Capitolo 12

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Volevo fuggire, volevo alzarmi e iniziare a correre il più veloce possibile e allontanarmi da quella maledetta panchina in cui ero seduto aspettando Federica.

Il giorno prima gli avevo mandato il fatidico messaggio che fa tremare anche l'uomo più forte: "Ti devo parlare". Magari non sarò stato originale ma il senso è quello e non c'è parola che possa alleviare quel tipo di dolore.

Subito mi aveva risposto chiedendomi cosa succedeva e le ho risposto dicendole di incontrarci il giorno dopo alla stessa panchina in cui le avevo chiesto di metterci insieme.

Ed ora eccomi qui, seduto in questa stramaledetta panchina ad aspettare una ragazza alla quale procurerò un dolore tremendo. Sto letteralmente tremando, ma non dal freddo: sono stato sempre così, ogni volta che per qualche motivo so che ferirò qualcuno ci sto male anche io, non posso farci niente.

Eccola, la vedo arrivare quasi di corsa con un'aria preoccupata in viso.

F:- Tesò, che succede? Mi sono preoccupata tantissimo. – Mi chiese con un po' di fiatone dovuto alla corsa.

G:- Siediti, ti devo rivelare una cosa importante.

Aspettai che si sedesse e che riprendesse un respiro regolare prima di cominciare a spiegare.

G:- Non so proprio come dirtelo.....Io ti voglio veramente tanto bene ma non possiamo più stare insieme...

F:- Oddio Giò, perché mi dici questo? Che ho fatto di sbagliato? – Chiese con gli occhi lucidi, pronti per scatenare una cascata di lacrime.

G:- No, tu non hai fatto niente. Tu sei la ragazza migliore che io abbia mai incontrato.

F:- E allora perché mi vuoi lasciare? – Ormai parlava singhiozzando: oddio, perché quel giorno le ho chiesto di metterci insieme? Quanto sei stupido Giorgio!

G:- Fede, io sono gay... – L'ultima parola l'ho praticamente bisbigliata ma pare che l'abbia capita comunque.

F:- Cosa? E quando te ne saresti accorto? – Domandò con una voce che mostrava la trasformazione di parte del suo dolore in rabbia.

G:- E' da un po' ormai. Mi dispiace tantissimo Fede, ammetto di essere uno stro**o e un egoista di me**a ma non avevo il coraggio di dire la verità.

Rimase qualche minuto in silenzio, non so cosa stesse pensando ma se io fossi stato al suo posto a quest'ora mi sarei alzato e avrei dato un pugno a quello stro**o davanti a me.

Non sapevo cosa dire così aspettai che fosse lei a parlare e a rompere quel silenzio che mi stava soffocando.

F:- Dimmi una cosa – Iniziò con voce calma e senza far trapelare alcuna emozione. – Quando mi hai chiesto di metterci insieme lo sapevi?

Temevo da morire quella domanda: dovevo mentire? Dirle ancora un'altra bugia? Magari questa volta l'avrebbe fatta stare un po' meglio ma mi ero stancato di mentire. Non riuscii a dirlo così feci sì con la testa senza parlare. Poi alzai lo sguardo verso lei e vidi che stava piangendo; il mio cuore stava urlando di rabbia verso me stesso e se solo avessi potuto mi sarei dato uno schiaffo.

F:- Quindi tutto quello che mi hai detto era una bugia? Tutto quello che abbiamo fatto insieme era una finzione? Solo perché non avevi le palle di dire a tutti la verità? E immagino tu sia già innamorato di qualcuno, vero?

Altro sì muto con la testa.

F:- Vorrei che ti usasse e ti facesse soffrire come hai fatto tu con me....

Era comprensibile, anzi, forse anche troppo poco.

F:- ...ma ti amo ancora troppo per augurarti questo e anche solo sapere che stai soffrendo mi farebbe stare male.

Rimasi letteralmente stupito da quelle parole e la guardai dritto negli occhi.

F:- Perciò ti auguro di essere felice e che l'altro ti ami almeno quanto ti ho amato e ti amo io.

Finita la frase si alzò dalla panchina e corse via, lasciandomi solo, senza avermi dato il tempo di dirle qualcosa.

G:- Anch'io spero tanto che tu possa trovare qualcuno che ti ami veramente, è quello che ti meriti.

Rimasi lì, seduto in quella panchina per un'altra ora, senza sapere cos'altro fare.

Da una parte ero felice di aver detto la verità a Federica ma dall'altra ero distrutto per averla fatta soffrire così tanto.

Tornai a casa e mi chiusi in camera, magari lavorare mi avrebbe distratto un po'.

Stavo editando un video quando sento suonare il cellulare. Lo prendo e vedo che stava suonando per ricordarmi una nota che mi ero scritto il giorno prima: "fai video sulla polo di Giampy."

G:- Oggi no di sicuro. Magari ci vado domani, sperando di essere in grado di fare Murry.

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Bella a tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuutti ragazzi e bentornati su questa ff!

Vi lascio trascorrere il Natale con questo capitolo che magari non rispecchia proprio lo spirito delle feste ma infondo prima o poi doveva succedere...

Mi raccomandotrascorrete buone feste e noi ci rivediamo la prossima settimana con l'ultimocapitolo dell'anno, ciauuuuuuuuuuuuuuuu!

Io, te e noi due  || MurryTekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora