Chapter Twenty - Part III

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Opera - Chapter Twenty - FINAL - Part III

Capitan Uncino ci aveva appena catturati.

Quando il sipario si riaprì, il primo pensiero che balenò nella mia mente fu quello di richiudere tutto e tornarcene a casa, ognuno per i fatti propri. La scena che apparì difronte ai volti incuriositi dei genitori fu esattamente questa: Jae Ho. Intento a parlare da solo e lanciare qualche pietra qua e là. Più che Peter Pan sembrava un pazzo, sadico, appena fuggito da un manicomio. «Stupida», borbottava. «Wendy, sei una stupida! -lanciò un'altra pietra, più per "nervosismo" che per altro.- Ma se è questo quello che vuoi, io non posso fare nulla. Vai, tornatene a casa! Lasciami anche tu... solo», il suo tono estremamente teatrale era talmente malinconico, che riuscì in qualche modo a farmi sentire in colpa per quello che Wendy aveva fatto. Si alzò di scatto e si voltò verso il pubblico. «Dove sei adesso? Non mi è rimasto nessuno, nessuno!», abbassò lo sguardo, con un sospiro.

In quel momento, l'unica cosa che mi venne in mente di pensare era... «Wow», le parole mi scivolarono dalle labbra, come se il mio cervello non avesse le capacità per ordinare loro di rimanere solo e soltanto all'interno della mia zucca. Fu liberatorio.

«È bravo, vero?»

«Cos-?» Saltai in aria, confusa.

Dietro di me, infatti, stava infatti Park Seo Joon. «Professore, lei non dovrebbe essere-?»

Non mi fece finire di parlare. «Shh! Sono qui solo per ricordarvi che la prossima è la scena più importante. Se tu e quello scavezzacollo di Jaemin provate a sabotare anche quella, giuro che vi faccio bocciare!»

«Seonsaeng-min! Intendeva Jae Ho?»

«È la stessa cosa!»

Trasalii.

Ma perché aveva sempre le crisi?

Scossi la testa e tornai a prestare attenzione al biondino al centro del palco. Jae Ho si esibì in un urletto da donna isterica, essendo appena stato colpito dal pacchetto regalo tiratogli da Song Kyung Il in persona, il quale adesso stava sghignazzando come un matto, avendo preso la sua testa perfettamente in pieno.

«Ahi!» si portò una mano sul punto dolorante, lanciando uno sguardo micidiale dietro le quinte, nella mia direzione. Cosa c'entro io?!
Si schiarì subito la voce e volse la sua attenzione al pacchetto abbandonato per terra, non molto lontano da lui. «Eh? E questo cos'è?» assunse una posizione stile mantide, inclinando la testa di lato. Non osava toccarlo. «Vediamo un po' chi ti manda», rettifico: adesso lo aveva preso in mano e se lo stava girando e rigirando fra le mani, alla ricerca di un mittente.

Ma l'unico biglietto che c'era recitava esattamente questa frase, che Do Kyun pronunciò qualche secondo dopo.

«Con amore, Wendy.
Ps: non aprire prima delle sei.»

«Prima delle sei? Ma dai, manca poco... quasi quasi lo apro...» Jae Ho faceva tutto il misterioso.

In realtà, se quel biglietto l'avessi scritto veramente io, probabilmente Do Kyun avrebbe detto: «Te lo mando dal più profondo del mio cuore. Perché possa esplodere di felicità e amore, dimostrandoti tutto quello che provo per te.
Ps: aprilo subito.»

Opera || Kim JaehoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora