balcony。 taekook

9:99

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jungkook tornò a casa più esausto del previsto, non solo aveva dovuto risistemare per l'ennesima volta i libri, ma aveva dovuto anche segnalare chi aveva terminato il periodo di noleggio concesso.

varcata la soglia di casa si buttò a peso morto sul divano. aveva bisogno di rilassarsi, o meglio, aveva bisogno di quella voce.

«chissà se ha letto il biglietto»

dopo aver fatto riposare un po' i muscoli si alzò e si preparò qualcosa da mangiare, visto che aveva saltato il pranzo.
mentre mangiava tranquillamente in cucina, sentì una voce in lontananza.
una voce che conosceva bene.

di corsa si alzò dallo sgabello e uscì sul balcone, sentirlo era come una boccata d'aria fresca.

jungkook sperò con tutto se stesso che questa volta la melodia si sarebbe sentita più a lungo, infatti così fu.

«i'm sorry, i'm sorry, i'm sorry my sister
no matter how much i hide it
and cover it up, it doesn't go away
so cry, please dry my eyes»

jungkook si lasciò completamente trasportare da quella voce e quelle parole, non si era mai sentito in quel modo. non sapeva neanche lui esattamente come, ma la voce di uno sconosciuto lo aveva interamente stravolto.

«only the red blood falls, unable to be turned back
every day, i want to die even more
let me take the punishment, grant me absolution from my sins
please»

il castano senza accorgersene aveva cominciato a versare lacrime sulle sue guance. se ne rese conto soltanto dopo che quella meravigliosa sinfonia si bloccò.

«ma che cazzo mi prende?» imprecò asciugandosi le lacrime, «dio, questo è cosi strano»

rientrò velocemente nell'appartamento, si era infreddolito per bene perché era uscito solo con una maglietta, così starnutì. «ben fatto, jungkook, adesso ammalati anche»

buttò il cibo che si era preparato e andò in camera, infilandosi sotto le coperte calde.

mugolò, rigirandosi nel letto «taehyung, finirai per farmi impazzire»

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