Parte 7

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"Sistema la roba, piega la roba, fai pagare la signora, scatta un selfie, fai pagare la ragazza, fai n'artro selfie, sistema la roba, selfie, selfie, selfie... e io tra un po' vado al manicomio." – pensò Mario. – "Poi bello lavorare sia sabato che domenica, molto! Bel week end che ho passato."

Decise di coinvolgere Claudio nel suo sfogo e gli mandò un messaggio whatsapp : "Da Tally c'è il caos, alla prossima foto mi butto a terra chiedendo pietà."

Claudio gli rispose dopo poco: "E' il prezzo da pagare per essere in tv. Ed essere tremendamente bello.. :-) "

"Seh vabbè! Comunque se passano ore da una mia risposta e l'altra è tutto normale, qua non mi fermo un attimo!"

"Tranquillo! Dai che dopo ti chiamo e cerco di farti fare due risate. A dopo!"

Nemmeno il tempo di posare il telefono che.."Mariooooo possiamo farci la foto con te?? Sei bellissimo!"

M: "Certo, come no, grazie!" – e la tregua finì.

Tra uno scontrino e l'altro gli vibrò il telefono, era una notifica Instagram di Claudio. Finì di far pagare le persona in fila e si diresse un attimo nel retro a vedere cosa fosse.

Sullo schermo gli apparve un Sona imbacuccato in una coperta a cuori con un'espressione tra l'idiota e il cuccioloso. Al di sotto, un messaggio sul Natale che stava per arrivare. Ah giusto, c'era anche l'Albero alle sue spalle.

"Certo che sei scemo forte" – scrisse a Claudio, allegando delle faccine che ridevano.

Claudio gli inviò faccine con la linguaccia di rimando.

"Piuttosto... quando parti?"

"A breve.. poco prima delle 21 dovrei essere a Roma Termini."

"Perfetto. Ci sentiamo dopo che esco da lavoro, a dopo."

Alle 19 Mario uscì dal lavoro. Chiamò subito Claudio. "Come sta andando il viaggio?"

C: "Non posso lamentarmi, anche se quando ho i tuoi messaggi a distrarmi è meglio."

M: "Eh sai com'è, avevo da farmi fotografare come nemmeno alla Prima della Scala!"

Sentì Claudio ridere dall'altro lato del telefono.

C: "Ascolta ma hai già pensato a cosa dire durante la registrazione di domani, se ci chiedono come va la storia?"

M: "Sì, al momento avevo pensato ad una cosa tipo <Claudio dopo 4 giorni si è stufato di me ed è tornato a Verona!>"

C: "Ma questo non è per niente vero!" – disse risentito.

M: "Vedremo se riuscirai a farti perdonare!"

Silenzio.

C: "Mario?"

M: "Sì?"

C: "Non vedo l'ora di rivederti."

Il sorriso di Mario si spalancò da parte a parte. E gli rimase anche dopo aver attaccato.

Tornare a casa era inutile, col traffico di Roma rischiava di non arrivare in tempo in stazione, quindi Mario decise di temporeggiare un po' in auto, prima di entrare in stazione. Girò qualche negozio, controllò gli arrivi ed eventuali ritardi, ed appena spuntò sul tabellone il binario del treno da Verona schizzò in quella direzione.

Era impaziente. Impaziente di abbracciarlo, di sentire il suo odore, di guardare i suoi occhi verdi e perdercisi dentro. Due giorni senza Claudio ed era già dipendente da lui, assuefatto da lui, dalla sua pelle, dal suo ciuffo, dal suo sorriso. Il solo pensarlo gli stampava sul viso un'espressione sognante.

Appena il treno arrivò Mario iniziò a passeggiare nervosamente, giocando col cinturino del suo orologio. Solo quando scorse in lontananza l'inconfondibile gesto di Claudio che si sistemava il ciuffo arrotolandoselo all'indietro si rasserenò.

"Ohi" – fece Claudio appena se lo trovò di fronte.

Mario avrebbe voluto abbracciarlo e sollevarlo da terra, o riempirlo di baci, ma più continuava a fare questi pensieri più si irrigidiva non muovendo un muscolo. "Ciao." – disse infine – "lascia, ti porto il borsone."

E così facendo se lo caricò in spalla, con Claudio che lo guardava un po' perplesso da questa sua improvvisa freddezza.

Non ebbe comunque molto tempo per imparanoiarsi, perché appena furono in macchina Mario si protese verso di lui per dargli un lungo bacio che scacciò tutti i suoi dubbi.

"Bentornato" – disse Mario. Gli occhi che brillavano nell'oscurità della sera.

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La sveglia suonò interrompendo il suo sonno tranquillo. Mario allungò il braccio per bloccare l'allarme del telefono. Claudio gli era addosso, lo abbracciava da dietro, le loro pelli nude a contatto, prova di una notte movimentata ma dolcissima. Si sfilò piano dalla sua presa e si mise a guardarlo per un momento.

Claudio dormiva con un'espressione angelica in volto, e Mario lo fissò cercando di memorizzare ogni particolare dei suoi lineamenti perfetti.

Dopo poco Claudio si svegliò. "Buongiorno!" – disse a bassa voce spalancando gli iridi verdi. Protese le braccia, reclamando quell'abbraccio che Mario aveva sciolto poco prima. Mario gli si appoggiò al petto e Claudio strinse la presa.

M: "Non voglio andare al lavoro" – bofonchiò tra le sue braccia.

C: "Dai, è solo mezza giornata, poi andiamo agli studi e stiamo insieme tutto il tempo."

M: "Vuoi andà a fatti i selfie al posto mio? Te prego!"

C: "Credo che ci sarebbe ancora più casino se mi presentassi da Tally" – sorrise – "ma grazie per l'offerta! ... Ora vado a farti il caffè!" – e detto ciò Claudio saltò via dal letto canticchiando.

Breathe me - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora