Prologo

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Secoli fa, furono creati sette gioielli magici che donavano dei poteri fantastici: I Miraculous.
Durante la storia, questi gioielli sono stati usati dagli eroi per salvare l’umanità.
Due di questi erano più potenti degli altri: gli orecchini della coccinella, con il potere della creazione; e l’anello del gatto nero, con il potere della distruzione.
La leggenda dice che a colui, che avrebbe avuto entrambi i gioielli, sarebbe stato donato il potere assoluto.
Solo una persona, in tutta la storia, ha cercato di prendere i due potenti Miraculous: Papillon, il possessore del Miraculous della farfalla.
Ma, quattro anni or sono, Ladybug e Chat Noir hanno fermato il loro nemico e l’hanno riportato dalla parte del bene.

Plagg sbadigliò sonoramente, mentre ascoltava Nuru raccontare loro qualcosa che sapevano benissimo: «Non è per rovinarti la storia…» mormorò, sistemandosi meglio contro la scatola vuota di Camembert e allungando una zampetta all’interno, alla ricerca di qualche pezzetto superstite di formaggio: «Ma c’eravamo anche noi.»
«Ssssh!» intimò Wayzz, il kwami del Miraculous della tartaruga, osservando male il felino nero: «Adesso c’è la parte più interessante.»
Plagg fissò il kwami verde, sperando che non dicesse sul serio: davvero voleva stare a sentire Nooroo raccontare la storia che avevano vissuto non poco tempo fa?
«Quale?» commentò l’esserino nero: «Quella dove narra di come Ladybug e Chat Noir hanno scoperte le relative identità, si sono innamorati – cioè lo erano già l’uno dell’altra, ma troppo idioti per capire che si amavano a vicenda – e si sono messi insieme?»
«No! Me l’hai rovinata!»
«Stai scherzando, vero?»
Nooroo sospirò, osservando Plagg e Wayzz iniziare a litigare e scosse il capo: «Speravo fosse una cosa carina, ritrovarsi e commentare ciò che è successo quattro anni fa…» mormorò, sedendosi accanto alla kwami della coccinella che ridente osservava gli altri due.
«Beh, come idea non era male. Ma conosci Plagg, non è tipo da cose come questa.»
«E Wayzz prende sempre tutto sul serio.»
Si voltarono entrambi, giusto in tempo per vedere il kwami verde lanciare pezzi di lattuga contro il felino nero, che rispondeva a suon di formaggio: la kwami rossa rise, scuotendo il capo: «Però è bello sapere che siamo in pace, che la mia protetta e quella di Plagg stanno vivendo il loro amore felici e contenti…» si fermò, sospirando: «Tutto è perfetto!»

Fu osservò i quattro kwami: Plagg e Wayzz stavano litigando come loro solito, Nooroo cercava di placare gli animi e Tikki li osservava tranquilla.
Da quanto non vedeva quei piccoletti tutti assieme? Tanto tempo.
Con un sospiro, si voltò verso il grammofono, al cui interno era nascosto lo scrigno dei Miraculous: tre kwami mancavano all’appello, tre Miraculous che aveva donato a giro per il mondo.
Perché, se aveva imparato una cosa fondamentale nei suoi centonovant’anni, era che il Male non riposava mai.

L’aeroporto di Charles De Gaulle era febbricitante: turisti che arrivavano nella capitale francese, turisti che se ne andavano, altri che erano solo di passaggio, altri ancora erano giunti fin lì per lavoro.
Quel luogo era pieno di vita.
E lei era giunta in quel luogo con una missione.
«Pensi sia una buona idea?» le domandò una vocina, mentre un musetto giallo faceva capolino dalla sua borsa.
«Mikko! Potrebbero vederti!» esclamò la ragazza, guardandosi attorno.
La folletta gialla ridacchiò, ritornando nel suo antro: la ragazza sbuffò, ricordando di come la kwami era uscita da una strana scatola nera, che aveva trovato nella sua camera, qualche tempo fa; legata dalla magia a un pettinino a forma di ape, Mikko le aveva detto di essere un Kwami e che le avrebbe donato dei poteri.
Da quel giorno era diventata Bee, paladina della giustizia e del bene.
E per la giustizia e il bene era giunta fino a Parigi.
Perché la sua nemica era lì.
E lei l’avrebbe fermata.

Sorrise, osservando la calca di gente che affollava la pista da ballo, sotto il balcone vip che aveva prenotato per quella sera; sentì le mani della sua compagna scivolargli sulle spalle, mentre il profumo costoso gli arrivava alle narici: sapeva benissimo cosa voleva lei.
Era bello e lo sapeva.
Era ricco e la sua partner lo sapeva.
Si portò il bicchiere colmo di liquore e lo buttò giù in un sorso, voltandosi poi verso la sua partner:  «Che strano ciondolo…» commentò la donna, facendo scorrere le dita laccate di rosso sul ciondolo che teneva al collo.
«E’ un ciondolo magico.» dichiarò lui, sorridendole e allontanandole le mani dal monile, baciandole uno a uno i polpastrelli: «Dentro c’è un folletto che mi fa trasformare in un supereroe.»
«Come Ladybug e Chat Noir?»
«Esattamente come loro.» dichiarò, sorridendo convinto: «Ma io sono più bello di Chat Noir. E più potente.»
La donna rise, gettando la testa all’indietro e, quasi sicuramente, pensava che lui stesse scherzando.
Non sapeva quanto distante dalla realtà era.

Miraculous Heroes {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora