Capitolo 2: Una Tipica Giornata di Scuola

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La sveglia cominciò a suonare, rimbombando fra le pareti della mia stanza. Tentai più volte di ignorarla ma con scarsi risultati, quindi decisi di aprire gli occhi ancora assonnati per mettere a fuoco la mia camera. Una piccola stanza dai colori freddi, con un letto singolo attaccato alla parete, una scrivania con un computer fisso posta di fronte ad esso, vari armadi e un comodino. Il tutto era adornato con poster sui muri di band rock e metal che probabilmente non ascoltavo da anni.
Abbassai lo sguardo.
Fra le mie braccia si trovava Mr.Pudding, lo stesso orsacchiotto che mi aveva regalato dieci anni prima il mio migliore amico. Lo so, probabilmente un ragazzo di diciassette anni che dorme con un peluche non è considerato normale, ma non riuscivo a separarmene.

« Buongiorno Mr.Pudding... » bisbigliai con una voce rauca rispetto al solito, prendendolo dai fianchi e sollevandolo per fissare il suo muso. Più lo guardavo e più mi veniva in mente il suo padrone originale, il momento preciso in cui me lo regalò.

« Sai, mi manca tanto da quando è tornato in Italia... tu sei il suo ultimo ricordo che mi è rimasto. » lo guardai fisso ancora per qualche secondo, per poi chiedermi effettivamente perchè stessi parlando con un pupazzo.

Mi alzai in piedi e lo buttai sul letto. Mi diressi verso il bagno per farmi una doccia, e una volta uscito mi guardai allo specchio.
Avevo dei capelli corti di un nero corvino che si direzionavano da ogni parte, creando un effetto alla Billie Joe Armstrong; la mia pelle era pallidissima e gli occhi scuri erano cerchiati di rosa e nero. Il mio fisico era asciutto e ben definito, mentre la mia altezza rientrava nella fascia media.
Insomma, sembravo una sorta di serial killer punk e psicotico appena uscito di prigione.

Mi pettinai i capelli per poi uscire dal bagno e infilarmi una felpa scura con un paio di jeans; non amavo molto dare nell'occhio e quindi raramente mi capitava di vestirmi con colori chiari e sgargianti.

« Maxwell muovi il culo, non ho voglia di beccarmi la ramanzina del prof! » urlò Hannah, la mia sorella adottiva, dal piano di sotto. Era una ragazza dai capelli lisci di colore biondo cenere, che portava lunghi fino alle spalle. I suoi occhi nocciola erano contornati sempre da un eyeliner scuro, e le labbra erano solitamente tinte di un rosso scuro. Aveva un carattere ribelle e rispondeva sempre male alla gente, ma a quanto pare il suo gruppo di amici ne parlava bene.

« Ho finito, ho finito! » presi lo zaino e scesi al piano di sotto, passando dritto per il corridoio.

« Non mangi niente? » mi chiese Jade, che a differenza dell'altra era mia sorella biologica. Aveva dei capelli neri che di solito lasciava cadere sul lato destro, i miei stessi occhi castani e la pelle rosata. Era una tipa molto semplice, infatti il suo trucco non era mai nulla di così esuberante: si limitava a dare un po' di colore rosa alla bocca, a mettersi un ombretto chiaro e un po' di blush. Al contrario dell'altra era molto più gentile, e si prendeva cura di noi visto che nostra madre era sempre fuori per lavoro. Il suo unico problema? Frequentava il gruppo di Zoe Price, la ragazza più popolare nonchè più stronza della scuola.
Entrambe le mie sorelle erano un anno più piccole di me, e andavamo tutti allo stesso liceo.

« No guarda, non ho fame. » risposi io con un fare svogliato, per poi aprire la porta di casa. Per qualche motivo a me ignoto si restò zitta, con una faccia leggermente seccata.

« Dai, muovetevi. » subito Jade si fece avanti, ma Hannah restò ferma immobile mentre messaggiava con il suo smartphone.

« Cambio di programma... oggi viene a prendermi Alex! » disse con un sorriso stampato in faccia. Jade subito la fulminò con il suo sguardo.

« Ti vedi ancora con quel pagliaccio che si definisce un motociclista?! Te l'ho detto, dovresti frequentare altra gente... non si farà scrupoli a tradirti con un'altra. »
Hannah sbuffò arrabbiata, e ricambiò con un tono altrettanto acido.

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