Furono mesi molto sereni, i successivi che avvennero. Travis ed io avevamo capito molte cose l'uno dell'altra e non avevamo più segreti nascosti.
Todd ed io continuavamo ad uscire insieme: dovevo dire che me ne stavo innamorando e Travis stava accettando questa cosa.
«A patto che ti renda felice. Se non lo farà, gli spezzerò quelle deboli gambe che si ritrova.» Aveva detto.
Quel giorno, io e Todd ci incontrammo davanti al mio armadietto. Mi chiese come era andata la giornata scolastica – ancora non finita dato che, in confronto a lui, avevo un'ultima ora da fare – e ascoltai successivamente la sua risposta. Ad un certo punto mi prese per i fianchi e mi poggiò contro l'armadietto, avvicinando velocemente le sue labbra alle mie. Mi baciò con tanta intensità da farmi spalancare gli occhi. Gli buttai le braccia al collo e chiusi immediatamente le palpebre. Mi morse il labbro inferiore ed io fui immediatamente scossa da un brivido così profondo che ansimai nella sua bocca. Le nostre lingue si mossero senza una meta precisa e sentii le sue mani pressare sui miei fianchi. Realizzai che mi sentivo davvero amata quando Todd mi baciava in quel modo. Mi sentivo davvero bene quando ero con lui e basta. Peccato che sentivo quel costante peso sul petto che aveva intenzione di tormentarvi.
Ci fermammo dopo alcuni secondi.
Todd mi prese il viso tra le mani. «Ci vediamo oggi pomeriggio, al corso?» Mi chiese, sperando che annuissi.
Il punto fatale fu che avevo ripreso alla grande con la scuola, i miei voti erano tornati stabili come sempre e Travis aveva capito che non doveva intromettersi tra me e la scuola, così mamma aveva spiegato tutto quanto al preside che mi consentì di lasciare quel corso se avessi voluto; per quanto fossi grata a quelle ore pomeridiane di avermi fatto conoscere Todd, non ne potevo più. Allora scossi la testa e avvicinai il mio naso al suo. «No... non partecipo più.»
Todd sospirò tristemente, stampando un altro bacio sulle mie labbra. «Mi lasci da solo, in teoria?»
Ridacchiai, guardandolo con divertimento. «Che teoria interessante, vero?»
Todd sorrise contro le mie labbra. Riprese a baciarmi con tenerezza. Quando ci staccammo, percepii una vaga sensazione di tensione lungo le gambe, come se ci fosse qualcosa che non andasse.
«Devo andare. Ci vediamo domani, d'accordo?» Mi sussurrò Todd, baciandomi la fronte e allontanandosi per andaresene.
Lo salutai anche io, volgendo subito dopo la testa verso il corridoio a sinistra, lontano pochi metri dal mio armadietto. Sorrisi quando vidi Travis avvicinarsi. Sapevo che mi stava fissando lui. «Non devi fissarmi in quel modo. Mi dà fastidio.»
Mi diede un puffo – con un espressione seria - sulla fronte che mi fece molto male.
Allora gli diedi uno schiaffo innocuo sulla guancia.
«Siete voi che non smettete mai di sbaciucchiarvi.» Si lamentò, poggiando la sua schiena contro gli armadietti.
«Oh! Quante volte avrai sbaciucchiato qualcuna, tu!» Gli feci notare, aprendo il mio armadietto per prendere l'ultimo libro del giorno.
Travis alzò le mani. «Neanche una volta.»
«Oh, ma fammi il piacere! Hai spogliato una cameriera a casa tua. Immagino che cosa hai fatto con una semplice ragazza a scuola.»
«Ancora con quella storia?» Mi sgridò, staccandosi dagli armadietti.
Chiusi il mio e ci incamminammo verso l'aula in cui avremmo avuto la nostra ultima ora di inglese.
La professoressa doveva darci una notizia che avrebbe fatto sicuramente piacere a tutti quanti e mi chiedevo che cosa avesse da dirci. Morii dalla curiosità anche quando io e Travis entrammo in classe e tutti i nostri compagni scattarono a guardarci, Melanie e Lin comprese. Ancora non erano abituati a vedere Travis con una compagnia a dir poco inaspettata come la mia, per questo restai anche io a fissarli con faccia a dir poco sorpresa; in genere, io e lui arrivavamo prima degli altri per evitare queste facce sorprese e imbarazzanti, ma a quanto pare, avevamo fatto ritardo. Travis posò la sua mano sulla mia schiena, facendola irrigidire un po'. Mi incitò a camminare, fin quando non lo feci per davvero e camminai verso il mio banco che, finalmente, era cambiato dopo i primi mesi di scuola: dal primo banco a sinistra, ero saltata in terza fila, colonna centrale. Avevo Travis accanto, verso il banco a sinistra. Era piacevole averlo sempre vicino.
«Secondo voi, che cosa ha da dirci la professoressa?» Chiese Melanie che, come Lin, corse a guardare Travis come se lui avesse una risposta.
Lui abbassò lo sguardo e, con un respiro profondo, si alzò il cappuccio della felpa grigia e si accasciò sul banco, tenendo il mento sulle mani.
Abbozzai un sorriso, senza farmi vedere da quegli occhi cattivi. Ero contenta che Travis non desse molta importanza a quelle due ragazze ed ero ancora più contenta che non sapesse dell'interesse di Melanie verso i suoi confronti.
«Perché non ci risponde la piccola Lux?» Mormorò ad un certo punto Spencer, un ragazzo tutto muscoli e niente cervello, che mi stava guardando dal primo banco con aria a dir poco maligna.
Alzai immediatamente lo sguardo su di lui, arrossendo troppo violentemente.
Travis fece la stessa cosa, soltanto aggrottando la fronte e serrando i pugni. «Hai qualche problema, Gregol?» Insinuò con freddezza, difendendomi.
Fui colpita dalla sua sicurezza. Fui colpita dalla sua difesa. Il mio cuore cominciò ad accelerare. Per quanto fossi presa da Todd nell'ultimo periodo, sapevo che quell'eterna cotta che provavo per Travis non si trattava di una semplice cotta, ma di un vero e proprio sentimento più profondo che neanche Todd avrebbe potuto mai spegnere. E lo stavo provando in quel momento. Oh, eccome che lo stavo provando! Nessuno, prima di allora, mi aveva mai difesa davanti a tante persone con così tanta protezione e freddezza. Ammirai molto Travis, in quel preciso istante, e lo amai ancora di più. E realizzai, per quanto facesse male a me, che l'amore che provavo per Todd si sarebbe spento, un giorno o l'altro, ma quello di Travis... era semplicemente diverso; non si sarebbe spento con facilità, non avrebbe mai smesso di bruciare nel mio cuore. Quello era il tipico amore che faceva a fatica a spegnersi e a liquefarsi. L'amore che provavo verso Travis era una cosa diversa da Todd. Sapevo perfettamente di non amare Todd come amavo Travis e sapevo che quello che provavo per Todd era semplicemente uno stupido periodo che sarebbe passato. Ma Travis... Travis era fottutamente sbagliato. Eppure era proprio questo sbaglio a renderlo eterno. L'avrei amato sempre.
Spencer spostò lo sguardo da me a Travis e sogghignò. «Lei non ha la lingua per rispondermi, Travis?» Chiese alzando le sopracciglia.
Travis si lasciò cadere sullo schienale della sua sedia e gli vidi gonfiarsi il petto.
Ebbi paura. Paura che potesse scatenare un litigio. «Lascia stare.» Gli sussurrai.
«Lascia stare? Allora hai la voce per parlare al di fuori delle tue brillanti interrogazioni.»
Mossi lo sguardo verso di lui e mi morsi il labbro con aria di vittima. Non volevo che ricapitasse tutto quello che accadeva nelle scuole precedenti; in genere ero vista come una persona con cui ci si poteva divertire, scherzando pesantemente e presa di mira da tutti. Loro mi vedevano così, però dovevo abbattere il muro della timidezza. Io non ero timida, anzi: ero il contrario. Ero la ragazza che aprivo a Travis. La Lux che ero, e che sono, era quella che si mostrava senza alcun problema soltanto a Travis. Ed io dovevo bussare alla sua porta per farla uscire definitivamente dalla mia anima. Non volevo continuare ad essere debole agli occhi di tutti.
«Che cosa ne posso sapere io di cosa ha da dirci?» Chiesi senza sembrare acida.
Spencer mi rise in faccia, innervosendomi. «Sei la cocca degli insegnanti. Non li hai pagati anche per sapere le comunicazioni prima di noi?»
Travis strusciò la sedia sul pavimento e si alzò come una saetta, precipitandosi verso Spencer e prendendogli il colletto della T-shirt che indossava. «Quando hai intenzione di chiudere questo fottuto becco?» Gli ringhiò contro.
Spencer agganciò le sue mani sui polsi di Travis e, con una smorfia di sforzo, lo allontanò da lui. «Tu sei un pazzo!» Gridò.
«Tu evita di fare lo stronzo, così non mi comporterò come un pazzo, okay?» Gli sputò contro, sistemandosi la felpa e il cappuccio.
Tornò a sedersi al mio fianco.
«Che cosa...» Cercai di dirgli, prima di essere interrotta da lui.
«Lasciami stare, Lux.» Mi supplicò con voce ferma, senza guardarmi, tenendo gli occhi azzurri fissi sulle finestre che davano sulla strada.
Come sempre, questi suoi attacchi di emozioni mi ferivano più di qualsiasi altra cosa, ma lo accettai, abbassando lo sguardo e scivolando un poco sulla mia sedia, fin quando non arrivò la professoressa di inglese – Mrs Cur – la quale sorrise immediatamente e buttò sulla cattedra tutto ciò che aveva in mano.
«Bene, ragazzi. Sono molto felice di vedere che siete tutti presenti.» Frugò dalla borsa un mucchio di fogli di carta che teneva come se fossero oro. Iniziò a passarli alle prime file che, a loro volta, arrivarono fino a me.
Senza aspettare una spiegazione, lessi in breve cosa c'era scritto: era un'autorizzazione da firmare per una futura gita scolastica, o meglio, per un viaggio d'istruzione. Alzai lo sguardo verso Mrs Cur che ci osservava per assicurarsi che tutti avessimo quel foglio in mano. Unì, poi, le mani, e sorrise ancora di più. «E' con mio grande piacere avvisarvi che ce l'ho fatta a garantirvi un viaggio d'istruzione verso la Grande Mela. Sia per voi che per le altre classi dove insegno.»
Mi venne un colpo. New York era lontana quasi quanto St Louis – anzi, geograficamente parlando è ancora più lontana – ma l'idea di andare lì, di visitare per la prima volta la città dei sognatori, per me era una cosa grandiosa. Amavo viaggiare, ne ero più che certa, ma non mi piaceva il fatto di spostarmi e allontanarmi da casa. Il solo fatto che in quel momento si trattava di New York, cancellava ogni singola cosa. Volevo andare a New York, mettere piede in quello Stato e assaporare l'aria che tutti amano vivere e conoscere.
«Le autorizzazioni devono essere riportare a scuola entro quattro giorni. Non di più. Per quanto riguarda il pagamento, vi informeremo.» Sorrise. «Spero che partecipiate tutti. Sarà una bella cosa poter visitare New York.» Si voltò e, dopo tutte le domande che vennero fatte dai miei compagni, potemmo iniziare la lezione parlando di Shakespeare; lezione che, per quanto potessi amare, non potei ascoltare perché troppo presa da Travis che, come me, non ascoltò neanche una parola di Mrs Cur.
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BROKEN | Cercavo di salvarlo
Genç Kurgu"Puoi aiutare qualsiasi persona in questo mondo, Lux. Lo puoi fare, te lo dico con tutta la sincerità che possiedo. Ma non puoi aiutare qualcuno che è destinato a cadere." - Travis Bernard. Lux Harper sa che Travis Bernard non è il ragazzo più socie...