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Josh mi ha portato in macchina. Mi ha detto che non era sua, l'aveva gentilmente presa in prestito da sua madre, ma a sua insaputa.
« Sarà un viaggio lungo, quindi rilassati, Tyler. » Così se n'è uscito, alla domanda « Dove andiamo, Josh? ».
Io mi sono rilassato contro il sedile, guardavo fuori al finestrino. Il cielo, gli alberi, le strade vuote. È magnifico.
« Ehi, Tyler? » Mi giro verso la sua voce e lo guardo, inclinando il capo. « Siamo a metà. Arriveremo lì verso il pomeriggio, ma credimi, ne sarà valsa la pena. »
« Sicuramente. » Lo dico in un sussurro e mi rimetto comodo nella posizione di prima. Volevo chiedergli qualcosa riguardante questo, ma non so. Mi sento insicuro, per la millesima volta nella mia vita. Ma non so, seguo il mio istinto?
Guardo il suo profilo mentre guida, tutto concentrato. È davvero bellissimo.
« Josh.. » Ci penso un attimo. « Perché fai tutto questo? »
Lui sembra bloccarsi. Wow, Josh Dun senza parole per la prima volta, ce l'ho fatta finalmente. Non sapevo se continuare, adesso. Mi sono bloccato ancora, sono incredibile.
« Perché voglio farlo, Tyler. Non c'è sempre un motivo a tutto. E no, se stai pensando questo, non sono costretto. Non ti sto facendo neanche un favore, credimi, tutto questo è parte di me. Lo sto facendo col cuore, perché ti voglio davvero bene. » Si gira verso di me, ad un semaforo. Strano che ci sia, queste strade sembrano dimenticate persino da Dio. « E poi, potresti finire in mani sbagliate, meglio se ti tengo qui con me, al sicuro. » Okay, questo mi fa sorridere leggermente. Sarà un angelo, qualcosa del genere, perché non riesco a spiegarmelo.
« Meno male che ci sei tu, allora. Mi sento tanto sicuro. » Mi guarda con un sorrisetto soddisfatto, stile ''Sono qui per questo''. Bene, ora posso anche stare tranquillo e vivere sereno, nel senso che quello che dovevo dirgli gliel'ho detto senza problemi e mi son tolto un peso. L'altra parte poi gliela dirò... In un lontano futuro, magari me la porto pure nella tomba.
« Sei tanto, tanto silenzioso. Non è male, mi piace. » Gli piace il mio essere silenzioso e non so se prenderla bene o male, perciò mi limito a sorridere.

Amavo la presenza di Josh con me, davvero, mi faceva stare tranquillo e non pensavo a nulla se non a lui, al suo sorriso, al suo essere così divertente. Ma avevo bisogno di silenzio, vero e proprio, quindi vedo di appisolarmi un po'. Ma non è che la prende male, dopo? Mi vergogno a chiederglielo, però. Okay, lo faccio e basta, non gli cambia mica la vita. Avevo già gli occhi chiusi, ma vengo attirato da altro; Stava canticchiando qualcosa, un qualcosa di già sentito.
Josh che cantava.
Oddio, che bella voce. Non l'avevo mai sentito, non gliel'avevo mai chiesto. Mi ha sempre chiesto tutto lui, io mai nulla.
« Josh, hai proprio una bella voce. » Gli dico, ancora ad occhi chiusi. Non riesco a sentire la sua risposta, perché mi addormento circa un secondo dopo.

Riesco a sentire l'arrivo, perché il motore era spento del tutto. Ho il sonno sensibile, riesco a percepire qualsiasi cosa e basta anche uno colpo di tosse per farmi svegliare, oppure una guardata di troppo. Mi sento sempre osservato la notte, un qualcosa di davvero esagerato. Ed è brutto, perché è come se ti guardassero solo per aspettare il momento giusto.
« Tyler? Siamo arrivati. » La voce di Josh è proprio vicina, è calma e sta aspettando solo me. Mi scuote leggermente, così mi decido ad aprire gli occhi. Solo lì noto il sedile di poco abbassato, oddio, si è preso cura di me anche durante il viaggio. Onestamente, che ho fatto per meritarmi tutto questo bene? Non che mi dispiaccia, ma non me lo spiego, è surreale.
« Ciao dormiglione! Siamo arrivati. » Mi ripete e fa cenno verso gli alberi di fronte a noi. Io sorrido e mi stiracchio, guardando nella sua stessa direzione. Era un bosco.
« Io la chiamo foresta. » Io lo guardo e lui mi sorride, scendendo poi dal veicolo. Faccio lo stesso e poi, quando se ne rende conto, mi porge una mano. « È un po' un labirinto, non voglio perderti. »

Ma tranquillo che la mano te l'avrei data lo stesso.

Quindi stringo la sua mano, forte forte, lui intreccia le dita tra loro e si avvia verso quella grande foresta. È già quasi buio, ma saranno circa le cinque, non di più sicuramente.
Be', nel frattempo mi guardavo attorno. Era pieno, pieno di alberi. Spogli, senza foglie, molto tristi. Bello.
« Sai, qui ci passo praticamente la mia esistenza. » Mi spiega. Stava camminando più a passo, adesso. Prima correva. Secondo me siamo arrivati.
« E cosa ci fai? » È un bel posto, per questo.
« Ti sembra strano, ma me ne resto in silenzio e guardo le stelle la sera. Accendo il fuoco, capita anche che mi appisolo qui. Attento a questa pianta, è velenosa. » Mi indica una pianta e io subito vado dall'altro lato, tirando lui con me. Sembra girarci attorno, non gli fa piacere venire qui, secondo me. Lo fa per non starsene solo.
« E perché ci sono anch'io, oggi? »
« È un posto importante. Tu sei importante per me. » Mi sorride e si ferma, guardandosi attorno. « Ed eccoci qui. Il centro. » Mi lascia la mano e da un cespuglio caccia fuori una coperta che mette sul terreno.
« Organizzato anche. » Mi metto subito comodo affianco a lui, sdraiato. Lui si occupa ad avvolgermi un braccio attorno alle spalle, attirandomi maggiormente.
Dio, sembrava un appuntamento romantico. Non so come comportarmi, infatti. Mi sa che Josh se ne rende conto.
« Sei nervoso? »
« Poco. »
« Mi piace tanto questo posto. Quando vengo qui, è perché ho bisogno di sfogarmi. Ho pensato che potesse servire anche a te. » Guarda fisso il cielo. « Quindi, coraggio, so che non è poco. Fa come se stessi parlando da solo. » Mi stringe ancora.
Faccio un bel respiro. « Ho litigato con mia madre per Josh, mi ha proprio proibito ci uscirci. Ma a me non importa, può pensare ciò che vuole. Il problema qui non è lui, è la mia famiglia. Loro mi hanno portato a questo, ora si lamentano anche. Ma in generale non tollero più niente. Voglio solo chiudere gli occhi una volta per tutte. Ma non posso, qualcosa mi tiene inchiodato qui. Sento di star per scoppiare. Ecco, vedi, poi c'è Josh. Tutto questo non lo penso quando sono con lui, mi fa pensare solo alle cose belle che mi sono perso, mi sta facendo recuperare. Gliene sono grato, perché senza lui adesso non starei neanche parlando. » Avevo guardato tutto il tempo un albero, quello più alto fra i vari. Ho parlato di Josh come se non fosse stato al mio fianco tutto questo tempo, con un sorriso che andava ad allargarsi sempre di più. Un po' come la mia infatuazione.
Mi giro verso di lui. « Oh, ehi. Sentito qualcosa? » Mi metto a ridere. Lui si unisce a me e mi abbraccia, anche se in una posizione strana, lo fa. E io mi faccio stringere, chiudendo anche gli occhi. Sono bei tempi, questi.
« Tyler. » Si alza di poco poco, ma non si azzarda a lasciarmi. Mi stava accarezzando la schiena. « Sei l'unica persona che realmente conta per me, adesso. Prima lo era mio padre, ma lui non c'è più. Non sto cercando di riempire questo vuoto tanto per, credimi, non è così. Sei parte di me, potresti non capirlo e mi dispiace. » Abbassa per un attimo lo sguardo ma.. Non sta piangendo, vero? « Ti conosco da tanto tempo. Forse tu non ricordi, ma anche da piccoli ci vedevamo spesso, per i nostri genitori, anche se distrattamente. Col tempo ci siamo allontanati, così ho fatto una promessa, quella di ritrovarti, perché.. »

Fa una lunga pausa.

« Tyler, tu mi piaci. »

« E vedere che stai male mi fa solo imbestialire. »

***
Saranno i tre capitoli più sdolcinati di sempre, ebbene sì, siamo quasi alla fine!
enjoy !¡ |-/

What have I become? || JoshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora