10

389 52 1
                                    

E così ho fatto. Ho preso il mio ukulele, ho chiuso la porta a chiave e sono uscito fuori dalla finestra. Erano le dieci mi sa, non ne sono sicuro però.
Non so cosa mi stia succedendo, ma al suo "vieni da me" sono scattato. Non è che mi fa male tutto questo? Non so.
Busso alla sua porta e proprio un secondo dopo c'è lui di fronte a me, mi fa entrare in modo veloce.
« Scusa. » Ridacchia. « Non volevo che qualcuno ti vedesse, qualcuno come la tua famiglia. »
Mi capisce, davvero tanto. « Ti ringrazio. Quindi, a cosa devo questo invito? »
« Al tuo messaggio, vuoi diventare un uovo. E uovo sia! Ho la macchinetta pronta. Tu mi aiuti a fare i capelli gialli? »
Oddio, che complotto è mai questo? Per la prima volta, la vera e propria, scoppio in una risata fragile e breve, ma pur sempre un suono a me sconosciuto. Annuisco, però. « Lo farò volentieri. E l'ukulele? »
« Voglio sentirti cantare. Farai questo per me? »
Mi blocco sul posto. Mi guardo attorno e deglutisco. No, no, non posso. Lui mi rassicura portandomi una mano sulla spalla. « Tranquillo, siamo solo io e te, nessun altro, siamo soli. Per favore? » Oddio, non potevo resistere così.

Be', immaginate la mia risposta.

Okay, sono pronto. Josh sta per usare la macchinetta contro i miei capelli neri e finalmente, dirò addio a questo ammasso di.. Non so. E lui lo dirà ai suoi capelli rossi. Sono pronto, sì, lo sono.
« Vado, Tyler? »
« Vai, Josh. » Sento il familiare tic della macchinetta ed è lì che comincia a vibrare; io chiudo gli occhi appena, dallo specchio del bagno, noto che era vicina ai capelli. La sentivo. Stava letteralmente rasando i miei capelli a zero, e io mi sentivo libero. Erano uno strazio, per me. E Josh li stava scacciando.
Appena apro gli occhi, noto il suo sguardo fermo contro la mia testa mezza rasata, con attenzione, come se avesse paura di sbagliare. Poi si sposta verso di me e sorridiamo quasi allo stesso tempo. « Tutto okay? »
« Alla grande. Grazie. »
« Grazie per essere qui con me. »
Oddio, che ha detto? Posso mettere questa frase in loop? È fantastico. Non mi sono mai sentito così per qualcuno. Forse sto tornando alla normalità? Non lo so.
Non sento più il rumore della macchinetta. Josh mi fa girare verso di lui e mi aggiusta le ultime cose, per poi guardarmi con aria soddisfatta. Io mi stringo nelle spalle.
« Ho finito. » Ammette. « Stai benissimo anche così, davvero. Ho fatto tutto bene? » Mi rigira verso lo specchio, mi mantiene dalle spalle. Mi guardo la testa completamente vuota, senza un capello, il nero è andato. Be', il suo lavoro è stato ottimo, come lo porto è un decente.
« Perfetto. Grazie. »
« Ora tocca a me. Sai come fare dei capelli colorati? » Mi guarda con un sopracciglio alzato e una risata alquanto pronta. Ovvio che no.
« Certo che sì. Su, siediti sul bordo della vasca che comincio. »

Va bene, va bene. Dovevo dirgli che facevo molto schifo in questo, ma il giallo c'è. Dovevamo aspettare una mezz'oretta, il colore doveva espandersi o quella roba lì, magari formarsi. Come l'ha chiamato? Dio, non ricordo. Nel frattempo abbiamo parlato e mi ha fatto piacere.
« Quindi, mi stai dicendo che ti sei fatto questa cicatrice perché t'eri arrampicato sulla lavatrice per poi buttarti giù, siccome avevi voglia di volare? » Era quasi in lacrime. Ehi, ma cosa ride? Avevo una seria cicatrice sotto all'occhio destro.
Alzo gli occhi al cielo e rido alla fine con lui, arrendendomi. « Allora, a cinque anni si deve fare tutto. Io volevo volare. »
« È davvero divertente. Parlami ancora, Tyler, mi piace ascoltarti. » Si mette comodo e incrocia le gambe, cercando di non sporcare nulla con il suo giallo in testa.
« Dici davvero? Insomma, mi sembra di parlare tanto.. »
« Mi hai detto che non parli con qualcuno da sette mesi. Non che ora tu debba farlo per forza, ma sono felice di auto dichiararmi un tuo amico curioso. Quindi coraggio, dimmi altro. »
Sono delle parole molto carine. « Non saprei cosa dire, Jishwa. »
« Non voglio essere invadente, potrebbe darti fastidio, ma io chiedo. Cosa sono queste? » Mi prende le braccia e io mi blocco improvvisamente. Mi indica le fasce e io mi sento quasi di svenire. Andiamo, come le ha viste? È umanamente impossibile, me n'ero dimenticato persino io. Io ritiro le braccia e sospiro.
« Josh, questo è un qualcosa che non faccio io. Sono loro, non mi lasciano stare, e mi portano a brutte conseguenze. Nessuno sa di questo, okay? Mi sto aprendo troppo con te e mi chiedo se è una cosa buona. Sembri un amico ritrovato dopo anni e anni. » Sorrido leggermente ma lui era dannatamente preoccupato e non mi piaceva vederlo così. Volevo vedere il suo sorriso, le sue mille fossette, dov'erano? Mi rendono tanto felice.
« Io sono serio, Tyler. Non farlo più. Sento di doverti tenere al sicuro, e voglio farlo. Ti terrò il più lontano possibile dalle voci, fosse l'ultima cosa che faccio. »
Ho gli occhi lucidi. Io stringo le labbra tra loro e mi passo le mani sul viso, per non piangere. « È che sono delle parole così belle, così tanto che anche se fosse un sogno, farei finta di nulla e continuerei, sperando di non risvegliarmi più. » Tiro su con il naso, lasciando andare le lacrime di troppo.
Poi Josh ha fatto una cosa inaspettata. Un qualcosa a cui seriamente non ci avevo pensato, davvero;
Si era avvicinato a me, mi aveva asciugato le lacrime e un secondo dopo le sue braccia si erano strette attorno a me ma per tanto, tanto tempo. Io non sono riuscito a stringerlo, ero davvero incosciente, ma ero rilassato. Aveva un profumo buonissimo. Mi ricordava qualcosa di dolce, per niente forte, il che riusciva a farmi calmare.
« Stai meglio? » Mi chiede, dopo un eternità dal silenzio.
« Mai stato così bene, Josh Dun. Coraggio, devo finire il mio lavoro con i tuoi capelli. »
« Ti ho sporcato la maglia. » E scoppia a ridere.

Che bello.

What have I become? || JoshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora