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Sento di essere nei guai.
Il colore fatto a Josh è uscito, solo che... Voleva un giallo più scuro, non acceso. Avevo appena finito di passargli l'asciugamano ed ero abbastanza sconvolto. Se ne rende conto, infatti.
« Tyler, che c'è? » Fa per alzarsi da dov'era seduto, ma lo blocco dalle spalle.
« Josh, Josh. Non alzarti o m'ammazzi, ti prego. » Lo dico in una risata, sperando di sdrammatizzare. Okay, ora era divertito. A me mica dispiaceva.
« Che hai fatto? »
« Be', sappi che non è un colore improbabile. Ma è.. Fluo? »
Spalanca gli occhi. « Tyler! » E si alza, per guardarsi allo specchio. Non se lo spiegava. Io stavo fermo lì e lo guardavo, ma poi ha cominciato ad avvicinarsi. « Lo adoro! »
Rilascio un sospiro di sollievo e gli schiaffeggio la spalla. « Stupido, mi hai fatto preoccupare! Okay, dai, siediti. Te li asciugo. »
« E dopo mi canterai una bella canzone. »
« Sì, sì, siediti. » Alzo gli occhi al cielo ironicamente.

Mi sento come se non fossi mai stato male, intendete? Come se tutti questi mesi di dolore si fossero estinti, così. O forse mi sto solo meravigliando, nel senso che appena tutto questo sarà finito tornerà tutto come prima. Ma certo, andrà sicuramente così. Mi basta stare da solo, le voci torneranno.
In questo periodo sono state più forti, so che a breve mi porteranno via. Nel modo più giusto possibile, perché così andrà. Riesco a sentire il gran mal di testa quando mi parlano, riesco a sentire che tutto si rallenta quando mi tengono fermo, quando mi fanno urlare, quando mi fanno piangere. Mi hanno rovinato. Odio tutto questo. La cosa bella è che sono in bagno, in questo momento. E che se non fosse per Josh, m'affogherei proprio adesso nella vasca. Ma non posso, non posso mai. Nessuno mi tollera in questo mondo ma c'è qualcuno che mi frena quando provo ad eliminarmi. Niente da fare.

Non ti preoccupare, Tyler. Arriveremo presto, davvero presto. Quando meno te lo aspetti.

« Voi non dovete arrivare.. » Sussurro. Josh si gira verso di me, in un solo movimento.
« Tyler? Sono loro? »
« Da quando ti preoccupi per me? » Continuo a sussurrare. « Chi sei? Non capisco. Non.. » Mi metto seduto per terra, sapendo benissimo la routine, e mi porto le mani sul viso. Voglio andare.

Vi prego, no. No.

« Tyler, non ti preoccupare, ci sono io. » Si inginocchia proprio affianco a me e mi accoglie tra le sue braccia. Stavo piangendo, ormai. Non ero più lucido.

« Chi sei, tu? »
« Io sono il tuo guardiano. » Mi stringe forte, e io chiudo gli occhi.
Non sapevo spiegarmelo, questo. Che intendeva? Il mio guardiano? Cosa voleva intendere, con quello? Nemmeno mi conosce, cos'è, uno scherzo?
Non ho detto nulla in risposta, l'ho solo guardato, per tanto tempo. Mi teneva come si fa con un bambino normalmente, anche essendo più basso - ma di poco. Cercava di recuperarmi, ma mi girava la testa. Sentivo tutto troppo, troppo pesante.
« Ti senti meglio? » Che bella voce, ragazzi. Non me n'ero mai reso conto.
Scuoto la testa e chiudo gli occhi, nascondendomi contro il suo petto. Un gesto totalmente intimo che non mi sarei mai permesso di fare, ma veramente non ce la facevo. E mi dispiaceva. Mi dispiaceva perché stavo per perdere l'unico che veramente ci teneva. « Andrai via, Josh. » Sospiro, alzando pian piano il viso. « Lo so. Me lo sento. Mi lascerai di nuovo qui, solo, senza nessuno. E passerò i miei giorni a scrivere canzoni sul nostro tempo passato insieme, già già. »
Okay, stavo delirando e lui rideva. « Mi stai dicendo che scrivi canzoni su di noi? »
Alzo le spalle. « Non ho mica detto questo. »
« L'hai fatto intendere, Tyler Joseph. » Quelle s-f così vicine nel mio cognome non erano così male, tutto sommato.
Sicuro di essermi ripreso, ci alziamo insieme. Mi guardo attorno, poi guardo Josh, fisso i suoi capelli. « Si sono asciugati, quasi. » Li accarezzo di proposito, con quella scusa. « Vuoi che continui? »
« Oh, a toccarmi i capelli puoi continuare anche fino a domani mattina. Adesso voglio sentirti cantare, è arrivato il momento. » Mi prende dal braccio e mi porta fuori dal bagno, andando al piano superiore. Dove mi stava portando? Sentivo l'ukulele muoversi più volte dietro la mia spalla sinistra. Non l'avevo lasciato nemmeno un secondo.
Siamo in una stanza molto ampia, pulita, sapeva di fiori. Davvero, un bellissimo odore. C'era una grande finestra e fuori un bel cielo pieno di stelle.
Oh, il mio tempo preferito.
Josh stava spostando il divano nero verso la finestra. « Questa è come se fosse una seconda stanza. Ci vengo quando sono triste. » Una volta fatto, si siede sopra e mi invita a fare lo stesso. Io ero nervoso, non volevo cantare. Nel senso.. Avevo paura di bloccarmi, no, non si può fare. « Tyler, quand'è il tuo compleanno? »
Alzo le sopracciglia, un po' sbalordito da quella domanda fuori posto. « Il primo dicembre, ma cosa c'entra? »
« Siccome sono le 11:59 del trenta novembre, mi sono fatto qualche domanda. Volevo regalarti questo bel momento, queste belle stelle che aspettano la tua voce assieme a me. » C'è stato del silenzio, poi è scattato qualcosa. Ora stava sorridendo. « Buon compleanno, Tyler. Spero tu sia felice di passarlo qui con me e non a letto fra le lacrime. Sono felice di essere il tuo angelo custode. »

Josh è più di un amico, lo potevo capire dai battiti accelerati del mio cuore. Le sue parole le avevo stampate in mente, un loop fisso. Se queste fossero state le mie voci, ne sarei stato molto felice.
« Josh, io.. Grazie, veramente, non può andar meglio di così. »
« Sì, invece. Cantami qualcosa. »
Alla fine mi decido e prendo il mio ukulele. Va bene, sono pronto. Gli avrei cantato un pezzetto di una canzone che avevo composto tempo fa, una delle più importanti. Le sapevo a memoria.
Speriamo di non piangere, penso, mentre mi preparo a suonare. Inizio quella lenta melodia, quasi malinconica, chiudendo gli occhi.

Sentendomi solo, ce l'avrei fatta.

« I ponder of something great, my lungs will fill and then deflate, they fill with fire, exhale desire, I know it's dire my time today.. »
Più che cantare era come se stessi parlando, nel modo più triste e calmo possibile. Questa è la mia canzone preferita, perché è l'ukulele a farsi sentire.
« I have these thoughts, so often I ought to replace that slot with what I once bought, cause somebody stole my car radio.. And now I just sit in silence. » Ecco la voce che veniva a mancare, i tremolii, ma le mani continuavano il loro lavoro. Continuavo a suonare, avevo aperto gli occhi senza paura e Josh, mi guardava. Mi guardava come se fossi l'unica cosa interessante in quella stanza. Decido di fare la stessa cosa, dritto negli occhi.
« Sometimes quiet is violent, I find it hard to hide it, my pride is no longer inside. It's on my sleeve, my skin will scream reminding me of who I killed inside my dream, I hate this car that I'm driving, there's no hiding for me, I'm forced to deal with what I feel, there is no distraction to mask what is real.. I could pull the steering wheel... » C'erano vari spacchi. Josh era rimasto sorpreso da me, perché lo stavo guardando. Avevamo entrambi gli occhi lucidi e non me lo spiegavo. « I ponder of something terrifying, cause this time there's no sound to hide behind, I find over the course of our human existence, one thing consists of consistence and it's that we're all battling fear. Oh dear, I don't know if we know why we're here, oh my, too deep, please stop thinking... I liked it better when my car had sound. »
Le lacrime mi stavano assalendo.
« I-I have these thoughts, so often I ought to replace that slot with what I once bought, cause somebody stole my car radio and now... I just sit in silence. Now I just sit in silence, now..
I just sit in silence.. » Finisco col suonare e poi smetto di guardare quel ragazzo, ero troppo imbarazzato, così ho abbassato lo sguardo verso l'ukulele, scuotendo parecchie volte la testa, nel frattempo mi sono sono asciugato le lacrime.
« Tyler.. » La sua voce mi fa tremare le gambe. « Vieni. » Mi tira a se' e mi stringe forte. Io mi lascio andare al pianto liberatorio, è troppo.
« Josh, sono così stanco.. » L'ho detto tra i vari singhiozzi.
« Hai una voce meravigliosa, lo sai questo? E ho percepito tante cose. Finché mi vuoi vicino, farò il possibile per farti stare bene. Lo giuro sulla mia stessa anima. » Quel respiro calmo e le sue labbra a contatto con la mia tempia, mi facevano credere a tutto.

Questa volta è diverso. E.. Sento di provare qualcosa.

What have I become? || JoshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora