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Eccomi qui.
Fuori. Questa. Maledetta. Scuola.
Mi dà l'idea di una prigione. Cos'è tutto questo grigio? E queste sbarre sulle finestre? Oddio, non resisterò neanche un giorno qui dentro. Ma comunque, mi avvicino all'entrata, in un certo senso, siccome ci sono tantissimi ragazzi che lasciavano il passaggio di certo non libero. Tra i vari "Attento dove vai" - "Oh, non toccarmi!" sono riuscito ad entrare. Erano le 8:30, perciò era tutto un ritardo. Mi avvicino alla segreteria e chiedo gentilmente alla vecchia la mia classe.
« Ehm.. Buongiorno, sono Ty.. Tyler Joseph. Sono nuovo da queste parti e vorrei sapere la mia classe. » Wow, mi stupisco di me stesso, ce l'ho fatta.
« Signorino, si entra alle otto qui. Il massimo sono tre ritardi, dopo prenderemo provvedimenti. Comunque, Tyler Joseph, lato A secondo piano, IV E. Buona giornata e bussa prima di entrare. »
Io sospiro e mi giro, andando verso le indicazioni date. Dio, che antipatica ma dai, il lato positivo è che ho parlato con qualcuno, almeno. Mamma ne sarà felice.
Arrivo proprio davanti alla porta della mia nuova classe e.. Mi sale l'ansia. Se non piaccio? Se le cose peggioreranno? Oddio.

Tyler, andrà sicuramente male.

Lo so, ma devo entrare. Non volava una mosca, proprio un carcere. Busso alla porta e un secondo dopo la apro, ritrovandomi un signore sulla sessantina guardarmi. « Sì? »
« Salve, sono Tyler Joseph, sono in ritardo. Posso? » che stupido, certo che posso. È la mia classe.
« Primo giorno e già ritardiamo, eh? Entra, Joseph. »
Alzo gli occhi al cielo. Ma che cazzo? Io sono gentile e tutti mi trattano male. Dio, non vedo l'ora di tornare a casa, mi scoppia la testa. Entro in classe e richiudo la porta, non dando neanche un'occhiata alla classe. Già non mi piacevano, c'è chi rideva, chi ovviamente se ne stava con gli amici propri. Fortunatamente, il banco che avevo scovato era vuoto ma... Era il primo, a partire da destra. Vabbè, meglio di niente, almeno nessuno verrà a sedersi vicino a me; non voglio nessuno.
Mi metto in silenzio e poggio la cartella sul banco affianco, sospirando bruscamente. Il sonno si faceva sentire. Mi guardavano tutti, cos'hanno da guardare?

Ti staranno giudicando, Tyler.

No, no! Non farmi urlare qui. Vattene.

Non me ne andrò, capisci?

« Tyler Joseph. » Si schiarisce la voce e io alzo lo sguardo verso il presunto professore. « Io sono il professore di matematica, sono qui dal terzo. Tu sei nuovo, che ne dici se ci parli un po' di te? Da dove vieni, cose così. » E mi sorride.
Che cazzo si sorride questo?
Io mi nascondo nelle spalle e mi alzo, guardando la lavagna multimediale, meglio lei che le persone. « Uhm, sono Tyler, ho 18 anni, sono nato a Toronto ma da poco mi sono trasferito qui, Ohio. Non so che altro dire. »
« Hai una materia preferita? Un hobby? »
Be', musica e musica vale?
« Credo sia letteratura, ma non ne sono sicuro. » era come se stessi parlando solo con lui, come se non ci fosse nessun altro. Mi ero deciso a guardarlo.
« Mai nessuno che ami la matematica. » E scoppia in una leggera risata. « Va bene, puoi sederti. » Lo ringrazio a voce bassa e mi siedo, guardando il muro davanti a me. Venivo completamente nascosto, che cosa bellissima. Porto la testa sul banco, mantenendomi con le braccia, chiudendo gli occhi. Al diavolo tutto. Già mi hanno stancato. Nessuno veniva a parlarmi, ci risiamo. Odio ma amo questa solitudine. Odio la mia vita. Amo la mia camera, amo la musica, amo stare solo.

Perché non la fai finita, allora?

Mai una volta che stai zitto tu, eh? Zitto. Zitto. Zitto.
Chiudo gli occhi, li sento lucidi. Mi fanno peso. Che odio, sto pensando sul serio di farla finita, ma non voglio soffrire. Come faccio, allora? Tutto fa male. Riesco a sentire qualcuno dietro di me parlare.
« Questo qua è malato, secondo me. » L'altro ride. « Hai ragione. » Ed ecco la risposta.
Io quasi ringhio. Porto la mano sulla gamba e la stringo forte, fortissimo, volevo alleviare il dolore. Io non sono malato. Non. Sono. Malato.
Questa giornata deve finire o mi metto ad urlare.

Fanculo, Tyler. Dovresti scappare.

Non posso.

« Tyler, non ti interessa la lezione? »
Ma guarda solo me questo bastardo? Io mi passo una mano tra i capelli e alzo il capo, guardandolo.
« Ok, seguirò. » Dico semplicemente, e finalmente si gira. Prendo una matita e un quaderno, non mi stupisco, perché non sto scrivendo quei numeri. Volevo suonare il mio ukulele, ascoltare la mia musica preferita.

" You should take my life,
you should take my soul. "

Okay, forse troppo calcato, ma è un buon inizio. Che bella frase, mi sfogherò con il mio ukulele a casa.
Mi giro per un attimo verso la classe e..
Che brutte persone. Non mi piacciono, non voglio giudicare nessuno, ma sembrano persone cattive. Persone che danno solo fastidio, che non ti lasciano mai in pace, intendete? Okay, devo smetterla. Qualcuno mi sta guardando male. Mi rigiro verso il quaderno e scrivo altre cose, lasciando che queste quattro ore mi passino completamente addosso, sperando velocemente.

What have I become? || JoshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora