Chapter Ten;

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«TESORINI MIEI!», furono le urla di Lee Sung Yeol, mentre correva a braccia aperte verso i due gemelli Song.

Con una presa strozzava Jay Min e con l'altra cercava di abbracciare un Kyung Il di gran lunga più grosso di lui.

«È bello rivederti, amico», esclamò ridacchiano, il più grande.
«Sì, Sungyeol, ci sei mancato anche tu», soffocava invece, tra un respiro e l'altro, Jay.

«Volete un tavolo? Forza, seguitemi!» Nel mentre li stritolava, fece un segno di benvenuto con il capo a me e agli altri. Woah, non avevo mai visto Sungyeol così felice di ricevere dei clienti.

Perché, sì, diciamolo: il negozietto di Sungyeol-sunbae non era poì così popolato. Solo con noi, contavano dieci persone, lì dentro.

Il "locale" - se così si può definire - era abbastanza grande, coperto da una sorta di tendone color arancio; al centro stava la "cucina", dove Woohyun (il big bro di Sungyeol) riceveva i clienti per il conto.
Tutto intorno, stavano i tavolini. Ovviamente ne avremmo preso uno abbastanza grande, insomma, Kyung Il prendeva due posti solo in piedi.

Mr Soju ci scortò con altrettanto entusiasmo in un'area non troppo lontana da lì, estraendo dal taschino un piccolo tacquino tutto rovinato, e una penna. Dubito che Sungyeol sappia scrivere, ma forse è meglio sorvolare...

«Allora? Cosa volete ordinare?», domandò subito dopo, neanche dandoci il tempo di prendere posto, molleggiando su un fianco.

Ma, d'altronde, ognuno di noi sapeva già cosa prendere, ancor prima di arrivare. Siamo stati qui molte volte; diciamo che ormai alcuni di noi sono come clienti abituali.

Vedendo la nostra risposta tardare ad arrivare, ecco il tacquino tornare al proprio posto e un Sungyeol esasperato esclamare: «Va bene, ho capito: il solito», e corse da Woohyun, più veloce della luce.

Per un attimo dimenticai di essere in compagnia di quella strega di Jae Ho, ma non mancò occasione per ricordarmelo, non appena il mio sguardo incontrò proprio il suo, davanti a me, che per qualche strana ragione mi stava fissando.

Sì, be', era inquietante, ma non potei fare a meno di incantarmi per qualche secondo.

Aish, ma perché cedo così facilmente?!

Non ci volle molto neanche a riportarmi alla realtà, ricevendo una bella (si fa per dire) gomitata sullo stomaco da parte di qualche gigante.

E, chi poteva essere, se non lui. «Oh, scusa, cara», Kyung Il non perse occasiome per posarmi una mano sulla testa con fare paterno e tornare a ciò che stava facendo pochi scondi prima.

Vidi Jae Ho scattare in piedi per un attimo, per poi fermarsi a metà strada e tornare seduto proprio davanti a me. Tutto questo sotto il mio sguardo, che - in quel momento - sembrava essere come sotto il potere di un incantesimo magnetico.

Di tutta risposta, lui scostò la testa di lato, cercando in tutti i modi di "ignorarmi".

Aish, che gli prende, adesso?

Pochi minuti dopo, ecco Sungyeol arrivare con i nostri piatti. Prese a correre verso di noi con le braccia e le mani interamente ricoperti di cibi e pietanze - non sono sicura di averne notato uno anche sopra la testa. Fatto stava, che - una volta che il mio piatto  mi fu servito proprio davanti agli occhi - non potei fare a meno che sclerare mentalmente.

Sì, ero - e son tutt'ora - quel tipo di persona capace di sclerare sul cibo; o meglio, mi correggo, anche sul cibo.

Di fianco a me, il bestione applaudiva; Ji An - dall'altro lato - sorrideva come una bambina scema, Jay si era già ingozzata. Yi Jeong era già pronto a tuffarsi. Si Hyoung faceva delle foto al cibo, Do Kyun (come me) si guardava intorno abbastanza schifato, e poi c'era lui: che, come ogni volta, si stava lamentando di qualcosa ancora a noi sconosciuto.

Opera || Kim JaehoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora