Capitolo 22

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Chat Noir balzò sul tetto, osservando Peacock davanti a lui: «Qualcosa non va, mon minou?» gli domandò Ladybug, raggiungendolo e correndo al suo fianco; alla sua sinistra, Volpina solcava il cielo: un lampo arancio contro l'azzurro del cielo; mentre Torty...
Beh, Torty si stava muovendo nella strada sottostante, vista la sua naturale tendenza a distruggere i tetti.
«Odio avere ragione.» dichiarò il felino, arrivando alla fine dell'edificio e mettendo mano al bastone, in contemporanea con Ladybug che prese il suo yo-yo e lo lanciò verso un balcone, assicurando la presa e saltando dall'altra parte della via: «Io l'avevo detto che era lui.» sbottò, allungando la propria arma e usandola come asta per superare il vuoto.
«Tu avevi il sospetto che fosse lui.» precisò la coccinella, sorridendogli quando il ragazzo fu al suo fianco: «E' differente.»
Peacock si voltò, fissandoli e allargando frustrato le braccia: «Volete anche the e pasticcini, per caso?» domandò, ricevendo in cambio uno sguardo imbarazzato da Ladybug e un sorrisetto da parte di Chat: «Non possiamo parlare dopo aver salvato Sarah?»
«Mh. Si direbbe che Sarah è molto importante per te.» commentò il felino, voltandosi verso la ragazza al suo fianco: «Vero? Non da anche a te quest'idea?»
«Chat...»
«D'accordo, d'accordo. Lo prendo in giro dopo.» sentenziò Chat, alzando le mani in segno di resa e voltandosi verso Peacock: «Secondo te perché il nostro amichetto l'ha rapita?»
«Forse gli piacciono le bionde?»
«Dici? Io pensavo fosse un tipo da rosse.»
Volpina atterrò sul tetto, osservando il trio e affiancando Ladybug: «Cosa stiamo facendo?» domandò all'amica, poggiando una mano sul fianco destro e spostando il peso sul lato sinistro del corpo: «Non dovevamo correre a salvare la fanciulla in pericolo?»
«Mi piacerebbe saperlo anche a me.»
«Ehi!» la voce possente di Tortoise arrivò dal basso, mettendo fine a ogni discorso: i quattro eroi si avvicinarono al bordo del tetto, osservando di sotto.
«Dicci, Torty, cosa vedono i tuoi occhi da testuggine?» domandò Chat, voltandosi poi verso le due ragazze e ridendo: «Ho sempre sognato di dirla.»
«Io la ricordavo diversamente.»
«Sai, volpe, devi saper adattare le citazioni alle tue esigenze.»
«Il nostro amico si è fermato in mezzo alla strada.» urlò Tortoise, allungando il braccio e indicando la fontana che fungeva da rotanda: il guerriero nero era fermo, in equilibrio sopra la statua, e con Sarah gettata come un sacco di patate sulla spalla.
«Sarah!» urlò Peacock, saltando giù e correndo verso la ragazza e il nemico; evitò per un soffio un'auto e si fermò a pochi metri dall'altro, osservandolo nel suo insieme: la maschera dall'aria grottesca, l'armatura scura, le vesti dall'aria orientale...
Ladybug osservò i due che si sfidavano con lo sguardo, spostando poi l'attenzione e notando le forze dell'ordine parigine che, appostate a un'entrata della rotonda, fissavano tutto in silenzio: «Tortoise, pensa a proteggere Peacock.» ordinò e sorrise, vedendo il ragazzo fare un cenno affermativo con la testa: «Volpina, Chat...»
«Sappiamo cosa fare, my lady.» dichiarò il ragazzo, facendole l'occhiolino: «Tenere fuori dai guai Peacock e cercare di sconfiggere il simpaticone.»
«Io vado dal tenente Rogers.» mormorò la ragazza, indicando con un cenno del capo i poliziotti che, non sapendo bene cosa fare, si tenevano a distanza dal guerriero nero: «Vorrei evitare di coinvolgere più gente possibile...»
«Vai, my lady. Noi intanto andiamo a fare la bua a mister Sorrisone. Giusto, volpe?»
«Sono mister Sorrisone, sono mister Sorrisone...» canticchiò l'altra, attirando su di sé gli sguardi della coppia: «Che c'è? Andiamo! Chat fa battute sceme tutto il tempo, una volta che...»
«Io mi chiedo che problemi hai, volpe.»
«Sempre meno gravi dei tuoi, micetto.»
«Io vado, eh?» esclamò Ladybug, lanciando lo yo-yo verso un lampione e, usandolo per saltare, atterrò su un tetto dell'auto: «Salve!» esclamò, sorridendo agli uomini delle forze dell'ordine e individuando subito il genitore della sua vecchia compagna di scuola: «Tenente Rogers, può bloccare questa zona? Un perimetro intorno a questo isolato sarebbe l'ideale.»
«Come vuoi, Ladybug.» sentenziò deciso il poliziotto, mettendo mano alla ricetrasmittente e dando gli ordini ai suoi uomini: la ragazza osservò gli agenti presenti fermare le auto e rimandare indietro le persone che, curiose, si stavano addossando sui marciapiedi; si voltò, guardando Peacock e l'altro fissarsi ancora a vicenda mentre, alle spalle dell'eroe blu, Tortoise, Chat e Volpina erano in posizione di attacco.
Sorridendo agli agenti, Ladybug raggiunse i suoi compagni, schierandosi a fianco di Peacock: «Hai un piano?» gli domandò, facendo volteggiare lo yo-yo e tenendo anche lei sotto controllo l'altro e Sarah che, dimostrando sangue freddo e controllo di sé, non stava urlando e rimaneva stoica: «Oppure...»
«Sei tu il boss, Ladybug.»
La ragazza annuì, sospirando rumorosamente: «Peacock, mi serve che usi il tuo potere. Tortoise...»
«Faccio come la volta prima e lo proteggo.»
«Volpina, voglio delle tue copie e poi lanciagli contro il tuo fuoco fatuo. Chat, tu ed io vediamo di recuperare Sarah.»
Tutti annuirono: Peacock balzò indietro, inspirando profondamente e attivando il proprio potere, mentre Tortoise si metteva davanti lui e creava una barriera semicircolare, in modo da proteggerlo su tutti i fronti; Volpina suonò alcune note, creando delle copie e invocando poi il potere speciale della volpe, facendo apparire tante piccole fiammelle blu intorno a sé.
Chat Noir sorrise, mettendo mano al bastone e correndo verso il guerriero: saltò sulla recinzione che circondava la fontana e, con la sua arma tenuta sopra la testa, affondò un colpo nello stesso momento in cui Ladybug lanciò il suo yo-yo, avvolgendo il filo attorno al corpo di Sarah e tirandola poi verso di sé; l'eroina calcolò male la distanza e il peso, ritrovandosi addosso il corpo della bionda: «Stai bene?» le domandò, mentre cercavano di mettersi a sedere e sorrise al cenno affermativo dell'altra: «Chat! Il tuo potere!» urlò, vedendo il biondo assentire e balzare indietro, nello stesso momento in cui il guerriero nero aveva messo mano alla spada.
«Ehi, pennuto!» urlò Chat, tenendo il bastone in orizzontale e parando l'affondo del nemico: «Ci decidiamo a vedere qualcosa o lo invito per cena?»
«Niente. Come l'altra volta.» dichiarò Peacock, riaprendo le palpebre: «La sua vera natura...»
«Questo tizio inizia a essere noioso.» sentenziò il felino, saltando indietro e attivando il proprio potere, poggiando poi la mano destra per terra e creando una voragine, che imprigionò il guerriero nero: «Direi che è ora di farla finita.» sentenziò, voltandosi verso la coccinella e osservandola invocare il Lucky Charm e nuovamente, la magia della creazione, dette alla ragazza uno specchio.
«A quanto pare al tipo piace guardarsi.» dichiarò Volpina, scagliando i suoi fuochi fatui verso il guerriero e osservandolo mentre sopportava impassibile le fiamme azzurre.
Ladybug annuì, avvicinandosi lentamente e tenendo la superficie riflettente davanti a sé: si fermò a pochi passi dal nemico, chinandosi e poggiando lo specchio davanti a lui e, come la volta precedente, questi iniziò a urlare: alzò la testa verso il cielo, gridando disperato e poi voltandosi verso tutti loro.
Ladybug e Chat Noir rimasero immobili in prima linea, fissando il guerriero mentre usava la sua forza per uscire dalla crepa; Peacock e Tortoise raggiunsero Sarah, mettendosi davanti e facendole da scudo, mentre Volpina si portava il flauto alle labbra, pronta a suonare.
Il loro nemico riuscì a liberarsi, balzando davanti a tutti loro e ruggendo: «Adesso basta!» sentenziò una voce melodiosa mentre, alle spalle del guerriero, comparve una voluta di fumo e da questa ne uscì una figura femminile. Il combattente oscuro si voltò, inginocchiandosi alla nuova arrivata: il corpo era stretto in un lungo abito nero e un corpetto di cristallo nero proteggeva l'addome della donna, mentre un elmo elaborato le nascondeva la parte superiore del volto: «Mogui, figlio mio, hai fatto abbastanza per oggi.» mormorò lieve, carezzando la maschera del guerriero, poi si voltò verso gli eroi radunati: «Volevo incontrarvi, tutti quanti, Possessori di Miraculous.»
«Fammi indovinare...» mormorò Chat, indicandola e sorridendole: «Coeur Noir.»
«L'unica e sola.» dichiarò la donna, sorridendo: «Finora avete sempre sconfitto i miei figli, ma sappiate che non andrà sempre così: mi prenderò ciò che mi spetta. I Miraculous saranno miei.»
«Dicono sempre tutti così...» sentenziò Ladybug, fissando l'altra: «Ma ricorda: noi ti fermeremo.»
«Voi non avete idea di chi state combattendo.» dichiarò Coeur Noir, posando una mano sulla spalla del suo sottoposto e, con un movimento della mano, creò una voluta nuova di fumo scuro, scomparendo.
«Quindi è quella la nostra nemica?» domandò Volpina, mettendo giù il proprio strumento e scuotendo il capo: «Me la immaginavo diversa...»
«E come? Secondo me era perfetta come Coeur Noir: era vestita di nero, ha fatto la sparata da cattiva...»
«Ci sarà mai qualcosa che prendi seriamente, micetto?»
«Oh. Ma ci sono tante cose che io prendo seriamente...»
«Scusate...» mormorò Sarah, attirando l'attenzione dei cinque: la ragazza sorrise, portandosi dietro l'orecchio una ciocca bionda e controllando che il pettinino fosse ancora al suo posto: «Ehm. Ecco. Volevo ringraziarvi, mi avete salvata...»
«Grazie a te per non aver dato di matto, madamoiselle.» dichiarò Chat, avvicinandosi e facendole l'occhiolino: «Mai visto ostaggio più calmo e controllato di te.»
«Grazie...» mormorò la ragazza, chinando il capo e arrossendo vistosamente.
Chat si voltò verso gli altri, alzando la mano destra e indicando l'anello: «A quanto sembra dobbiamo andare, prima che sveliamo al mondo le nostre identità...» dichiarò ridente: «Non vorrei far svenire fanciulle indifese.»
Peacock osservò i quattro andarsene velocemente: avrebbe dovuto farlo anche lui, il suo Miraculous stava segnando lo scadere del tempo a disposizione: «Stai bene?» domandò alla ragazza, abbozzando un sorriso: «Non sei ferita?»
«No, no.» Sarah sorrise, facendo un giro su se stessa: «Sto benissimo.»
«Ottimo.» sentenziò Peacock, voltandosi nella direzione presa dagli altri; sospirò, sapendo benissimo che le ore successive sarebbero state infernali e poi balzò sull'edificio alla sua destra, trovando ad aspettarlo Chat, Ladybug e Volpina: «Fatemi indovinare: dobbiamo parlare?»
«Oh. Ma dai? Non pensavo che il pennuto avesse un cervello.»
Peacock alzò gli occhi al cielo, facendo poi un cenno del capo: «Io vi seguo.» dichiarò, sospirando: «Fatemi strada e portatemi in un posto dove potremmo chiacchierare: io vi ho svelato chi sono, adesso tocca a voi.»

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