Parte 11

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C: "Eravamo davvero felici con pocoooooo non aveva importanzaaa né come né il luogooooo"

Claudio fece il suo ingresso in camera canticchiando. Era già sveglio da un po' e si era già vestito.

M: "Cla ma ti pare il caso?" - disse rigirandosi nel letto.

C: "Alzati dormiglione!" - fece con tono allegro.

In realtà non era poi così allegro, ma cercava di mascherarlo. Mario sarebbe ripartito quella mattina stessa, e Claudio non avrebbe voluto lasciarlo andare. Non dopo aver avuto la conferma di quanto stavano bene assieme, anche a Verona, sul suo letto, sul suo divano, e al tavolo della cucina, dove erano più intenti a mangiarsi con gli occhi che a trangugiare cibo.

C: "Dai che perdi il treno!"

Mario al ricordo della partenza si alzò e si trascinò in bagno.

Claudio ricominciò a cantare, sperando di poter soffocare con le note i suoi pensieri malinconici.

Claudio accompagnò Mario in auto alla stazione. Pregò che ci fosse traffico, che potesse stare qualche minuto in più con lui.

M: "Che c'hai?"

C: "Niente." - fece un sorriso forzato.

M: "Non è vero" - disse scrutandolo. - "Sei triste perché parto?"

C: "Ma vaaaa quando mai" - disse sardonico.

Mario si zittì.

Poco dopo però Claudio gli prese la mano e gliela baciò, confermando la sua ipotesi.

M: "Ci vediamo domani sera." - disse abbracciandolo mentre gli altri passeggeri iniziarono a salire sul suo stesso treno.

C: "Fai buon viaggio.. e scrivimi nel mentre.." - disse dandogli un rapido bacio sul collo.


Durante il viaggio Mario curiosava su Instagram, e ad un tratto una notifica da parte di Claudio: una foto di lui con l'albero di Natale, con la scritta "Quest'anno mi aspetta un bel regalo sotto l'albero ".

Mario non poté fare a meno di sorridere, e sorrise in modo così inebetito che persino il signore di fronte a lui sul treno lo notò e lo guardò interrogativo. Ma a Mario non importava, si godeva quell'ubriacante felicità e non aveva paura di condividerla col mondo.


Il giorno dopo Mario sbrigò le commissioni che si era preposto di fare, e poi partì per Anzio. Aveva deciso di passare il Natale con Claudio a Verona, e voleva salutare i suoi genitori, probabilmente si sarebbero visti dopo Natale, o dopo Capodanno, non lo sapeva.. stavolta non aveva ancora acquistato il biglietto di ritorno, e questa cosa non gli dispiaceva affatto.

Arrivò davanti casa e bussò il citofono.

"Chi è?"

M: "So' io mà, apri."

Velia aprì e Mario entrò in casa. "Ciao mamma" - disse abbracciandola e dandole due baci sulla guancia. - "Papà?" - chiese guardandosi attorno.

V: "Non c'è, è dovuto uscire."

M: "Ma scusa non sapeva che venivo?" - chiese perplesso.

V: "Sì ma l'ha chiamato un amico suo.. Luciano mi sembra.. gli ha chiesto una mano su qualcosa insomma ha dovuto aiutarlo e non so quando torna, però ti saluta."

La storia non gli tornava molto, ma per il momento decise di soprassedere.

V: "Allora quando parti?"

Breathe me - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora