1.

2.8K 213 12
                                    

31 ottobre 2016

Halloween è sempre stata la mia festa preferita. Sin da piccola ho sempre amato travestirmi da strega o qualsiasi altro mostro della notte.
La nostra villa veniva sempre decorata con numerose zucche intagliate,ragnatele e scheletri apposta per la celebrazione. Ai tempi, era Jaz che accompagnava i suoi tre figli a far dolcetto e scherzetto per tutto il vicinato. I miei fratelli erano i miei unici amici e quel giorno ci divertivamo più del solito. 
Poi fu Austin ad accompagnare me e Mo, ricordo che lui diceva di essere troppo grande per quelle cose da mocciosi.
Ben presto nessuno si occupò di dare forma a inquietanti zucche o ricoprire le pareti di ragnatele, e halloween diventò solamente una giornata come un'altra.
Erano pochi i bambini che venivano a suonare in casa nostra. Era come se sapessero il segreto dei Maxwell.
Il trentuno accompagnavo sempre i bambini più piccoli a far dolcetto e scherzetto perchè le loro madri erano a lavoro o semplicemente non ne avevano voglia.
Mi ringraziavano sempre molto calorosamente, con una cioccolata calda e una fetta di torta alle mele.
Non ne avrei più mangiata.
Le cose erano cambiate.
Non c'erano dolci in riformatorio. La domenica c'erano le patate fritte e la pizza. Surgelate e mollicce, ma comunque mangiabili.
Quello era il massimo che potevamo pretendere.
Non mi piaceva la loro cucina. Sono sempre stata motlo schizzinosa sul cibo, non c'è una sola verdura che mi piaccia, e qui non danno altro che verdure. Verdure di tutti i colori. Verdure sempre.
So che non dovrei lamentarmi. Sarebbe potuto capitarmi di peggio. Cosa avrei fatto se avessi dovuto sopravvivere di pane e acqua?
Quella che chiamo "cella " non è poi tanto male.
Me ne hanno data una tutta mia, quando di norma vengono condivise con altre due o tre persone, ma sono stata definita troppo pericolosa.
È una cosa bella, non avrei voluto dormire con nessuno.
È stretta e lunga, i muri chiari sono tutti ammuffiti e non c'è nemmeno una finestra.
Il letto è comodo, anche se ad ogni minimo movimento il rumore della rete diventa insopportabile.
C'è anche una scrivania. dall'aspetto abbastanza nuovo.
Affianco c'è un piccolo cassettone con alcuni miei vestiti. È uba stanza molto semplice, ma comunque vivibile.
Non parlo mai con gli altri ragazzi qui dentro.
Tom, il mio avvocato, mi ha consigliato di fare almeno conoscenza.
Ci ho provato, davvero.
Credo che abbiano paura di me. Immagino che girino certe voci sulla sottoscrita non certo positive.
I loro crimini si estendono al massimo ad un furto o spaccio.  Nessuna ragazza sedicenne é mai entrata in questo posto per un omicidio.
Quando vado a pranzo o cena  mi siedo sempre in un tavolo da sola. Ho provato più volte ad interagire con gli altri, ma appena mi sedevo su un tavolo occupato , tutti si alzavano e si allontanavano. Sento le loro voci sussurrare frasi crudeli ogni volta che attraverso il corridoio. I loro occhi mi guardano disgustati.
Effettivamente, le cose non sono molto diverse dalla scuola, ma nessuno ha solo il coraggio di affrontarmi, di offendermi, di chiedermi cosa sia successo veramente. 
Non abbiamo la televisione, ma ce ne una piccola nello studio di uno dei tanti assistenti.
Alle quattro, quando finisce il suo turno,  di ferma per pochi minuti nel suo ufficio a fumare e guardare la TV.
Io mi rimango dietro la porta, con l'orecchio premuto sul legno ad ascoltare cosa accade al di fuori di quella prigione.
Al telegiornale parlano molto di me. Ho saputo solo grazie al Tg che avevano intenzione di trasferirmi ancora. Non in prigione. Mi vogliono portare in manicomio.
Non é stato Tom a dirmelo. Il pomeriggio quando gli ho chiesto spiegazioni, ha detto che sono stata valutata non in grado di intendere e di volere.
In parole povere ...Ero pazza.
-Kira, non sarai costretta a rimanere qui. La tua pena verrà ridotta e...Ti faranno stare meglio. Non è stato facile per niente, chiunque al posto tuo sarebbe felice. -
Mi ha spiegato Tom.
Felice? Preferirei passare 20 in prigione da normale che dieci da pazza.
Loro non capiscono. Nessuno mi capisce.
  ha ribadito più volte che il posto in cui andrò per un periodo indefinito di tempo non è  come lo immagino io.
-Sarai trasferita nel migliore reparto psichiatrico dello stato. É un normale ospedale,  solamente che sono più specializzati  in quel reparto. Starai molto meglio. Non ti faranno la lobotomia o electroshok. Ed é molto meglio che qua. -
Mi ha detto che sono stata molto fortunata.
Sarei potuta benissimo andare in OPG*, ma qui non ne parlano bene. Dicono che i criminali vengono  trattati come animali, che non rispettino le norme igienico sanitario e che si diventi ancora più pazzi.
Tom ha detto che non sarei sopravvissuta in un posto del genere,  e ha fatto di tutto per salvarmi.
-Vedrai, starai molto meglio. É il migliore, me ne sono accertato.-
Le sue parole però non mi consolano. Non é così che immaginavo il mio futuro.

*ospedale psichiatrico giudiziario

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

*ospedale psichiatrico giudiziario

MADHOUSE - La terapiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora