Parte 5

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Qualche ora dopo Claudio si svegliò. Mario era poco distante da lui, dormiva dandogli le spalle. Probabilmente era ora di alzarsi, ma temeva di subire le sue ire se l'avesse svegliato due volte nel giro di poche ore. Così gli si avvicinò e fece scivolare il suo petto contro la schiena di Mario, cingendogli la vita con un braccio. Dopo poco si riaddormentò.

Il tocco di una mano che stringeva la sua svegliò Claudio dal torpore. Mario dava i primi segni di ripresa dopo una notte decisamente turbolenta. Si liberò dalla presa di Claudio ed iniziò a stiracchiarsi, aprendo un occhio di sottecchi. " 'Giorno" – disse ancora visibilmente assonnato.

"Buongiorno!!" gli rispose Claudio entusiasta. Gli saltò al collo baciandogli collo e viso, e poi balzò fuori dal letto. "Ho proprio voglia di una bella colazione, che ne dici? Ci vestiamo e usciamo? Ti va una passeggiata? Vuoi un po' di musica per alzarti? Io ora vado a farmi una doccia ma se vuoi lascio il telefono qui e aziono qualche playlist su Spotify, che ne pensi? Avevi altri programmi per oggi? Mario??"

Claudio, in piedi, attendeva una risposta da Mario. Risposta che non tardò ad arrivare. Mario si alzò, aprì la porta della camera e lo spinse fuori. E mugugnando si ributtò sul letto.

Claudio si docciò con calma, canticchiando felice sotto lo scroscio dell'acqua. Si asciugò i capelli col phon e tornò in camera di Mario, avvolto solo da un asciugamano attorno alla vita.

Trovò Mario seduto sul letto a gambe incrociate, sbadigliante, le mani a stropicciarsi gli occhi e il disperato tentativo di farsi forza ed alzarsi.

L'espressione di Mario cambiò quando notò Claudio seminudo in un angolo della stanza, intento a rovistare nel borsone per un cambio pulito. Non proferì parola mentre lo osservò di sottecchi sfilarsi l'asciugamano ed indossare un paio di slip puliti. Solo a quel punto Claudio notò che Mario lo stesse guardando.

C: "Che c'è?"

M: "No niente, ti guardavo."

C: "E ti piace ciò che vedi?" – disse avvicinandosi a lui e sedendosi sul letto.

M: "Avoja!" – disse sorridendo sporgendosi in avanti per baciarlo.

Claudio non potè trattenere un sorriso lusingato.


La giornata scorse veloce, fecero una passeggiata con i cani, pranzarono a casa in compagnia dei gemelli e si concessero anche il sonnellino pomeridiano. Fortunatamente quel giorno Mario non doveva andare a lavoro, e Claudio ne era profondamente grato.

Nel pomeriggio Claudio chiamò Rosita, in giro con i ragazzi, per comunicarle che la cena si sarebbe tenuta al MòMò Republic. Anche Mario fece il suo giro di messaggi per avvisare gli amici. I gemelli avevano già un impegno, ma promisero di non mancare alla prossima occasione.

Alle 8 e mezza Claudio e Mario uscirono di casa pronti per la serata. Appena entrati nella Smart Mario accese lo stereo, e subito Claudio riconobbe la canzone alla radio, incominciando a cantare "Ci siamo solamente nooooooooiiiii, solamente nooooooooiiiii". Mario si maledisse, ma lasciò che Claudio gli stonasse i timpani con la sua intonazione precarissima.

"Allora ricapitolando" – fece Mario ad un certo punto abbassando il volume – "Paolo, Rosita, Gianluca, Mattia e Andrea. Giusto?"

"Giusto." – rispose Claudio, colpito dal fatto che Mario volesse ripassare tutti i nomi dei suoi amici onde evitare gaffes. La trovò una cosa molto tenera.

Quando arrivarono al locale, trovarono Lucia intenta a scattare una foto al gruppo di amici, già tutti lì, seduti mischiati, romani e veronesi, che chiacchieravano amabilmente come se si conoscessero da sempre.

"Buonaseeeera" – disse Claudio per annunciarsi, e in un battibaleno Mario era già a fare il giro dei saluti.

"O meo dio, Claudio Ssssona!" – Dafne gli corse incontro – "Ma che piacere rrrivederte, verrammente, che carrrino che sssei!"

Eh sì, manco due minuti e Dafne si era già lanciata nell'imitazione di Belen, che Mario conosceva bene.

La serata scorse tranquilla, le due rispettive "first lady", Rosita e Lucia si facevano foto assieme, Dafne chiacchierava senza sosta con Paolo.. insomma Claudio non poteva sperare in un esito migliore.

"Si trovano molto bene i miei amici con i tuoi, non credi?" – chiese Claudio sorridendo.

"Sisi, eccome, fin troppo!" – rispose Mario.

Claudio lo guardò interrogativo.

"Ah Clà, non ce stanno cagando di pezza! E menomale che la cena è per noi!" – rispose Mario accigliato.

Claudio rise e gli passò un braccio attorno alle spalle. "Non fare il brontolone! A me non dispiace affatto stare a parlare solo con te, poi ci sarà tempo di frequentarci meglio!". Gli strizzò un occhiolino e Mario sorrise di rimando.

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"Sei stato bene stasera?" – chiese Claudio entrando in casa e togliendosi il giubbotto.

"Certo! E Paolo mi ha fatto molto ridere con tutti i brindisi stupidi che proponeva!" – rispose Mario sorridendo.

C: "Ehhh lui è fatto così, ti ci abituerai!"

M: "Domani ripartono per Verona, eh?"

C: "Sisi."

M: "E tu?"

A Mario costò una grande fatica dire quelle due sillabe, voleva godersi Claudio ogni secondo della giornata, dopo tanto penare finalmente era suo, nella sua casa, nel suo letto. Avrebbe voluto barricare la porta per essere certo di non vederlo mai uscire.

C: "Eh, nei prossimi giorni devo risalire, non posso lasciare il bar troppo a lungo."

"Capisco." – disse Mario guardando in basso.

C: "Dai non fare così" – e con la punta delle dita gli alzò il mento costringendolo a guardarlo. – "Ci organizzeremo, e staremo lontani il meno possibile. Promesso."

Mario lo abbracciò. "Andiamo a letto."

Claudio gli accarezzò i capelli ed annuì, e poco dopo lo seguì in camera.

Breathe me - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora