Blurry era lì. Mi guardava, in fondo alla stanza, nel posto più buio, remoto d'essa. Rideva, rideva di me.
« Avevo promesso di non farmi vedere. Ma tu vuoi dirmi Ciao, non è così? Vuoi vedere cosa ti tormenta. » Avanzava man mano. Fischiettava divertito. « Io sono te, Tyler. Il tuo migliore amico. L'unico che ti capisce realmente. »
Ed eccolo lì. Una maschera nera, come il collo, le mani ed i vestiti. Sopra un capello rosso, gli occhi fuoco.
« Il tuo peggior incubo è arrivato. » Allungava le braccia, verso il mio corpo. La sua voce mi faceva rabbrividire.
Perché non posso muovermi? Che sta succedendo?
« Mi piace renderti insicuro, mi piace farti interessare al pensiero che la gente ha su di te. A Blurryface interessa ciò che pensi. » Che risata malefica. Mi strappa dalle braccia di Josh, mi sta portando via. Non posso urlare, non posso fare niente. Posso solo guardare.
No, non è possibile.
« Sta finendo tutto, Tyler. » Pausa. « E tu finirai con me. »
Non posso urlare.
Vi prego, no.
Non portatemi via.
Non voglio.
No, no!
Josh,
Io
...Mi sveglio di soprassalto, sono molto sudato, il buio regnava in quella stanza. Stavo stringendo una mano; Quella di Josh. Mi giro verso di lui, avevo una tremenda paura.
« J-Josh, Josh.. Ti prego.. » Sussurro e lo scuoto un po'. Comincio a piangere. Lui si sveglia subito e scatta seduto, ri-prendendomi tra le braccia.
« Tyler, che succede? Cos'è stato? » Mi stringe così bene.
« Lui.. Vuole.. Vuole strapparmi via da te.. Da questo posto... » Sussurro con il viso bloccato nel suo collo. Gli stavo bagnando praticamente tutto. « Ho paura, ho paura.. Troppa.. » Mi stavo torturando il viso con le mani.
Josh invece mi teneva stretto dai fianchi. Con il viso contro la mia spalla, mi sussurrava delle cose per calmarmi, per farmi capire che era solo uno stupido incubo.
Mi sentivo un bambino.
« Ascolta bene. Finché sono qui con te, nessuno ti farà del male. Nessuno ti porterà via da me. È mio compito proteggerti, soprattutto dal male. Non appartieni a lui, Tyler. » Mi prende il viso tra le mani, stavolta. Io annuisco flebilmente, poggiando la fronte contro la sua. « Non ti porterà via da me. » Ripete, lo ripete più volte e lentamente ci rimettiamo sul divano, lui mi culla per farmi riaddormentare. E ci riesce, eccome se ci riesce.***
Il risveglio è stato davvero piacevole, inaspettatamente. Ma avevo decisamente freddo alla testa.
Mi ci vogliono pochi secondi per focalizzare la situazione in cui mi - ci ritrovavamo. Josh mi stringeva forte, io ero stretto al suo corpo e così siamo rimasti tutta la nottata. È davvero andata così? Non ricordo nulla. Mi sposto delicatamente per non svegliarlo e mi metto a sedere una volta fatto.
Cavolo, anche mentre dorme è stupendo. Il modo in cui mi è vicino, io non me lo so spiegare. Non accetta nulla, Josh. Lui fa e basta. Mi tiene al sicuro, mi protegge. E gli sono grato di questo, ormai al perché della situazione nemmeno ci pensavo più.
Solo che.. Avevo una matta voglia di provare le sue labbra. Non ho mai dato un vero bacio, mai provato emozioni simili. Eppure.. È successo. Se ci provassi?
No, no, ma che dico.
Non posso.
Lui non ricambia. È semplice. Mi deve passare. Deve..
« Bellezza unica. » Sussurro e accarezzo la sua massa gialla, ridacchiando al ricordo di ieri. Non resisto, quindi gli faccio una semplice foto. Fortunatamente mi sono ricordato del flash. Gli lascio un bacio sulla fronte e mi alzo da lì.In casa regnava il silenzio. Non c'era nessuno, a casa Dun. Non capivo. Anche se era una violazione della privacy, entro istintivamente nella camera di Josh - Notato dal suo nome fuori - e me la guardo per bene. Era di un grigio spento, nulla di particolare, con una grande batteria al fondo. Ecco, il suo "gioiello".
Mi piaceva.
Ma non posso perdere tempo; quindi lascio il mio ukulele sul suo letto, affianco un bigliettino: - "Ricordami di venirlo a prendere sotto Natale. -tj" -. Poi esco da lì, da quella casa.
Non è da me, lo so, non lascerei mai il mio bambino a qualcun altro, no, non sono uscito fuori di testa.
Ho solo qualcosa in mente.Salgo dalla finestra, proprio come sono sceso e mi nascondo a letto, finalmente. Stranamente lascio tutto aperto, il sole fa subito visita alla stanza e sul mio viso padroneggiava un bel sorriso.
Sono felice, oggi.
Le mie voci non mi tormentano, da un po' di tempo. È stato solo quell'incubo.. Ma è tutto passato. Grazie a Josh.
Dio, non è che mi sta piacendo?
Scuoto la testa e mi nascondo contro il cuscino, ridacchiando. Dai, non può essere!
La mia felicità viene interrotta dal bussare della porta. Lo sguardo finisce contro essa e cerco di guardare bene la sagoma, ma invano.
« Mhm? » Dico a voce alta, cercando di farmi capire, come se avessi la voce impastata dal sonno.
« Tyler, vieni a fare colazione. »
Oh wow, una donna col ciclo. Pensavo mia madre fosse in menopausa.
Comunque, c'è solo un problema. La testa rasata. I miei capelli. Come glielo spiego? Okay, okay. Calmiamoci.
Mi alzo dal letto e apro la porta, assicurandomi che non ci sia nessuno nei paraggi. Poi recupero l'accappatoio, dei vestiti a caso e scappo in bagno. Dovevo farmi una doccia.Okay, mi sono vestito e la felpa col cappuccio in teoria aveva coperto quasi tutto. Benissimo, posso andare. Esco da lì e mi avvio verso la cucina, dai miei amati.
« Buongiorno. » Me ne esco con un piccolo sorriso. Mamma è quasi scioccata.
« Oh, ti sei svegliato. »
Ehm sì, fino a prova contraria. Vado a sedermi affianco a Zack e resto in silenzio, aspettando la mia colazione. Tutti mi guardano, e io non capisco. Sapete gli alcolisti anonimi? Mentre racconti, ti fissano e annuiscono continuamente. Ecco, uguali. Non chiedo, perché so benissimo la situazione. È il mio compleanno oggi, quindi avranno qualcosa in mente. Ma non è come l'anno scorso.
Io ho sempre odiato le feste, nel vero senso della parola. È un odio troppo profondo, non posso farci niente. È che l'ho sempre passato da solo, non c'è mai stato sfizio.
« Togli questo cappuccio, Tyler! » Non faccio neanche in tempo a bloccargli il braccio che Zack mi sfila quel cappuccio dalla testa. Io spalanco gli occhi e lo guardo davvero male, alzandomi dalla sedia. Bene, adesso è peggiorato.
« Che hai fatto, Tyler Robert Joseph? »
« Non chiamarmi così, mamma. Sono solo capelli. » Alzo gli occhi. Lei si era avvicinata a me e sì, ero pronto per uno schiaffo.
« Quando li hai fatti? Eh? » Mi prende da sotto il mento e mi stringe, girandomi come meglio preferisse.
« Me li ha fatti Josh ieri notte. Sono stato con lui. » La semplice verità.
« Josh? Il figlio di Laura? »
Io annuisco e mi stacco da lei, scacciandole la mano. Mia madre guardava mio padre alquanto paralizzata, poi si rigira verso di me.
« No, Tyler. Questo è troppo. Ti proibisco di uscirci. Non va bene. »
Ora parlo io. « Ma si può sapere che cazzo vuoi dalla mia vita? È l'unico amico che abbia mai avuto, mi sta vicino e mi rende anche felice. Mi dici qual è il tuo problema con lui? Voi lo siete in tutto questo casino! »
Non finisco nemmeno che mi arriva uno schiaffo sulla guancia. Io stringo i denti e la spingo indietro, aprendo la porta di casa e sbattendola a dovere.
« Fanculo. Non ci perdo tempo. » Rialzo il cappuccio e mi avvio, non so dove, ma da qualche parte. Ero così stanco che nemmeno le lacrime uscivano, avevo utilizzato pure la scorta secondo me.
Mi sono stancato. Sono stanco.
« Tyler? » Qualcuno mi sta chiamando. Non so, mi giro?
Non lo so.
« Tyler, ehi! » Ora c'erano dei passi pesanti e un attimo dopo, una mano sulla spalla. Salto letteralmente, girandomi verso Josh. Mi viene da sorridere istintivamente, così lo faccio. Lui però non ricambia.
« Cos'è successo? » Mi tocca con un dito la parte colpita da mia madre, sicuramente rossa.
Non volevo dirgli tutto. « Ho litigato con mia madre, così lei mi ha colpito. E io me ne sono andato. »
« Oh, Ty. E come ti senti? Dove stavi andando? »
Ehi, nemmeno un fidanzato farebbe così. « Uhm, mi sento e basta. Per la seconda domanda, non lo so, avevo solo bisogno di uscire.. »
« Ti va di venire con me? »
« Dove, Jishwa? »Sorride e mi prende per mano.
« Tu seguimi. »
STAI LEGGENDO
What have I become? || Joshler
FanfictionMi sono sempre chiesto se ci fosse qualcosa di diverso in me, nel corso degli anni. Mi sono fatto così tante domande e anche se ormai tardi, sono arrivato ad una conclusione: Sto bene da solo. Credo. È la mia mente che sta cercando di abituarsi, non...