, non credi di averla un po' sconcertata?» domandava, invece, Yi Jeong, cercando di assumere un tono di voce dolce come lo zucchero filato.

«Sconcertata?! - gli fece eco il biondino - Ma scherzi? Io lo faccio per il suo bene!» non c'era verso di parlargli, voleva solo sentire di avere ragione.

E, a qualche metro di distanza, la povera Eun Chan si sentiva terribilmente osservata dall'occhio di falco di Aquila boy.

«Perché continuano a fissare il nostro tavolo? Sono inquietanti, eccheccavolo!» sbottava Jay, in una crisi isterica. «Se non la smettono vado lì e gli tiro qualcosa in testa».

«Ma così inizieresti una battaglia di cibo», rispose molto ingenuamente, Ji An, continuando a guardare il suo vassoio con aria felice.
Sul volto di Jay Min si stampò in non meno di 0,0002 secondi, un sorriso sadico, quanto inquietante.

«No. - cercò di riprenderla Eun Chan - Ji An, la smetti di darle idee?!», la povera ragazza non aveva fatto, a parer suo, nulla di male... era Jay quella che doveva sempre combinare casini, trascinando con sé - o dando direttamente la colpa - alle due povere malcapitate...

«Solo una foglia di lattuga!», piagnucolò Jay, giungendo le mani e supplicando Eun Chan con il broncio più tenero del suo repertorio. «Yi Jeong comicerà ad urlare, sarà esilarante!»

«Solo una.» sibilò piano la mora; così, Jay prese con il cucchiaio un po' di riso dal suo vassoio e lo avvolse nella foglia di lattuga, rubata clandestinamente a Ji An.

«Lo colpirò proprio in testa», sghignazzava come una iena sulla sedia, mentre Eun Chan sbuffava con un aria affranta.
A volte non c'era proprio verso di riuscire a smuovere un'idea in piena fase di elaborazione, dalla testa di Park Jay Min. «Aish... ho sbagliato», imprecò poi, bisbigliando, dopo aver lanciato.

Infatti, Kyung Il si voltò verso il loro tavolo con una faccia assassina ed esterefatta allo stesso tempo, che fece rizzare i capelli perfino ad Eun Chan.
«Jay, dovevi stare più attenta!» La riprese, tirandole una sberla sulla spalla.

«Gli sta bene», mugugnò Ji An, giocherellando distrattamente con alcuni chicchi di riso.
Entrambe le ragazze presero a fissarla, scandalizzate.

Il fatto era che, Ji An, era solita ad essere sempre felice e positiva, e sentirla programmare vendetta era qualcosa che succedeva di rado.

D'altro canto, Eun Chan non poté fare a meno di notare come lo sguardo di Jae Ho si fosse tramutato da "inquietante", a "maliziosamente inquietante".

Cosa aveva da guardare?, si domandò, per l'ennesima volta.

Ma nessuna delle tre ebbe tempo di pensare ad altro, che la loro attenzione si concentrò su una polpetta volante, dall'aria poco invitante. Si drizzò in aria: fu come se il tempo si fosse fermato, ma poi - quando la polpetta si preparava all'atterraggio, - Jay si scansò e, questa, andò a colpire proprio...

«Eun Chan, stai bene?!» Ji An strillò, mentre Kyung Il si dilettava in una danza improvvisa, chiaro segno che era stato lui a rispondere all'attacco.

La polpetta prese a scivolare lungo tutta la guancia della ragazza, sporcandole di conseguenza il viso.

Jay strinse i pugni, ed Eun Chan riuscì a cogliere un velo di sfida, posarsi nei suoi occhi. «VUOI LA GUERRA, FRATELLO?!» prese ad urlare, mettendosi in piedi.

Opera || Kim JaehoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora