Capitolo 19: Consigli d'Amore

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L'ultima campanella della giornata suonò, e dopo aver salutato Jessie e Mark uscii subito dalla classe, cercando di sparire in mezzo alla folla.
Dopo quel sogno "particolare" non volevo assolutamente incontrare Drew; il solo pensare a lui mi faceva arrossire, e immaginare la sua voce calda mi faceva morire dentro.

Avevo intenzione di andarmene al più presto, e già avevo avvertito le mie sorelle che quel giorno sarei tornato tardi.
Tutto quello che volevo era solo fare una passeggiata (come al solito) per schiarirmi le idee.

Un passo dopo l'altro riuscii ad uscire fuori dalla scuola, e presi una via isolata a caso per perdermi nei miei pensieri.

Camminavo in modo veloce e nervoso, e ad ogni secondo che passava una goccia della mia sanità mentale si versava. Dovevo capire come comportarmi con quella nuova situazione, e risolvere quella riguardante Joshua.
Non lo vedevo da un bel pezzo, e stavo seriamente cominciando a preoccuparmi per lui.
Che strano però, stare male per qualcuno che ti ha bullizzato per anni... in fondo sapevo che nascondeva un bel carattere, è solo che si comportava in modo sbagliato. Ma perché? E soprattutto come potevo riuscire a cambiarlo?

Calai la testa e continuai a camminare sempre più veloce. Come speravo di riuscire a combinare qualcosa senza nemmeno sapere dove trovarlo? Mi sentivo male, per la prima volta volevo fare seriamente del bene, ma non riuscivo a trovare un punto di partenza.

Ero totalmente perso fra i miei pensieri, e ormai si sa che quando ragiono troppo sono poco attento a quello che mi sta intorno, infatti urtai un uomo per sbaglio; nessuno dei due era caduto, ed è una fortuna visto il mio essere imbranato.

<< Perdonami... >> sussurrai appena, continuando a tenere lo sguardo attaccato al suolo. Non feci caso alla sua faccia, e continuai a continuare.

<< Oi, fermo! >> sentii una mano afferrarmi il braccio e strattonarmi verso di lei. Totalmente indifferente mi girai verso il soggetto, con una faccia a dir poco depressa.

Lo guardai partendo dal basso; di sicuro era più alto di me, un paio di anfibi... un paio di jeans azzurri... una giacca di pelle...

Okay, sapevo già di chi si trattasse, ma i miei occhi non resistevano alla curiosità di vedere il volto per controllare se avevo indovinato.

E, incredibile, era proprio Alex, ma stavolta aveva cambiato stile di barba, facendosi rimanere solo un paio di baffi e un pizzo che gli ricopriva tutto il mento. Fantastico, dovevo proprio incappa in lui proprio in quel preciso istante e con quella precisa faccia?

<< Chihuahua, che ci fai in giro a quest'ora e in questa zona? >> chiese sempre con quel sorriso che sembrava schernirmi.

<< Non chiamarmi chihuahua... e poi non sono affari tuoi. >> dissi in modo acido, facendolo rimanere un po' male.

<< Eddai... sono il tuo fantastico cognato! Mi sembra OVVIO che sono affari miei! >> rispose lui, tentando di fare l'impiccione. Ma perché ero così sfigato da attirare solo gente che voleva intromettersi nei miei affari?

<< Ma no, nemmeno fra mille anni! >> gli urlai in faccia io, facendolo rimanere ancora più male.
In un certo senso mi fece tenerezza vederlo con il broncio in faccia, quindi abbassai gli occhi con la paura di aver esagerato.

<< E lasciami... >> continuai il discorso, e lui come se fosse comandato mi lasciò il braccio all'istante.
Nel giro di due secondi cambiò totalmente espressione per lasciare spazio di nuovo a un mezzo sorriso, e poi si girò di spalle, infilando le mani in tasca.

<< Peccato... e pensare che ti volevo scortare. Beh, buona fortuna con tutte le bande di teppistelli in questa zona! Sai... aspettano proprio dei gracilini come te, per spolparli fino all'osso. >> si allontanò sempre di più, facendomi salire i brividi. Forse dovevo andare con lui?

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