25 Maggio 2016
Mancavano pochi minuti per la fine delle lezioni.
Morgana giocherellava nervosa con la copertina blu del suo quaderno di matematica.
Si guardava intorno ansiosa, come in cerca di qualcosa.
O di qualcuno.
La sensazione di essere osservata ormai la seguiva ovunque.
Aveva fretta di uscire da quella classe. Alexia le aveva detto che non sarebbe venuta a pranzare con lei come facevano spesso.
Sarebbe dovuta tornare a casa, a pranzare insieme alla sua famiglia.
Ma Morgana non voleva tornarci, a casa.
Le lezioni finirono e si avviò insieme alla massa di studenti fuori dalla scuola.
Salutò distrattamente alcuni suoi compagni e si avvio spedita verso la sua villa.
Controlló il suo cellulare, controlló se avesse accumulato qualche mi piace alle sue nuove foto.
Non si era allontanata molto dalla scuola quando si scontró contro una figura esile, rischiando di mandare in frantumi il suo telefono.
-Kira?-
-Ciao.-
Nessuna delle due ragazze aprí bocca.
Si studiarono per pochi secondi.
Morgana guardò il modo in cui era vestita storcendo la testa. Si vergognava di lei, non era sicura che fosse molto sveglia. Non doveva esserlo per niente, per vestirsi in quel modo. Spesso le ricordava che non era una bambola vintage e che aveva sedici anni, Ma Kira non l'ascoltava.
Kira non ascoltava nessuno. Viveva nel suo mondo tra le nuvole e non rivolgeva la parola a nessuno.
-Che ci fai qui?-
Morgana si mosse agitata sul posto. Non le piaceva quella situazione. Per quale motivo si trovava lí?
Con Kira nei paraggi si sentiva sempre irrequieta.
Da quando l'aveva beccata a spiarla da dietro la porta della sua stanza e in altre camere della casa, preferiva starle più lontano del solito.
Kira l'osservava con la solita espressione neutrale reggendo il manubrio della sua vecchia bici.Il vestito bianco a fiorellini le cadeva largo sul corpo minuto. I raggi solari venivano coperti in parte dell'enorme fiocco rosa pallido sui capelli raccolti in due codine morbidi.
A Morgana faceva ridere. Lei, i suoi capelli di due colori diversi e i suoi ridicoli abiti.
-Le lezioni sono finite presto e per accorciare sono passata di qua. Pensavo volessi un passaggio. -
-Mi piace camminare. -
Per un po' nessuna delle due sorelle disse altro. Si guardarono con occhio critico chiedendosi che diavolo stessero facendo.
-Jazmin vuole andare a mangiare fuori. In realtà mi ha detto lei di passarti a prendere. E non vorrei di certo contraddirla. -
Sospiró. Morgana sapeva che la sorella aveva ragione. Nessuno voleva far arrabbiare Jazmin, anche se si chiedeva perché non glielo avesse detto subito.
-Va bene allora. -
Montó sul portapacchi quasi distrutto della bici di Kira.
Pedalava veloce evitando le strade rovinate. Non riusciva a capire perché non si muovesse a fare la patente. Se avesse avuto sedici anni non avrebbe aspettato un giorno di più.
Non era mai salita su quella bici. Da piccola, forse.
Si, doveva aver avuto quattro anni.
Kira era poco più alta di lei e non dimostrava i suoi sette anni.
Con la sua bicicletta scorrazzavano nel vialetto di Casa cadendo ogni minuto, evitando per un pelo le poche auto che percorrevano quella strada.
Erano passati molti anni, Ma non avrebbe mai dimenticato quegli attimi.
Si era persa nei suoi pensieri e si accorse solo in quel momento che la strada che la sorella aveva preso non era quella per tornare a casa.
Frenó lentamente davanti ad un supermercato.
Corrugó la fronte e la guardó confusa.
-Jaz mi ha detto di comprare le uova e il latte.-
-Oh,ok .-
Scese dal portapacchi per seguire la sorella, ma quest'ultima la bloccó.
-Puoi rimanere qui fuori? Ho dimenticato il lucchetto e non é una bella zona.-
Annuì solamente e Kira entrò all'interno del negozio.
Effettivamente la zona in cui si trovavano non era molto sicura. Non era mai stata da quelle parti,ma sapeva che era meglio starci lontano.
Aspettó impaziente la sorella. Avrebbe preferito digiunare piuttosto che andare a pranzo con la famiglia. Erano anni che non ne facevano.
Sospiró e in quel momento uscí Kira con lo zaino in una mano.
-Bene, possiamo Andare.-
Kira mise il suo zaino colorato sul manubrio anziché sulle spalle, ed insieme si rimisero in strada.
Pedalava lenta sotto il sole cocente di fine maggio. Sembrava faticare molto, nonostante Morgana fosse più minuta della sorella.
Arrivarono al bivio del bosco. A destra si proseguiva per Westerfield e a sinistra si entrava direttamente nel bosco.
Contrariamente a ciò che pensava Morgana, Kira prese la sinistra.
Le ruote della bicicletta saltavano ad ogni sassolino o radice d'albero facendole sbandare.
Kira aveva ripreso velocità.
-Che stai facendo? -
La sorella non rispose e Morgana inizió a preoccuparsi.
-Perché sei venuta da questa parte?-
-Andiamo direttamente al ristorante. Jazmin é già la. É una scorciatoia.-
Morgana si guardò attorno spaesata. Il paesaggio intorno a loro era tutto uguale, e temeva di non ricordare più la strada.
-Forse é meglio passare per la città. -
-É troppo lunga, ed io sono troppo stanca. Arriveremo prima.-
Un ramo per poco le colpí la fronte impregnata di sudore per la paura.
-Io...Io preferisco andare a piedi.-
-Cosa? Non dire scemenze, é troppo distante. Jaz non ne sarebbe felice.-
-A Jaz ci penso io. Fammi scendere. -
-Non essere sciocca.-
-Ho detto fammi scendere!-
Kira frenó di colpo facendo cadere dal portapacchi Morgana, che si rialzó immediatamente.
-Va bene, se é quello che vuoi Va da sola.-
Morgana si voltò senza salutarla, camminando più velocemente del solito e sperando di trovare la strada di casa.
Perscorse pochi passi prima di trovarsi a terra.
Kira l'aveva seguita.
L'aveva colpita forte con un martello sulla nuca.
La sorella era caduta a terra come un sacco di patate.
Reggeva il martello sporco di sangue sulla mano destra, facendolo girare su se stesso.
Morgana si portò una mano alla testa, e guardò con orrore il sangue sulla sua mano.
Non riusciva ad alzarsi, le doleva terribilmente la nuca, così provó a strisciare su quel manto di rami e foglie secche.
Kira la seguiva piano, ridendo per l'espressione di timore della sorella.
Il martello le pesava, ma si divertiva a portarlo in alto e poi in basso.
-Kira, che vuoi fare...Ti prego, non farmi del male.-
Le veniva da ridere. Ora era lei,che rideva. Si sentiva soddisfatta. Non l'avrebbe più presa in giro. Pian piano, nessun componente della sua famiglia lo avrebbe fatto.
-Kira per favore...-
Morgana piangeva. Ma non le faceva pena. Nessuna ha mai avuto pena di lei quando piangeva.
Bizzarro, era stata proprio la sua dolce sorellina ad affidarle il soprannome di "piagnucolona".
Si inginocchió vicino a Morgana, senza più forze per continuare a scappare inutilmente.
Le acarezzó il viso lacrimante e gonfio e le sorrise dolcemente.
-Kira ti prego! Lasciami andare! Ti darò tutto, non racconterò niente a nessuno! Ti prego non farmi del male!- Disse con la voce rotta del pianto.
-Chi é la piagnucolona adesso?-Strinse forte il martello,alzó il braccio sotto gli occhi terrorizati della sorella e lo sbatté sulla sia testa.
Si sentì un sonoro "crac" e Morgana inizió a bocchegiare, sussurando un fievole aiuto.
Non poteva immaginare di avere così tanta forza.
Continuò a romperle la testa con il martello sanguinante, anche quando Morgana aveva smesso di respirare.
Il suo sangue le era schizzato in faccia e sui vestiti facendola sembrare quasi una tavolozza. Un'opera d'arte,pensava.
Col fiatone e stremata lasció andare il martello vicino al corpo senza vita della sorella.
Era stanca.
Guardò disguatata il cranio fraccassato di Mo. Era disguatoso, non le piaceva quella scena.
Si alzó e prese la pala nascosta qualche ora prima fra i cespugli.
Scavó vicino al cadavere un enorme buca.
Non ce la faceva più, i polmoni le bruciavano per tutti quegli sforzi.
Cercò di farla il più profonda possibile.
Non aveva l'energia per sollevare la sorella, così la spinse con un piede all'interno della sua tomba .
Buttò all'interno anche il martello e le sue scarpe.
Sapeva bene che togliere il sangue dalle scarpe era la parte più difficile. Glielo aveva sentito dire da sua madre.
Ricoprì la buca lentamente, sempre più vicina ad uno Svenimento .
L'aveva sepolta vicino alla sua roccia. Il posto in cui veniva sempre per pensare e stare sola.
Ora ,era anche il posto della sorella.
Finito il lavoro batté più volte sulla terra per appiatirla e prese il suo zaino.
Afferrò il sacchetto delle sementi che aveva comprato al supermercato.
Piantò con maestria i semi di tulipano nero.
Quel fiore descriveva perfettamente Morgana e Quello che Kira provava per lei.
Si alzó a fatica e raccolse le sue cose.
Si cambiò i vestiti e brució quelli sporchi.
Rimase ad osservare quel focolare per qualche istante.
Poi osservó la bara di Morgana, sorridendo.Ben presto avrebbe avuto un bel giardino fiorito tutto suo.
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MADHOUSE - La terapia
Mystery / Thriller■Secondo libro della serie "THE HOUSE SAGA"■ In pochi attimi la vita di Kira ha subito un tragico avvenimento. Sono bastati pochi secondi e poche parole per lasciare la giovane ragazza confusa e interdetta. La verità di Kira é diversa da quella di...