XIV

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Quando mi svegliai mi guardai intorno e non ero nella mia stanza o in quella di Marco. Mi ritrovai in un magazzino umido e abbandonato. Non ricordavo cos'era successo ma appena aprii gli occhi mi ritrovai un branco di ragazzi che parlavano di cose strane che non capivo bene..

- Uh si è svegliata -disse uno di loro venendomi incontro.

-Ciao spero che tu sia davvero la ragazza di Mengoni!

Cosa volete da Marco?

-Oh nulla soltanto i suoi soldi! Credo che se gli dicessimo che abbiamo la sua figlioletta non    esiterà un attimo nel fare tutto quello che gli chiediamo!

 Non darà mai soldi per me.. ci siamo lasciati! Siete un po indietro con le notizie!

-Ora lo chiami e vediamo d'accordo? E non combinare casini! Io sono pronto a farti fuori!

Non sapevo cosa fare.. ero terribilmente spaventata, ma non volevo darlo a vedere. Loro erano sicuramente più forti di me, quindi ribellarsi non sarebbe servito a nulla per cui feci come mi dissero e chiamai.

"Pronto amore!"

Mi piacerebbe essere tanto il tuo amore, ma non lo sono.

"ehi un momento! Chi è al telefono?"

Diciamo che siamo un bel gruppo che non vede l'ora di divertirsi un po con la tua ragazza!

"Chi siete?!!  Non vi azzardate a toccarla!!"

Bene, allora farai come ti diciamo.Portaci 5000 euro stasera a quest'indirizzo e avrai lei indietro.Chiama la polizia e la vedrai morta!

-Marco non accettare!! Non valgo tutti quei soldi! Me la caverò in un modo o nell'altro!

"Fatemi parlare con lei bastardi!

No, ha parlato già abbastanza. Fa come ti abbiamo detto.

Chiusa la telefonata entrai in panico.Non sapevo come fare per liberarmi di loro; erano in troppi. Ad un certo punto vidi che stavano scommettendo tra di loro. Sentivo delle urla tipo: "non hai il coraggio di farle del male" – mi state sottovalutando – rispose un altro. Così senza che me ne resi conto qualcuno di loro mi venne a slegare e mi portò di capelli in un'altra stanza umida e sporca. Mi iniziarono a picchiare, uno alla volta, cercai di gridare e di difendermi, ma quel luogo era isolato e io ero da sola contro un branco. Così senza rendermene conto mi ritrovai ricoperta di sangue e fui violentata in tutti i modi che una donna possa essere violentata. Non piansi, non ci riuscivo. Mi sentivo soltanto sporca e in colpa per Marco, non si meritava questo e neanch'io me lo meritavo. Mi lasciarono in un angolo legata e se ne andarono ridendo. Quelle risate! Quelle risate le sento ancora a distanza di tempo! Mi lasciarono senza cibo per tutto il giorno, e la sera, quando arrivò Marco, mi trovò sotto shock!

-Brutti bastardi che ti hanno fatto?? -Mi disse piangendo

Io non parlavo, guardavo il vuoto. Ancora sentivo le loro mani su di me. Quando Marco mi prese in braccio e mi portò in ospedale  io urlai. . Non riuscivo ad essere toccata neanche da lui.

Pov Marco

Quella mattina, dopo che Pia se ne andò, rimasi tutta la mattinata sul divano a piangere. Non sapevo dov'era, l'avevo anche cercata. Era colpa mia se lei se n'era andata. Poi nel primo pomeriggio, mi arrivò una chiamata. Era lei. Risposi subito ma a rispondere non fu lei ma una voce maschile. Entrai nel panico più totale quando capii che era stata rapita; mi dissero di portare dei soldi ad un indirizzo e se avessi chiamato la polizia l'avrei trovata morta, ma questi soggetti non potevano rimanere impuniti e così chiamai subito la polizia e andammo nel luogo dell'appuntamento. Quando arrivammo la polizia gli arrestò tutti, dopo una certa resistenza da parte loro. Ma di lei nessuna traccia. Andai in panico. Poi la trovai. In un angolo di una stanza buia, accovacciata in un angolo, senza vestiti e ricoperta di sangue. Bastardi come hanno potuto!! Ed è tutta colpa mia. La chiamavo ma non rispondeva. Poi si mise a piangere e urlare. Non voleva essere toccata! Così la portai subito in ospedale. Lì mi dissero che aveva subito una brutta violenza e che era in un forte shock post-traumatico e che bisognava avere tanta pazienza e farla sentire completamente al sicuro. Io cercavo di esserci il più possibile ma era difficile; nonostante questo però era sempre circondata da affetto e così piano piano sembrava riprendersi e finalmente potè tornare a casa. Nella nostra casa. Al sicuro.

"Resterai l'estate mia migliore" MARCO MENGONI FF   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora