Capitolo 15: La Trappola

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Stavo già correndo incessantemente, controllando ogni tanto che nella tasca dei jeans si trovasse ancora la collana col ciondolo a forma di coniglio che ormai da giorni mi portavo dietro, in modo da darla ad Andrew per scusarmi.

Finalmente arrivai sul punto designato, anche se tutto sudato e ansimante; si presentava come una strada vicino a un incrocio, dove una grande folla camminava. Non c'erano praticamente macchine, e ogni tanto si potevano vedere delle panchine e delle piante, inoltre agli angoli si trovavano dei negozi. Il vero problema ora era trovare Jessie; scrutai a destra e a sinistra, sapevo che lei non si sarebbe mai nascosta in mezzo alla folla, era troppo semplice, piuttosto dietro qualcosa o accovacciata da qualche parte. Non sembrava essere presente, quando all'improvviso sentii un rumore simile a un sibilio proveniente dal cespuglio accanto a me.

<< Psst... hey!>> era come se qualcuno mi stesse chiamando, così mi girai e controllai cosa si trovava dietro; era lei, con un paio di occhiali da sole molto grandi, una fedora nera, una giacca lunga marrone e una mascherina che le copriva la bocca e il naso, purtroppo per sua sventura la si riconosceva dalle classiche codine.

<< Jessie...? Ma come cazzo ti sei conciata?!>> le bisbigliai appena, ancona un po' incredulo.

<< Shh... è un travestimento, non sono Jessie! >> mi rispose lei, convinta di essere completamente invisibile. Non riuscii a trattenere una risata, era troppo ridicola.

<< Che poi, esattamente quando hai avuto il tempo di travestirti? Non mi dire che ti porti sempre quella roba dietro, ti prego. >> le chiesi, piazzandomi una mano sugli occhi per non scoppiare a ridere un'altra volta.

<< E altrimenti come facevo a sequestrarlo per farvi fare pace? Ne ho anche per te, però abbassati che rischi di farci scoprire! >> sibilò lei, continuando a guardare sempre nella stessa posizione. Poi mi indicò, e come vidi Andrew seduto su una delle panchine mi abbassai, e subito qualcosa in me si accese come una fiamma. Ormai ero lì e dovevamo intrappolarlo, forse era arrivata la volta giusta.

<< Dammi il migliore. >> proseguii io con un tono determinato, facendo illuminare di gioia gli occhi di Jessie.

<< Eccolo... ecco lo spirito giusto! >> esclamò lei felicissima, tirando fuori da uno zaino (che non so dove aveva nascosto durante le lezioni) un casco da moto con un tema militare, e con delle foglie dello stesso tipo del cespuglio attaccate sopra.

<< Jessie... non credevo che la tua genialità arrivasse fino a questi livelli! >> la complimentai stupito dallo stesso tipo di foglia. Senza esitare lo misi addosso e lo allacciai bene, mentre lei stava ancora rimischiando dentro la borsa.

<< Fermo, ancora non ho finito... >>  disse lei, prendendo una paletta per trucchi; la osservai meglio una volta che me la diede in mano, era composta principalmente da colori scuri, tutti tendente al verde, al marrone e al nero. Lei la aprì, e strofinò l'indic, il medio e l'anulare di entrambe le mani su una tonalità di questi colori, per poi disegnarmi sulle guance tre righe, ognuna di un colore diverso.

<< Perfetto, benvenuto nel mondo dello stalking! >> esclamò entusiasta, richiudendo la paletta e poi riponendola al suo posto.

<< Ma non è un reato? >> domandai, preparandomi alla mia postazione, la mia mente mi imponeva di osservare ogni suo singolo movimento.

<< Boh, probabilmente... >> disse un po' titubante, per poi scrollare le spalle e tornare a spiarlo anche lei.

<< Aspe... cosa? >> commentai un po' stizzito dalla sua risposta, ma subito dopo tornai a tenerlo d'occhio, come se non mi avesse detto nulla.

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