Marinette osservò la calca di gente che era ammassata di fronte al locale dove Jagged Stone si sarebbe esibito, inspirando profondamente: «Paura, my lady?» le domandò Adrien, prendendole una mano e tirandola verso di sé sul sedile posteriore dell'auto, mentre il Gorilla accostava al marciapiede: «In verità dovrei essere io quello terrorizzato.»
«E perché?» Adrien le sorrise, facendole scivolare addosso lo sguardo verde e Marinette si mosse a disagio sul sedile: «Che c'è?» domandò, dopo un po' e sentendosi le guance in fiamme.
«Nulla. Stavo solo pensando che con quella minigonna e questa maglia...» il biondo si fermò, scuotendo il capo: «Forse stasera potrò finalmente far valere il mio status di fidanzato.»
«Vuoi menare qualcuno?»
«Solo se ci provano con te, my lady.» dichiarò Adrien, facendole l'occhiolino e poi, bloccato dal grugnito dell'autista, diresse la sua attenzione su di lui: «Ti chiamo appena usciamo.» decretò, osservando l'uomo annuire: Adrien aprì lo sportello, uscendo dall'abitacolo e aiutando la ragazza a fare altrettanto. Ridacchiò, osservandola tirarsi giù l'orlo della gonna: «Stai benissimo.» le mormorò all'orecchio, prendendole la mano e posandosela nell'incavo del braccio: «E adesso andiamo a caccia di pennuto.»
«Chi vorresti cacciare tu?» sbottò Rafael, facendosi strada con Sarah e Alex al seguito.
«Non hai proprio senso dell'umorismo...» sospirò Adrien, scuotendo il capo biondo e sorridendo al terzetto: «Siamo solo noi?»
«Vicino all'entrata ci sono gli altri.» spiegò Sarah, ridendo allegra e avvicinandosi all'amica: «Marinette, sei...»
«Incredibilmente bella? Straordinariamente sexy?» buttò lì Adrien, sorridendo alle due ragazze che lo guardarono un attimo, prima di allontanarsi e chiacchierare fra loro: «Bello. Uno le fa i complimenti e viene mollato così...»
«Sono donne, amico.» sentenziò Alex, sistemandosi gli occhiali: «Quando si ritrovano devono spettegolare.»
«A sentire quelle due là - tre se ci aggiungiamo anche l'italiana - siamo noi quelli che spettegolano.» mormorò Rafael, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans e fissando il suo ospite: «E solo perché quando eri Mogui avevi una signora armatura.»
«Ero figo?»
«Parecchio, amico.» sentenziò Adrien, annuendo con la testa: «Volevo la tua armatura. Veramente! Stavo già pensando al mio nuovo nome da eroe!»
«Perché avresti dovuto prenderla tu? Sarebbe stata benissimo a me!»
«Io ho un costume nero.»
«Nero su nero fa schifo.»
«Scusate...» mormorò Wei, avvicinandosi ai due e interrompendoli: «Lila chiede se posso entrare.»
«Beh, Wei. Se vuoi entrare in Lila, entra pure.» sentenziò Rafael, scuotendo il capo e ridendo, alla faccia del cinese: «Tranquillo, amico. Ho capito, ho capito. Sì, andiamo.» decretò, dirigendosi verso il gruppetto vicino la porta de Le Cigale e parlottando con un tipo che indossava una maglietta nera con il nome del locale scritto sopra.
«Che cosa ho detto?» domandò Wei, voltandosi verso Adrien e trovandolo piegato in due dalle risate: «Ho sbagliato...»
«Tecnicamente non hai sbagliato niente, amico.» sentenziò il biondo, portandosi indietro le ciocche della frangia e ridacchiando ancora: «Solo...»
«Solo?»
«Dobbiamo assolutamente farti un corso accelerato di francese.» sentenziò Adrien, raggiungendo il resto del gruppo e ridacchiando ancora; Wei guardò Alex, osservandolo negare con la testa e dirigersi anche lui verso l'entrata, seguito da Wei.
«Siamo tutti?» domandò Rafael, voltandosi verso il gruppetto e annuendo poi con la testa: «Andiamo. Jagged Stone ci aspetta!» esclamò, facendo cenno di entrare: Nino li superò tutti, prendendo Alya per mano e sorridendo al buttafuori; subito seguito dagli altri che, uno dopo l'altro, lo seguirono tranquillamente.
«Dove è il nostro posto?» domandò Adrien, osservando la calca di gente che aveva riempito la zona centrale e poi le due logge, che abbracciavano il centro e il palco; Rafael indicò un punto e il biondo annuì, prendendo una mano di Marinette: «Per non perderti, my lady.»
Marinette annuì, osservando il loro compagno farsi strada fra la folla che aveva iniziato a occupare anche la loggia, arrivando alla fine - praticamente davanti il palco - e sorridere ai nove posti a sedere che erano stati lasciati liberi: «I nostri posti.» dichiarò Rafael, allargando le braccia e sorridendo: «Ringraziamo Alain, se possiamo ammirare Jagged Stone in tutta la sua magnificenza da vicino.»
«Chi è Alain?» domandò Sarah, accomodandosi a sedere e poggiando la borsetta sulle ginocchia, mentre Alex si sedeva alla sua sinistra e parlottava con Nino e Alya, accomodati proprio dietro di lui.
Rafael sorrise, sedendosi accanto all'americana e allungando le gambe davanti a sé: «Il proprietario.» spiegò, guardando il palco: «E' un amico di mio padre ed è quello che si occupa di controllare che io sia vivo, di tanto in tanto.»
«Perché? I tuoi dove sono?» domandò Marinette, prendendo posto accanto al ragazzo e osservandolo interessata, mentre Adrien si accomodava al suo fianco.
«Mia madre è a New York, mentre mio padre al momento penso sia da qualche parte in Africa.»
«Ma dai? Tua madre è nella nostra città!» esclamò Alex, sorridendo e dando una lieve gomitata a Sarah: «Se vuoi, quando torno a casa posso portare un tuo messaggio o qualcos'altro.»
«Terrò presente, bro.»
«Cosa vuol dire che tuo padre è da qualche parte in Africa?» domandò Lila, sedendosi dietro Rafael e scuotendo la testa: «Non...»
«E' una specie di avventuriero: hai presente Indiana Jones? Ecco, immaginatelo meno figo e avrai mio padre.»
«Fa l'archeologo?»
«Un qualcosa del genere sì. Penso sia laureato in archeologia, sinceramente l'unica cosa che so è che va a giro per il mondo, trova vecchie reliquie e le molla a qualche museo; nel mentre scrive libri sulle sue avventure, che vendono un casino.»
«Quindi tu vivi da solo?» domandò Nino, allungandosi sui sedili davanti e sorridendo: «Forte.»
«Già. Forte.» esclamò il ragazzo, abbozzando un sorriso e notando poi lo sguardo di Sarah fisso su di sé: «Non è male, veramente. Sono libero di fare quel che mi pare, mi manca solo un po' di compagnia quando torno a casa, fortuna che ho Fl...»
Adrien tossì, fissando male il moro e scuotendo il capo, che abbozzò un sorriso: «Fortuna che ho Flaffy, il mio cane.» spiegò, sorridendo a Nino e Alya: «Senza di lui sarei perso.»
I due annuirono e Rafael tornò a fissare il biondo, scuotendo poi il capo: «Sta per iniziare.» sentenziò, indicando il palco ove i tecnici avevano appena finito di montare il tutto; alcuni membri della band di supporto presero posizione e le luci della sala si abbassarono lentamente, facendo cadere l'oscurità.
Un fascio di luce viola si accese, puntato verso il palco e un urlo si levò dalla folla, quando Jagged Stone fece la sua entrata in scena: un braccio alzato per aria a mo' di saluto per i fans, si avvicinò al microfono: «Buonasera Parigi!» gridò e una nuova risposta si alzò dalla calca.
Adrien si appoggiò al bracciolo della sedia, osservando il cantante e poi ridacchiando, quando il suo sguardo si spostò su una persona ferma al margine del palco che, macchina fotografica alla mano, stava scattando parecchi scatti all'inglese: «Marinette...» bisbigliò, osservando la ragazza voltarsi verso di lui: le indicò la persona in questione, osservandola scuotere la testa quando lo ebbe notato.
«Vincent Asa!»
«A quanto sembra lo segue ancora.»
La ragazza ridacchiò, voltandosi verso il biondo e portandosi una mano sinistra alla tempia: «Guarda l'obiettivo.» mormorò, ricordando quando il fotografo stalker di Jagged era stato akumatizzato.
Adrien uggiolò, scuotendo la testa: «Non ricordarmelo!» dichiarò, abbassandole la mano e baciandole la punta del naso: «Devo rinfrescarti la memoria su chi era stato rinchiuso con Chloe in quello posto assolutamente assurdo? Bianco e infinito. Un incubo.»
«Il posto o essere rimasto con Chloe?»
«Entrambi.»
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Miraculous Heroes {Completata}
أدب الهواةSono passati quattro anni da quando Ladybug e Chat Noir hanno sconfitto Papillon, riportandolo dalla parte del bene. Ma una nuova minaccia giunge a Parigi e i due eroi non sanno se stavolta riusciranno a fermarla... *Questa storia (o per megli...