Parte 8

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"Certo eh, potevi tenette qualcosa per te!" – disse Mario appena uscito dagli studi. Claudio aveva raccontato che Mario russasse (e Mario aveva inutilmente negato) e che a volte gli facesse fare le scale a piedi, per piani interi, dal portone alla porta dell'appartamento.

C: "Dai la storia dei sei piani a piedi fatti con l'ansia e di corsa andava raccontata!"

M: "Ma se c'ho l'ansia che mi seguono che devo fa? Mi hai scelto? Mò ti pigli sta croce, io se me sento seguito scappo sulle scale, punto. E comunque non russo." – mise il broncio.

C: "Ma è vero!"

"Io . Non. Russo" – disse Mario scandendo ogni parola.

C: "Va bene non russi" – rispose dandogliela vinta.

Quella sera cenarono con Gianni e Jack, che già nostalgici della loro assenza in studio li avevano invitati a mangiare con loro.

Era venerdì e il venerdì Mario, salvo impegni improrogabili, era al Mucca Assassina, il locale dove lavorava come pr. Finalmente poteva andarci con Claudio. E con Gianni e Jack, che si erano praticamente autoinvitati anche per il dopo cena.

Al Mucca, Mario presentò Claudio al suo capo e ai suoi colleghi, che lo riempirono di complimenti e si raccomandarono che trattasse bene il loro protetto. Non mancarono le foto, prima con gli amici e poi con qualche fan. Lì Mario era di casa e infatti fu più Claudio ad essere preso d'assalto.

C: "Così questo è il tuo ambiente notturno eh.."

M: "Solo il venerdì. Vabbè penso lo conoscessi, il Mucca è famosissimo."

C: "Sì ovvio, ma mi sa che non ci sono mai stato! .. Pensa se ci fossimo conosciuti qui dentro!" – disse fantasticando.

M: "Ah di sicuro t'avrei notato! Però non mi sarei fatto avanti.."

C: "Perché di solito non approcci con i clienti?"

M: "Anche."

C: "E cos'altro?"

Mario non rispose. Claudio roteò gli occhi. "Ancora questa storia dell'insicurezza fisica?"

Mario stava per aprir bocca, quando Claudio lo prese per mano e lo portò in un angolino buio del locale, lo spinse delicatamente contro il muro e col palmo aperto si appoggiò al muro.

C: "Come devo farti capire che sei bellissimo?" – disse sussurrandogli all'orecchio. – "E non solo ai miei occhi..." – e gli diede un bacio sul collo.

Mario lo guardò. Sentì una morsa allo stomaco, destabilizzato dalle sue parole, dal suo sguardo su di lui, dalla sua bellezza.

M: "Cla.. penso che stasera farò un'eccezione. E tornerò a casa con un cliente del locale."

C: "Ottima scelta" – disse un attimo primo di affondare le sue labbra su di lui.

Il giorno dopo si svegliarono alle 10, con tutta calma, concedendosi tutte le tenerezze di cui avevano bisogno. Poi, come di consueto, fu Claudio ad alzarsi per primo e a preparare il caffè. Lo portò in camera, appoggiandolo al comodino e tempestò Mario di baci prima di indicargli la tazzina.

Mario bevve il caffè e si dedicò ad ammirare chi gli era accanto. Aveva una mano sotto al cuscino, mentre con l'altra iniziò a passare le dita nel ciuffo del veronese.

M: "Già riparti, nemmeno il tempo di realizzare che sei sceso."

C: "Lo so.. ma sai anche che sono sceso apposta per la registrazione, perché non è comodissimo fare avanti e indietro in poco più di un giorno eh.."

Breathe me - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora