Rafael osservò l'eroina che, addossata contro il muro, si teneva una mano all'altezza del cuore: Aiutami a salvare il mio amico. Aiutami a salvare Alex, le parole che lei gli aveva detto con voce disperata rimbalzavano nella sua mente.
Alex.
Al momento conosceva un solo Alex, l'amico di Sarah.
Possibile che sia lei?, si domandò, osservandola: i capelli biondi, gli occhi nocciola...
Mh. Sì, in effetti si assomigliavano veramente molto.
Sbuffò, buttando giù il telefono e imprecando sottovoce: sia Lila che Adrien non gli rispondevano. Che accidenti avevano da fare di così urgente da ignorare la chiamata? Scosse il capo, appoggiandosi anche lui contro la parete e abbozzando un sorriso alla ragazza vicina; corse lungo il menu della rubrica, selezionando il nome di Marinette e portandosi nuovamente l'apparecchio all'orecchio...
Se non rispondeva neanche lei...
«Rafael?» mormorò la voce della ragazza dall'altro capo dopo alcuni squilli, facendolo sospirare: «E' successo qualcosa?»
«Abbiamo un problemino.» sentenziò veloce il ragazzo, strizzando l'occhio a Bee: «Mogui è apparso di nuovo ed io sono con Bee che...beh, mi ha chiesto di aiutarlo, dato che è un suo amico.»
«Sei con...» ripeté la ragazza con la voce incredula: «Aspetta ma non sei...»
«Ah no. Sono ancora io, però le ho detto chi sono.» dichiarò Rafael, sentendo la ragazza trattenere il respiro e poi parlottare con qualcuno che era con lei: sicuramente mister perfettino, pensò fra sé, passandosi una mano fra i capelli e portando indietro alcuni ciuffi.
«Rafael?» la voce di Adrien gli arrivò all'orecchio ed era carica di rabbia maltenuta: «Capisco che ti sei voluto rivelare a noi, ma non è che adesso puoi andare tranquillamente in giro e dire "Oh, ma lo sai? Sono quel pennuto idiota! Sì, quello infilato in una tuta blu puffo...»
«E' blu pavone.»
«...che starnazza come un deficiente!"»
«E' Bee, nessun problema.»
«E' uguale!» sbottò Adrien e sospirò, quasi Rafael se lo immaginò mentre scuoteva il capo: «Dove sei?»
«Vicino all'osservatorio astronomico.»
«Arriviamo.»
«Puoi contattare anche l'altra coppietta? Ho provato a chiamare Volpina ma non mi risponde. Come qualcun altro...»
«Ehi, ero occupato!» sentenziò spiccio Adrien e Rafael fu sicuro di sentire Marinette gridare qualcosa: «Comunque chiamo Wei, sperando che Lila lo stia tormentando come al solito.»
«Perfetto. Vi aspetto qua. E sbrigatevi.»
«Fai conto di vedere già la mia coda, pennuto.»
Rafael scosse il capo, chiudendo la chiamata e infilandosi il cellulare nella tasca posteriore dei jeans: «Stanno arrivando.» dichiarò, sorridendo alla ragazza: «A breve saranno qui.»
«Faranno in tempo....» iniziò l'eroina, voltandosi nella direzione da cui sarebbe dovuto apparire Mogui: «Era molto vicino.»
«Forse si sarà messo a rapire qualche altra bionda.» sentenziò Rafael, incrociando le braccia e alzando la testa verso il cielo, tenendo d'occhio i palazzi in attesa degli altri: «Sai, tipo l'altro giorno...»
«Hai capito chi sono, vero?»
«A differenza di quel gatto spelacchiato, sono molto più intelligente.» dichiarò, sorridendole caloroso: «E quando hai chiesto di aiutarti a salvare il tuo amico Alex.» si fermò, scuotendo il capo biondo: «Non per dire, ma non è un nome molto comune a Parigi.»
«Io non...»
«Tranquilla, se non hai detto chi eri avevi i tuoi buoni motivi, no? Come tutti noi.»
Bee annuì, voltandosi nuovamente indietro e inspirando profondamente: «Dovresti trasformarti.» sentenziò, cercando di concentrarsi e sentire qualcosa: un guerriero di Coeur Noir, lasciato solo e arrabbiato...beh, sicuramente avrebbe distrutto tutto quello che avesse trovato a tiro, invece il quartiere era stranamente silenzioso.
Al suo fianco, Rafael sospirò: «Flaffy.» mormorò, facendola voltare in tempo per vedere un kwami celeste e con la coda da pavone svolazzare davanti il ragazzo: «Trasformarmi.» Bee socchiuse le palpebre davanti la luce della trasformazione che, una volta, svanita aveva lasciato il posto a Peacock: «Beh, che ne dici?» commentò il ragazzo, piroettando su se stesso.
«Sei identico a ogni volta che ti ho visto.»
«Ma questa è la prima volta che mi vedi trasformare.»
«E allora?»
Peacock aprì la bocca, pronto a ribattere quando alcuni movimenti lo interruppero; si voltò, osservando Ladybug e Chat Noir balzare dall'altro lato della strada: l'eroina lo salutò con un braccio alzato verso l'alto e lui ricambiò il saluto, notando anche l'arrivo di Tortoise e Volpina: «Scusate il ritardo.» commentò Ladybug, sorridendo a loro, una volta che ebbe attraversato la strada assieme agli altri: «Dov'è Mogui?»
«Dovrebbe essere qui in zona.» rispose prontamente Bee, voltandosi indietro: «Anche se...»
«Anche se?» incalzò Chat, incrociando le braccia e fissando intensamente l'ape: «Su, continua.»
«Non trovate che sia troppo silenzioso?»
Tortoise annuì, guardandosi attorno: «E' tranquillo. Non si dice.»
«Non si direbbe, Tortoise.» lo corresse Volpina, trovandosi d'accordo: non c'erano persone che urlavano e fuggivano, nessun rumore di distruzione, niente. Assolutamente niente.
«Dividiamoci e controlliamo il quartiere.» sentenziò Ladybug, socchiudendo gli occhi: «Dove è apparso Mogui?»
«All'osservatorio astronomico. Avevo un appuntamento con Alex e, poco dopo essere arrivato, si è sentito male e...» Bee si fermò, scuotendo il capo: «Beh, si è trasformato in Mogui.»
«Alex?» domandò Volpina, fissando l'altra intensamente: «Ma non è l'amico di...Sarah?»
«Ciao.» mormorò l'ape, agitando una mano in segno di saluto: «A quanto sembra ci conosciamo anche nella vita di tutti i giorni, eh?»
Volpina scosse il capo, ridendo: «Lila. E loro sono Marinette e Adrien.» dichiarò, indicando prima se stessa e poi la coppia: «Mentre immagino che non hai avuto il piacere di conoscere Wei; mentre Rafael...»
«Beh, il pennuto sta dicendo a tutta Parigi chi è.»
«L'ho detto solo a voi.»
«Fermatevi.» ordinò Ladybug, bloccando l'ennesimo scambio di battutine fra i due: «Abbiamo Mogui a piede libero: non è il momento, ok?» si zittì, guardandosi attorno: «Esattamente dove siamo qui?»
«Boulevard Blanqui.» le rispose Peacock, abbozzando un sorriso: «Ero venuto qua per andare a una patiserié che Flaffy adora, ma poi qualcuno mi è caduta fra le braccia.»
«Scusa.»
«Nessun problema.»
Ladybug annuì, socchiudendo gli occhi: «Volpina, Tortoise. Voi andate a destra. Bee, Peacock, voi a sinistra; mentre Chat ed io andremo a diritto. Dobbiamo trovarlo e circondarlo.»
«Ma come faremo a batterlo? Lui è...»
«Qualcosa ci inventeremo Bee, ok?»
La ragazza annuì, voltandosi poi verso Peacock e, dopo un cenno d'assenso da parte dell'eroe, si diressero nella direzione detta loro, mentre Volpina e Tortoise andavano dalla parte opposta: «Hai un piano, my lady?» le domandò Chat, prendendo il suo bastone e allungandolo, in modo da usarlo come asta per raggiungere il tetto.
«No.»
«E allora...»
«Qualcosa faremo. Non permetterò che Alex ci rimetta.»
«Purrfetto! Così mi piaci.»
Coeur Noir osservò il guerriero che, immobile nel parco, osservava la direzione in cui la ragazza era scomparso: «E così quella è Bee...» mormorò, abbracciando da dietro Mogui e stringendolo a sé: «Sei stato bravo, mio servo, a far uscire allo scoperto uno di loro. Ora so chi possiede il Miraculous dell'Ape.»
Mogui urlò, alzando il viso verso il cielo e Coeur sorrise: «Va tutto bene, piccolo mio. Va tutto bene.» gli mormorò, facendolo voltare e posando le mani sulla maschera di cristallo: «Vieni con me, mio guerriero.» bisbigliò, mentre volute di fumo scuro e denso li avvolgevano: «Io ti aiuterò.»
Tortoise si fermò, osservando la strada e scuotendo il capo: «Non c'è.» urlò, alzando la testa e osservando Volpina immobile a mezz'aria: «Sentiamo altri?» domandò, mentre la ragazza planava dolcemente, guardandosi a destra e a sinistra, annuendo poi con un sospiro; il ragazzo mise mano allo scudo, premendo la pietra centrale e attendendo, finché il volto di Chat Noir non comparve al centro: «Ehi, Torty. Che si dice?»
«Noi non abbiamo trovato niente. La zona è a posto.»
«Anche noi. Siamo arrivati fino all'osservatorio ma nulla.»
«E' possibile che sia svanito?» domandò Volpina, sbuffando: «Anche se mi chiedo come sia possibile: grosso, nero, arrabbiato. Come accidenti ha fatto ad andarsene così?»
«Non lo so, volpe.»
«Bee e Peacock? Li avete sentiti?»
«Mi ha chiamato prima il pennuto. Anche loro niente.» sbuffò Chat, scuotendo il capo: «Ladybug dice di fare un ultimo giro e poi andarcene. Ci troviamo tutti da mister Miyagi, ok?»
«Perfetto!»
«Si dice purrfetto, Torty.»
«Purrfetto.»
«Non ascoltarlo!» sbottò Volpina, chiudendo la comunicazione e scuotendo il capo: «Mai ascoltare il gattaccio.»
Fu sospirò, sentendo il campanello suonare: per una volta che aveva chiuso il negozio, desideroso di rilassarsi, qualcuno era giunto a disturbarlo: «Fa che sia qualcosa di grave...» borbottò fra sé, andando ad aprire la porta e ritrovandosi sei Portatori di Miraculous trasformati.
Li guardò uno a uno, studiando le maschere e l'abbigliamento: questi Portatori moderni. Sembravano usciti da uno di quei film tutti effetti speciali che si vedeva ogni tanto in televisione....
«Come mai siete qui?» domandò, aprendo la porta e facendoli entrare: «Sarebbe casa mia. Sapete?»
«Ci sembrava un posto carino dove riunirsi.» gli disse Chat Noir, facendogli l'occhiolino e rilasciando andare poi la trasformazione, tornando a essere Adrien Agreste.
Uno a uno, anche gli altri cinque lo imitarono e la saletta ove Fu accoglieva i clienti fu piena di adolescenti e kwami.
Bella giornata di riposo, sì.
Alex uggiolò di dolore, aprendo le palpebre e notando il soffitto: ok, dov'era?
Ricordava di essere andato all'osservatorio astronomico per incontrarsi con Sarah. L'aveva incontrata oppure no?
Non ricordava. E non ricordava come fosse arrivato lì.
In verità non sapeva neanche dove fosse.
Si tenne la testa, alzandosi a sedere e osservando l'ambiente: sembrava una camera di un albergo. Una costosa camera di un albergo altrettanto costoso: l'arrendamento lussuoso, la grande vetrata che dava sulla capitale parigina.
Oh! Finalmente vedeva la Tour Eiffel.
Da lontano, però.
Ok, le cose importanti prima: cosa era successo? Perché era lì?
«Ti sei alzato.» commentò una voce femminile, facendolo voltare: seduta su un divanetto, una donna lo osservava sorridente con un bicchiere di vino in mano: «Mio Mogui.»
«Veramente mi chiamo Alex.»
La donna sorrise, inclinando il capo e Alex notò solo allora il grande specchio che era alle sue spalle: «I nomi non hanno tanta importanza.» sentenziò la sua ospite, buttando giù il liquido cremisi e schioccando poi le labbra: «Anch'io sono stata chiamata in tanti modi, ma nessuno di questi ha mai definito pienamente chi io fossi.»
Bene. Fantastico.
Era in balia di un'alcolizzata.
Lentamente scivolò sul bordo del letto, poggiando i piedi nudi per terra e sentendo il parquet freddo: «Senta, la ringrazio per avermi aiutato, qualsiasi cosa sia successa, ma io devo andare.»
«Vuoi veramente andare, mio Mogui?»
«Già. Devo andare.»
«E dove...?»
«Ecco, io...» Alex si fermò, sbattendo le palpebre e notando solo allora che lo specchio non rifletteva la stanza: no, la superficie era scura e sembrava come se fosse in movimento perpetuo.
Sto male. Decisamente male.
La donna sorrise, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sul petto, all'altezza del cuore, con il palmo aperto: «Sei legato a me, mio Mogui. Sei il mio guerriero più fidato, sei l'unico che può portarmi i Miraculous...»
«Cosa...» iniziò il ragazzo, zittendosi quando una scarica gli attraversò il corpo, mettendolo in ginocchio: quel dolore, nuovamente.
Quel bisogno di buttare fuori qualsiasi cosa il suo stomaco contenesse; inspirò a fondo, poggiando le mani contro il pavimento e cercando di respirare: gli manca l'aria, non sapeva come fare a respirare...
Alzò la testa, gemendo di dolore, e quasi fu certo di sentire una risata provenire dalla donna.
E poi...
Di nuovo l'obliò.
«Mikko!» Tikki si lanciò sulla kwami gialla, abbracciandola fra le zampine: «Quanto mi sei mancata!» esclamò, strofinando il musetto contro quello dell'altra e facendo ridere le partner umane delle due.
«A quanto pare i nostri kwami si conoscono.» mormorò Sarah, osservando Mikko venire letteralmente sommersa dalle chiacchiere di Tikki: «Non mi aveva mai accennato ad altri come lei, almeno finché non siamo venute qui a Parigi.»
«I kwami si conoscono tutti.» spiegò Fu, sorridendo al gruppo di ragazzi: «Da quando l'uomo è apparso sulla Terra, ha sempre avuto bisogno di qualcuno che si ergesse per proteggerlo: per questo vennero creati i Miraculous e i loro rispettivi spiriti protettori. Inoltre, Tikki e Mikko sono le uniche due signorine fra loro sette.»
Sarah si guardò attorno, notando solo allora l'assenza dell'ultimo Portatore: «Manca Papillon...» mormorò, guardando uno per uno gli altri: «Oppure è il signor Fu?»
«Papillon è mio padre.» le spiegò Adrien, sorridendole: «Gli ho mandato un messaggio prima, ma con la settimana della moda vicina non può assentarsi dal lavoro. Ci penserò io a spiegargli tutto.»
«Bene, Sarah.» sentenziò Lila, poggiando i gomiti sul tavolino basso e osservando l'americana: «Pendiamo dalle tue labbra.»
Sarah sorrise, portandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli biondi: «E' iniziato tutto due anni fa: io vivevo a New York e...beh, era un periodo in cui c'erano degli strani attacchi da parte di guerrieri orientali completamente vestiti di nero...»
«I guerrieri di Coeur Noir.»
«Esattamente, Adrien.» Sarah annuì, osservando il legno del tavolo e sospirando: «Un giorno tornai a casa e andai in camera mia come al solito: fortunatamente vivevo in una zona abbastanza tranquilla. Era un quartiere residenziale il mio, perché quei guerrieri avrebbero dovuto attaccarlo? Ma mi sbagliavo. Quel giorno, poco prima che io salissi in camera mia, ci fu un boato all'esterno e, quando mi avvicinai alla finestra, vidi tre di quei guerrieri marciare per la strada. Corsi nella mia stanza e, solo allora, notai la scatolina nera che era sulla mia scrivania...»
«Mister Miyagi, se continua così, prima o poi verrà arrestato per violazione di domicilio.» dichiarò Adrien, voltandosi verso l'anziano e rimediando uno sguardo di rimprovero.
«La aprii e...beh, immagino che tutti voi sappiate cosa successe: da quel giorno diventai Bee e iniziai a contrastare i guerrieri di Coeur Noir, aiutata anche da Alex a cui avevo svelato la mia identità: era il mio migliore amico fin da quando ero piccola e non potevo tenergli nascosto questa cosa.»
«Perché sei venuta in Francia?» domandò Marinette, osservando come l'altra stava martoriando la manica della felpa: «Hai detto che hai seguito Coeur Noir...»
«Sì. Un giorno gli attacchi cessarono misteriosamente. Senza motivo. Fino al giorno prima c'era la possibilità che i guerrieri neri apparissero e poi...puff! Spariti nel nulla.» Sarah si fermò, portandosi una ciocca di capelli indietro: «Con Alex indagammo, ma senza riuscire a trovare qualcosa e fu allora che Mikko mi disse di venire a Parigi: c'era la possibilità che qui ci fossero altri Portatori e che Coeur Noir volesse prendere i loro Miraculous. E...beh, eccomi qui.»
«Alex all'epoca era già...» iniziò Rafael, sospirando rumorosamente: «Era già Mogui?»
«No. Non l'ho mai incontrato prima.»
«Quindi può darsi che il cristallo gli sia stato inserito dopo che Coeur Noir è venuta a Parigi? Ma come ha fatto?» domandò Rafael, voltandosi verso gli altri: «Come può...»
«Cosa stai dicendo?»
Vedi, Sarah...» Fu prese parola, sorridendo alla ragazza: «Ho il sospetto che Coeur Noir abbia inserito un frammento di cristallo nel tuo amico, in modo da controllarlo e manovrarlo, creando un guerriero immensamente più forte dei suoi fantocci.»
«Ma Alex non ha mai...»
«Si può dire che Coeur Noir è posseduta.» spiegò Fu, fissando il gruppo: «E ciò che la possiede può interagire con gli specchi...»
«Quindi, Coeur Noir può avere deciso di prendere qualcuno e, quando questo si è specchiato, gli ha messo il cristallo addosso?»
«Sì, Lila.»
«Ma perché Alex? Coeur non sa chi sono.»
«Forse Alex è qualcuno che l'ha interessata.» mormorò Fu, scuotendo il capo canuto: «O forse è stato terribilmente sfortunato.»
«Maestro Fu.» mormorò Wei, fissando l'anziano: «Sembra che lei sappia tante cose su Coeur Noir.»
«Forse so anche fin troppo su Coeur Noir.» commentò l'ometto, alzandosi in piedi e voltando loro le spalle: «Ma prima di rivelarvi ogni cosa, vorrei essere sicuro.»
«Sicuro di cosa? Di farci ammazzare?»
«Adrien...»
«No, niente Adrien, Marinette. Lui sa ed io sono stanco di non sapere nulla su chi sto combattendo.»
«Mi sembra che anche con Papillon eri in queste condizioni, Chat Noir.»
«La situazione era differente.»
«La situazione è uguale, Chat.» sentenziò Fu: «Ogni cosa vi sarà detta a tempo debito: non voglio rivelarvi più dello stretto necessario. Per quanto pensiate che sia crudele da parte mia, ma lo faccio solo per il vostro bene.»
«Ma...»
«Ogni cosa che mi dirai, Adrien Agreste, non mi farà vacillare.»
Il silenzio calò come una cappa su tutti loro: Sarah li osservò uno per uno, scuotendo poi il capo biondo: «Io non so molto su Coeur.» mormorò, abbozzando un sorriso: «Non l'ho mai incontrata quando ero a New York e mi sono sempre scontrata con i suoi guerrieri; l'unica cosa che so è che è determinata a vincere e a possedere tutti i Miraculous: lo so, non è niente a paragone di ciò che ci direbbe il signor Fu, ma...»
«Grazie, Sarah.» mormorò Lila, prendendole le mani fra le sue e stringendole: «E grazie di averla seguita fin qua e di essere al nostro fianco.»
«Quindi siamo un gruppo adesso?» domandò Rafael, alzando le braccia: «Siamo diventati gli Avengers parigini?»
«Siamo anche molto meglio, pennuto.»
«E siamo sicuri di alcune cose.» dichiarò Marinette, sorridendo agli altri: «Salveremo Alex, impediremo a Coeur Noir di mettere le mani sui nostri Miraculous e la sconfiggeremo.»
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Miraculous Heroes {Completata}
FanficSono passati quattro anni da quando Ladybug e Chat Noir hanno sconfitto Papillon, riportandolo dalla parte del bene. Ma una nuova minaccia giunge a Parigi e i due eroi non sanno se stavolta riusciranno a fermarla... *Questa storia (o per megli...