«Allora, è tutto pronto?!», sbottava il professor Seo Joon, con quella sua solita ansia e puntigliosità che non lo smentiva mai.
Ebbene sì, perché fra meno di venti minuti, sarebbe iniziata la recita.
Sognavo di dire queste parole da mesi. Eppure, nonostante tutti ci fossimo preparati alla perfezione, dando il meglio di noi, io, Park Eun Chan, diciotto anni, studentessa del terzo anno, non ero ancora mentalmente pronta.
Mi serviva più tempo; più tempo per metabolizzare.
«Eun Chan, Eun Chan! Cercavo proprio te!», Seo Joon mi si avvicinò con fare furtivo, mi prese per un braccio come se fossimo ormai grandi amici d'infanzia e si avvicinò al mio orecchio, con l'evidente intenzione di sussurrare qualcosa; qualcosa che però a me non arrivò come un sussurro, bensì come un grido così acuto da fare invidia alla più potente delle Valchirie: «MI SPIEGHI PERCHÉ NON SEI ANCORA VESTITA?!»
Sobbalzai. «I-Io sto aspettando Hyuna. Si è offerta di portarmelo, a che andava a prendere il suo», risposi, tappandomi il punto dolorante con una mano. Guarda tu se devo diventare sorda per colpa di questo vecchio bacucco!
Lui prese a passarsi insistentemente una mano sulla fronte sudata. «E adesso dov'è?»
Aggrottai un sopracciglio. E io come faccio a saperlo? Avrei tanto voluto rispondere, peccato che la mia indole da brava ragazza non avrebbe mai permesso di rovinarmi la reputazione proprio il giorno della recita. Difatti, dalle mie labbra uscì solo un: «Non lo so, professore», il che si rivelò scavarmi la fossa con le proprie mani.
Infatti Seo Joon spalancò gli occhi (forse per rabbia, o forse perché in quel momento avrebbe tanto voluto trovarsi alle Hawaii, anziché alla prima di una recita che faceva tanto da bambini di sei anni). «E cosa stai aspettando?! Vai a cercala! Aish, mi verranno i capelli bianchi per colpa vostra!»
«Ne!», saltai sull'attenti e cominicai a correre fuori dalla sala teatro, sotto gli sguardi attoniti di quelle poche famiglie, sedute in prima fila. Della mia, invece, alcuna traccia. Che strano, eppure mia madre non stava più nella pelle di filmare ogni minima scena da quando le ho detto che avrei interpretato il ruolo di Wendy.
Ma non era questo il momento di farsi trasportare via da altri pensieri; la mia mente adesso doveva concentrarsi nel trovare quella testa di gallina di Kim Hyudecidodisparireproprioilgiornodellarecitaperchéricevereattenzioni24oresu24nonmibastaNa.
Arrivata fuori la porta, pensai. Dovevo ragionare: dove si poteva trovare una persona come Kim Hyu Na agli sgoccioli della recita?
Cercai nelle classi del nostro piano, nei bagni, domandai di lei a quei quattro alunni che giravano per i corridoi, ma nessuno sembrava averla vista.
Volatilizzata nel nulla.
Era veramente la prima volta che mi preoccupavo per lei; insomma, a conti fatti, doveva interpretare Giglio Tigrato e, se non l'avessi trovata, non solo Seo Joon mi avrebbe mangiata per cena, ma nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto!
Non so, magari era così arrabbiata per il fatto di non aver ricevuto il ruolo di Wendy che si era rifiutata di partecipare, ma -se così fosse stato- non poteva dirlo un po' prima?!
Mi fermai davanti una porta, in preda al fiatone. «Hyu Na, questo è l'ultimo posto dove posso cercarti. Se non sei neanche qui, allora sappi che sei veramente un essere orribile per aver cercato di sabotare questa recita!»
E, ignorando con molta delicatezza la scritta posta in alto "Gucci&Cucito", afferrai la maniglia con quanta più forza avevo in corpo, la tirai giù e spinsi la porta in avanti per aprirla.
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Opera || Kim Jaeho
Fanfiction[...] Kim Jae Ho era una di quelle persone che ti faceva innamorare perdutamente di lui, anche solo respirando. Spezzandoti il cuore, non appena dichiaravi il tuo amore. Sinceramente non so come io, Park Eun Chan, riuscii a cadere ai suoi piedi così...