Capitolo 7: Un cuore sul cicglio del oscurità

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Era tutto grigio, nulla andava per il verso giusto nei ultimi tempi. Sembrava che nella sua vita tutto fosse contro di lui. Si scostò i capelli svolazzanti inspirando a fondo l'aria, si sentiva già vacillare dentro di sé le emozioni, sbatté le palpebre cercando di ricordare come tutto fosse cominciato.
Alla giovane età ottenne l'occasione più grande della sua vita, l'inizio di una grande carriera. La gioia che provava nel momento che gli venne comunicato di essere stato preso come tirocinante per quel periodo era enorme, il primo vero grande passo. Grande tale che finì subito. Lo visse per così breve tempo che gli fu letteralmente sbattuto in faccia. Andavano tutti d'accordo, si divertivano insieme e si preparavano sempre dando il meglio di loro stessi. Sarebbe potuto diventare una star di fama mondiale! Sarebbe stato il sesto membro dei King del Kpop! <Ma non fu così...> Venne licenziato prima della loro comparsa nel mondo della musica, giovane come era aveva ancora tanto da imparare... ma il dolore del fatto di sentirsi dire che fosse inadatto gli rimase impresso nel cuore. Dopo essersi rintanato per giorni a letto, tra le lacrime della delusione credendo che tutto fosse finito e che il suo sogno di diventare cantante fosse andato in fumo si presentò una seconda possibilità.
La Cube Entertainment lo accolse nella loro famiglia creando così con lui un nuovo gruppo, i Beast. Come nuovo inizio non era male, fece esperienza, ma la comunicazione tra di loro cominciava a mancare. Dopo un corto periodo insieme cominciarono litigi e discussioni facendolo sentire sempre più in disparte, finendo letteralmente emarginato dal gruppo.
"Il gruppo Beast perde un membro..." disse sentendo l'aria fredda scompigliargli di nuovo i capelli, mentre i fiocchi di neve volavano davanti ai suoi occhi.
Fu deciso che dovesse andarsene essendoci poca comunicazione, se ne andò senza saluti da parte dei altri. Non lo guardarono nemmeno uscire dalla stanza per l'ultima volta, davano più attenzione ai loro cellulari e argomenti di cosa avessero fatto quella mattina che a lui. Li si rese conto che era rimasto solo.
Un anno dopo, cercando di creare vari progetti e trascorso molto tempo libero tra alcol e feste varie venne unito assieme a Hyuna, delle 4Minute, lì si che tutto ricominciò alla grande apparendo insieme in molti concerti. Purtroppo non durò a lungo, ma ritornarono in scena due anni più tardi con un altro pezzo nel mentre fece carriera con canzoni da solista.
Quel periodo non fu così male a parte un dettaglio.
Sospirò ricordando i concerti e le urla delle fan di quando si baciarono sul palco.
Una stretta al cuore, con quella coreografia  alla fine si era innamorato realmente di lei.
In più dopo i suoi Solo non ne poteva più, aveva perso occasioni in due gruppi in più si era spinto verso un amore non corrisposto. Tutto vacillava nella sua mente, il dolore di ogni momento dall'inizio fino a quel giorno lo torturavano. "Un fallimento dopo l'altro..." ridacchiò vedendo il suo alito condensarsi dal freddo.
Hyuna, dopo aver mostrato i suoi veri sentimenti, si tenne alla larga da lui sentendosi cadere in una voragine per la terza volta.

"Io ti amo Hyuna!" Lei lo guardava senza dire una parola, l'aveva sbattuta contro il muro e le loro labbra erano distaccate di pochi millimetri. "Hyunseung..." le sue piccole mani si appoggiarono sul suo petto "Si...?" Sentì il suo respiro caldo, gli vennero i brividi sentendola pronunciare il suo nome da quelle rosee labbra "Mi dispiace... Ma per me non è lo stesso... Ti considero come collega niente più..." lo spinse via con la mano allontanandolo. Rimase lì in piedi con gli occhi che cominciavano a bruciare, il cuore a pezzi in mezzo al corridoio. Non ebbe il coraggio di voltarsi a guardarla...

Come con i Beast e i BigBang di trovava a risalire da solo da quella voragine di delusioni, dolore e fallimento che non sembrava mai finire. Non ne poteva più di sentirsi fuori da tutto, sentirsi un nulla. Perché doveva sempre perdere le cose a qui teneva quando dava pure il massimo di se stesso nelle prove, nei allenamenti e concerti per almeno un buon risultato? Perché doveva innamorarsi?! Per quale motivo doveva rovinarsi tutto, sempre?!
Guardò verso il basso sentendo le macchine dietro di lui passare veloci. Strinse la presa alla grata e si allungò in avanti per osservare la scura acqua del lago. Aveva il cuore spezzato, poteva andare ora... aveva perso ormai.
Non ce la faceva più, poteva dare il massimo di sé, ma alla fine cosa avrebbe contato?! L'acqua brillava al chiaro della luna con i riflessi della città. Guardò in alto nel celo ridendo, sembrava tutto più bello prima di morire. Intravide una stella cadente sfrecciare nel cielo, pose di nuovo lo sguardo verso il basso dove l'acqua si muoveva con le sue grandi onde. L'altezza gli aveva sempre fatto paura, ma ora che voleva andare gli sembravano impercettibili queste vertigini. Poteva finalmente andare, tanto non avrebbe perso nulla e non sarebbe mancato a nessuno.
Si spostò leggermente la gamba ed un piede scivolò sul bordo ghiacciato e si sentì trasportare verso il basso, come tutte le volte che aveva fallito. <E arrivato il momento...> Chiuse gli occhi e lasciò automaticamente la presa delle mani. Qualcosa lo strattonò al braccio facendolo urlare dal dolore. Un urlò stridulo "Sei scemo?!" Alzò lo sguardo mentre le sue gambe penzolavano nel vuoto. Due esili mani stringevano fortemente il suo braccio, mentre le luci delle macchine illuminavano il viso di una ragazza. Capelli lunghi fino alle spalle mossi, con indosso un capellino di lana colorato. La fissò senza sapere cosa fare "Ti decidi di salire!? Sei pazzo o cosa?!" Gli vennero i brividi. "Lasciami!" Aprì la mano ma lei non lasciò il suo braccio, scosse la testa mordendosi il labbro senza distaccare gli occhi da lui "Fatti forza! Raggiungimi, ti mostrerò qualcosa e poi deciderai se abbandonare questo mondo veramente!". Mosse le gambe nel vuoto sentendo la paura crescere. Diede un occhiata verso le scure acque, sembravano pronte ad inghiottirlo vivo. Si attaccò alla grata con la mano sinistra, mentre lei rimaneva ancora a sorreggere il suo peso schiacciandosi contro il metallo tremante. "Sbrigati che pesi ti prego!" La ragazza si mordeva il labbro così forte che uscì sangue dallo sforzo, tirò sù con tutta la sua forza il piede sinistro, poi il destro tornando a stare in piedi mentre la donna non lasciò il suo braccio. "Vieni sul mio lato poi ti lascio..." annuì tutto tremante, rendendosi conto di quanto stava facendo prima raggiunse il lato del marciapiede. "Dio... io..." gli scesero le lacrime mentre si guardò le mani tutto tremante. Stava realmente per morire, si era deciso di buttarsi, di lasciarsi veramente andare. Lei lo guardò nei occhi accarezzandogli la guancia dolcemente. "E tutto ok" le lacrime non si fermavano e si sentì così debole che dovette sedersi a terra scoppiando. "Tutto apposto, sei ancora vivo hahahah!" Gli occhi della ragazza erano lucidi e cominciò pure lei a piangere. Come poteva lei, piangere per lui. "Perché mi hai preso?" Chiese con voce tremante "Perché?! Ma sei stupido?! Mica passi qui per strada e lasci che le persone si buttino giù per un ponte!" Si sedette al suo fianco scuotendolo "Non farlo mai più capito?! C'è così tanto da vivere, da scoprire nel mondo... In più ci sono persone che ti amano, che non vorrebbero perderti. E per farti cambiare idea ti mostrerò qualcosa..." gli strinse la spalla con un sorriso pieno di lacrime. Un sorriso così bello non l'aveva mai visto. "Ok..." disse stringendo le gambe a sé mentre lei appoggiò la testa alle sbarre respirando a fondo. "E bella la neve vero?" Annuì cancellandosi le lacrime senza provare a voltarsi a guardare l'acqua "Mi sa che non andrò a nuotare per un po', mi è passata la voglia" "Hahahahaha!" Rise lei voltando lo sguardo verso di lui "Mi chiamo Cindy, piacere" gli porse la mano ancora tutta tremante. "Hyunseung" gliela strinse indietro scoppiando poi a ridere. "Vedi, sai sorridere ancora! Sai cosa ci vuole adesso?!" La vide alzarsi togliendosi la neve di dosso "Cibo!" "Cibo?" Ripeté mentre lei lo afferrò alla mano facendolo alzare. "Io ho fame ora! Fa freddo e quindi andiamo a mangiare! Una parte bella della vita!" Lei cominciò a correre tenendo la sua mano stretta e la seguì senza capire quella ragazza. Fino a poco fa si stava per buttare da un ponte ed ora correva assieme ad una perfetta sconosciuta per andare a mangiare... "Io... ferma..." lei si volse "Cosa c'è?" Sorrise di nuovo dolcemente, ma non rispose. Sinceramente non sapeva cosa fare ora... Guardò terra cominciando a osservare la neve, si sentiva così stupido e vuoto... Un nulla, quella voragine era dentro di lui. Di colpo un corpo caldo lo avvolse e non lo lasciò, quel vuoto si riempì. Così tanto che uscirono di nuovo le lacrime e sembravano non volere smettere. "E tutto apposto... Non pensarci più!" Disse lei carezzandogli la testa dolcemente "Faccio fatica già a stare alla tua altezza per abbracciarti, quindi fammi un sorriso e andiamoci a mangiare una meritata cena!" La strinse forte "Ancora un attimo ti prego..." percepì il suo annuire e così affondo il viso tra la sua spalla ed il collo. Come faceva questa ragazza odorare di zucchero filato?! Si staccò sorpreso cancellando le lacrime "Cosa c'è?" Domandò lei senza capire "Nulla!" Scosse la testa velocemente "Andiamo?" E senza avere il tempo di rispondere lei partì, ma sta volta camminando. "Aspettami!" La prese alla manica della sua giacca "Cosa vogliamo mangiare?..." Ed il sorriso che voleva vedere ancora si mostrò davanti a lui. "Ho pensato di farti conoscere il più buon Ramen di Seoul!" "Il più buono?" lei lo picchiettò alla guancia "Si! Non dirmi che non l'hai mai provato?!" Fece una faccia talmente sorpresa che si imbarazzò. "Prendiamo il bus ed andiamo verso il centro città" indicò la fermata del bus in fondo al ponte mentre con l'altra mano reggeva la sua borsa. Quando giunsero dopo un lungo silenzio si volse a guardarla mentre lei fissava le decorazioni natalizie con un grande luccichio nei occhi "Parlami di te..." lei si volse ritornando con i piedi per terra. "Non ce molto da dire, come puoi notare dalla mia lingua non so il coreano. Vengo dall'Italia e sono tornata nella mia città natale per ricominciare e fare carriera..." l'ultima parola la sussurrò quasi fissando timidamente i piedi muovendoli lentamente con timidezza. " Che lavoro fai..." domandò cercando di cancellarsi dalla mente cosa era successo prima, il cuore gli batteva ancora a mille e sembrava non smettere più. Aveva bisogno di vedere quel sorriso, in un qualche modo rendeva il suo cuore tranquillo e spensierato, quella figura oscura e opprimente spariva di colpo. "Ne faccio molti, teoricamente mi piacerebbe fare la fotografa, ma per problemi della mia lingua non ho ottenuto nessun posto. Quindi ora lavoro come fiorista e delle consegne a domicilio della pizza, ma credo di lasciare quei lavori per andare trovare posto in Posta. Oppure come cassiera non lo so... devo riuscire a guadagnare di più!" Spontaneamente lei alzò il pugno in celo "Ce la metterò tutta me stessa e raggiungerò il mio obiettivo!" <Come fai essere così sorridente dopo che mi hai salvato... come fai a non abbatterti...>.

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