Chapter Thirteen;

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E, cosa potevo fare io? Spiazzata da una simile bellezza, se non di rimanere incantata a guardarlo, come solo la me stupida avrebbe potuto fare?

No: dovevo tornare lucida, ma come potevo? Jae Ho sapeva conquistarti anche con uno sbuffo e, a me, che ero già completamente cotta di lui, cosa poteva provocarmi? Be', questo è semplice: battiti cardiaci accelerati, sbalzi di umore, attacchi di collera improvvisi e altri effetti indesiderati e anche gravi.

Mentre ero intenta ad osservarlo in tutta la sua bellezza, guardarlo tirare una manata sul braccio a mr Song e ridere come solo una ragazzina delle medie saprebbe fare, non mi accorsi che - per un momento - il suo sguardo si posò proprio su di me, facendomi sobbalzare.

Aish. Cercai di riprendermi il prima possibile; cavolo, non dovevo apparire in quello stato davanti a lui, o sarebbe stato ancora più facile avere un motivo per prendermi in giro.

Poi, scoppiò nuovamente in una risata da checca isterica.

Eravamo tutti pronti per incamminarci verso la "sala prove"; stavamo percorrendo amabilmente il corridoio del primo piano - chi più e chi meno -. La situazione era quella di sempre: Song si vantava della sua bellezza inaudita, Jay lo derideva (mentre si lamentava, al suo solito), Ji An sorrideva, non capendo un ciufolo della situazione, e Jae Ho... be'... lui si comportava indubbiamente come una fatina rosa, ecco.

Gli altri dovevano essere già da Seo Joon, e, mentre la strada andava via via accorciandosi, proprio davanti a noi, una figura del tutto indesiderata ci si parò davanti, alzando le braccia al cielo e strillando: «Oppa!»

Kim Hyu Na.

Aish, che brava ragazza lei, eh?

Con le sue treccine nere e l'abito da Giglio Tigrato (figlia di Si Hyoung, il Capo indiano), si muoveva come una donnola fuori dall'acqua, ancheggiando a destra e a sinistra, avvicinandosi al diretto interessato.
«Oh, Hyu Na», le rispose con lo stesso tono Jae Ho, sorridendole.

«Oppa~ ti piace il mio vestito? Come mi sta?», domandò la ragazza, afferrando con fare... carino... le trecce che le ricadevano lungo entrambi i lati della zucca vuot- ... no, cioè, della testa.

Alzai gli occhi al cielo, davvero sbalordita dal comportamento di quella ragazza. Ma, dico, fa sul serio? Oh, andiamo! Io non mi sognerei nemmeno di andare da un ragazzo (nel cado di Jae Ho, ragazza) e chiedergli come mi sta un vestito; se vedo che mi sta bene, lo vedo e basta, santo cielo.

Ma io non ero Kim Hyu Na, e non potevo certo intervenite - non essendo stata chiamata in causa. Cosí mi limitai a sbuffare.

Jae Ho rimase in silenzio per qualche secondo, poi mi rivolse un sorrisetto talmente odioso, che gli avrei stampato in faccia una bella padellata. Poi si schiarì la voce e disse: «Hyu Na, potrebbe mai starti male qualcosa?», parlò con lei come se si stesse riferendo a una bambina di sei anni. E potrei anche aggiungere che quella è proprio la sua età mentale.

Sbottai. No, davvero? Che comportanenti indegni, da parte di entrambi.

Non sapevo il perché di quella strana occhiata - e, parlando sinceramente, non volevo neanche saperlo -, ma potevo essere certa del fatto che lo stava facendo di proposito.

Insomma, Jae Ho odiava Kim Hyu Na: per quale assurdo motivo avrebbe dovuto complimentarla?

«Oh, da-davvero? Grazie mille, oppa!», per poco non gli saltava al collo, tanto era felice.

E dico "per poco", per il semplice fatto che... non ci riuscì - e per fortuna, altrimenti non so se sarei riuscita a trattenermi. Anzi, no, forse l'averei presa direttamente per i capelli - sia lei che lui -, ma mi dovetti trattenere, alla vista di troppi testimoni oculari. «Bene, bene!», esclamai di fretta e furia. «Seo Joon ci sta aspettando nella sala, giusto? Non dovremmo farlo aspettare... che ne dite, andiamo?»

Opera || Kim JaehoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora