Capitolo 41

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Il maestro Liu era immerso nella lettura del grande tomo che aveva davanti a lui, ignorando completamente la scodella di riso e il contorno che il padrone della locanda aveva portato loro: «Sembra una lettura interessante.» commentò Fu, portandosi il riso alla bocca e chiudendo le labbra attorno alle bacchette, buttando poi giù il boccone: «Di che parla?» domandò, allungando il collo e osservando il dipinto della pagina che il maestro stava leggendo: una fanciulla, in vesti orientali rosse con pois neri, intenta a usare la propria arma: «Ladybug? Maestro, ma…»
«Questo libro è un testo importante e prezioso, Fu.» dichiarò Liu, chiudendo il tomo e carezzando la copertina scura: «Ciò che è contenuto qua dentro riguarda i Miraculous e non deve mai cadere in mani nemiche.»
«Perché mi sta dicendo questo?»
Liu sorrise al ragazzo, alzandosi e poggiandogli una mano sulla spalla: «Ti ho osservato in questi ultimi mesi, Fu. Ho visto il giovane fanciullo diventare un uomo acerbo; stai combattendo bene come Genbu e hai instaurato un bel rapporto con gli altri Portatori…» Fu aggrottò le sopracciglia, fissando il maestro e non capendo quale fosse il fine di quel discorso: «Quel lontano giorno, in cui ti raccolsi dalla strada, vidi il tuo futuro: il dolore sarà presente per molto tempo, difficile sarà dimenticare la perdita ma andrai avanti e diventerai un grande Guardiano.»
«Io? Un Guardiano? Maestro, ma…»
Liu sorrise, poggiando il libro davanti al ragazzo: «Un giorno dovrai fare delle scelte, le stesse che ho dovuto fare io. Sono certo che questo ti sarà di aiuto.» dichiarò l’uomo, annuendo con la testa e poi posando una mano sul capo del ragazzo, scompigliandogli i capelli scuri: «Cerca di andare d’accordo con Fa.»
Fu abbassò lo sguardo sulla copertina, scuotendo la testa e rialzandola, non trovando più il maestro al proprio fianco: era stato così strano e quelle parole…
Perché avevano il sapore amaro dell’addio?
«Fu. Hai visto il maestro?» domandò Fa, entrando nella stanza con una manciata di mele tra le braccia; la ragazza l’osservò, accomodandosi sulla stuoia e facendo scivolare la frutta per terra: «Allora?»
«Era qui fino a poco fa…»
«Cos’è quel libro?»
«Me l’ha dato il maestro. Ha detto che è prezioso.»
«E perché l’ha dato a te, allora?»
«Non lo so…»

Fu si rigirò nel suo giaciglio, ascoltando il respiro addormentato di Fa e non riuscendo a prendere sonno: quella notte non c’erano stati combattimenti, i guerrieri di Chiyou sembravano dissolti nel nulla, dopo nottate che avevano attaccato ininterrottamente; Zorro e Pavão erano stati contenti della serata tranquilla, mentre Abeja aveva abbozzato un sorriso, lo sguardo preoccupato rivolto verso la nave imperiale attraccata al porto: la notizia dell’accordo, che l’imperatrice era riuscita a concludere per il matrimonio della figlia, era scivolata in tutta Nanchino, arrivando anche alle orecchie dei Portatori.
Presto la donna, colei che era posseduta da Chiyou, avrebbe lasciato la città e sarebbe tornata nella sicurezza del Palazzo Imperiale.
E per loro sarebbe stato molto più difficile sconfiggere il nemico…
«Non riesci a dormire?» domandò Fa, nel buio della stanza: il ragazzo si issò, appoggiando il peso sui gomiti e osservando i pochi contorni che, grazie alla luce lunare, riusciva a intravedere.
«Sì.»
«Anche io.» mormorò la ragazza, muovendosi sulla sua stuoia: «Il maestro non è ancora tornato e nell’aria…» Fa si fermò, respirando profondamente: «Ho la sensazione che succederà qualcosa e non sarà bello.»
Fu annuì, sentendo una leggera disperazione nella voce della compagna: Fa teneva a Liu molto più di lui, poiché era suo zio, sangue del suo sangue, ed era la persona che l’aveva salvata dall’esistenza che avrebbe avuto come donna dell’impero celeste, portandola a Nêdong e dandole uno scopo.
«E’ come essere sull’orlo di un baratro…» mormorò Fu, stringendo la mano e guardando il pugno: «E il vento si sta alzando: impetuoso e forte…»
Un sospiro, lungo e lugubre si levò da Fa: «Mi fa male il cuore…» mormorò la ragazza, con la voce grave come se stesse trattenendo le lacrime: «Tanto male.»

Quando Fu uscì dalla locanda, quella mattina, sapeva già che avrebbe trovato qualcosa di spiacevole: era una sensazione che si era radicata in lui da quella notte, da quando la sua compagna aveva accusato un dolore al cuore; osservò il maestro Liu, accasciato contro il muro dell’abitazione dall’altro lato della strada, con i lunghi capelli scarmigliati, lo sguardo era spento e le vesti candide sporche di sangue: una grossa macchia si espandeva al centro del petto tingendolo di scarlatto.
Fu socchiuse le palpebre, sentendo le lacrime farsi prossime; chinò il capo, inspirando profondamente: «Giuro di vendicarvi, maestro.» mormorò, alzando la testa e osservando il cadavere di Liu: «Chiyou pagherà per ciò che ha fatto.» lo sguardo gli cadde sui caratteri che erano stati scritti vicini al corpo, pochi ma con un significato profondo per un Portatore come lui: I miracoli non sconfiggeranno mai l’oscurità.
Chiyou sapeva.
Chiyou li stava attendendo.
Strinse i denti, ritornando all’interno della locanda e raggiungendo velocemente la stanza che aveva condiviso con Liu e Fa, in quei mesi a Nanchino: tre lunghi mesi erano trascorsi da quando erano giunti in quella città e avevano iniziato la lotta contro Chiyou: «Che succede, Fu?» domandò Fa, alzandosi a sedere e osservandolo con sguardo assonnato.
«Dobbiamo andarcene.» sentenziò secco il ragazzo, infilando il libro che gli era stato lasciato da Liu e i suoi pochi effetti in una sacca.
«Ma Liu non è ancora…»
«Liu non tornerà.»
«Cosa? Come puoi…» Fa si fermò, sgranando gli occhi e velocemente si alzò, correndo fuori dalla stanza: avrebbe dovuto fermarla, lo sapeva, ma era anche conscio che non sarebbe servito a niente; l’urlo di dolore della ragazza gli giunse da fuori, facendogli stringere forte i pugni e chiudere gli occhi: sto sognando. Il maestro Liu a breve mi sveglierà ed io…
Fu riaprì le palpebre, osservando la stanza e alzandosi per radunare le poche cose di Fa, lasciando al loro posto quelle del loro maestro: il locandiere le avrebbe avute come pagamento per la stanza; si preparò velocemente, uscendo poi dalla stanza e raggiungendo la compagna all’esterno della locanda, trovandola china contro il corpo del congiunto: «Dobbiamo andare, Fa.» dichiarò, afferrandola per un braccio e trascinandola via dal cadavere di Liu.
Il tempo ormai era giunto al termine.
Liu l’aveva saputo la sera prima, quando gli aveva lasciato il tomo sui gioielli miracolosi.
Chiyou lo sapeva, quando aveva lasciato il cadavere del loro maestro davanti la locanda ove alloggiavano.
Era tempo di metter fine a tutto.
Era tempo dell’ultima battaglia.

Miraculous Heroes {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora