Parte 9 *V.M. 18*

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Tra lui e Bolt quel giorno avrebbe vinto lui. Mario corse fuori da Tally appena finito il suo turno che se anche l'avesse fermato il Papa per un selfie avrebbe risposto "A Francè, famo n'altra volta che Claudio m'aspetta!"

Lucia si offrì di accompagnarlo in stazione, sperando che ciò gli facesse guadagnare un po' di tempo rispetto a prendere la metro, sempre un terno a lotto riguardo puntualità e corse.

Il treno direzione Verona fortunatamente era in orario, e poco prima delle 18 Mario approdò in quel di Verona, trascinando con sé il suo trolley dorato.

Salì le scale dal sottopassaggio e si guardò intorno. Claudio l'aveva già individuato e in pochissimo gli fu accanto. Lo abbracciò, gli tolse il manico del trolley di mano e lo condusse fino all'uscita.

"Quanto dista casa tua da qua?" – chiese Mario.

C: "In auto è una decina di minuti. Come hai visto però sotto casa mia non c'è spazio per parcheggiarla, la metto in uno spiazzale vicino casa e facciamo qualche metro a piedi."

Mario annuì.

C: "Che sensazione ti fa ritornarci?"

M: "Ah io non vedo l'ora! L'altra volta ero agitatissimo!"

C: "Come mai?"

M: "Entrare nel tuo mondo.. vedere altri lati di te.. la paura che magari incontravamo una tua amica (com'è successo) e non le facevo una bella impressione.."

C: "O magari a casa mia trovavi un cadavere nell'armadio e pensavi <Sto corteggiando un serial killer>!"

Mario rise. "Anche! ..Però se t'o posso dì quelle teste di squalo un po' me spaventano!"

C: "Ehhh attento che mordono eh!"

M: "Ammazza come sei spiritoso oggi, che c'hai?"

C: "Niente, sono un po' su di giri."

M: "Il motivo?"

C: "Non è evidente?" – disse guardandolo.

Effettivamente lo era.

La casa di Claudio era come la ricordava. Curata, moderna, e con vari piccoli dettagli che svelavano la vita del proprietario.

M: "Che poi mi chiedo.. la gente normale l'albero lo fa l'8 dicembre, tu già lo avevi quando abbiamo fatto l'esterna! Ma che lo fai a metà Novembre??!"

C: "Ma sai, son sincero, io lo spirito natalizio lo sento molto quindi non ci faccio tanto caso, quando ho voglia di farlo lo faccio.. e poi ho pensato che dopo la scelta sarei stato più impegnato e l'ho fatto prima."

"A metà Novembre." – disse Mario sarcastico.

C: "La smetti di prendermi in giro?"

M: "Io mò ho iniziato! Anzi ndò sta l'armadio con la cinquantina di camicie dentro?? Quante vite devi vivere per mettertele tutte??"

C: "Sei terribile!" – disse scuotendo il capo sorridente.

Mario andò a sedersi sul divano. "Sto stanchissimo! Oggi sveglia presto, lavoro e poi 4 ore e mezza di treno.."

Claudio si accomodò vicino a lui. "Tranquillo, oggi ce ne stiamo a casa a rilassarci."

"Ah menomale!" – disse Mario sospirando. E appoggiando le sue gambe su quelle di Claudio. - "E quindi..."

Claudio si protese verso di lui all'improvviso, baciandolo in una maniera che gli tolse il fiato. "Spero che ti siano rimaste un po' di forze" – disse iniziando a sbottonargli i pantaloni, e abbassandoglieli con una inaspettata intraprendenza.

Iniziò ad accarezzargli le gambe e poi risalì con la mano fino al ventre dove iniziò a baciarlo fino ad arrivare all'elastico dei boxer.

Glieli abbassò, abbinandoci un'espressione beffarda in volto, e poi iniziò a succhiare lì dove ben sapeva Mario avrebbe perso completamente la testa.

La bocca di Claudio era illegale, decisamente. Quelle labbra che lo stringevano in quel modo, lo stavano facendo impazzire. Mario chinò la testa all'indietro e chiuse gli occhi godendosi ogni singolo attimo di ciò che stava subendo.

D'improvviso Claudio si staccò. "Torno subito" – e schizzò in camera, tornando dopo nemmeno una decina di secondi con in mano un preservativo e del lubrificante.

Si spogliò completamente, rimanendo in piedi davanti a Mario che lo guardava bramante di desiderio, e che in cuor suo, ancora si chiedeva come potesse esistere essere così perfetto.

Mario si sfilò ciò che ancora aveva addosso e si alzò per baciarlo. Claudio nel mentre gli stringeva le mani su viso e collo, finché, accarezzandogli il collo non gli disse: "Girati e mettiti sul divano".

Mario eseguì e si posizionò sul divano, con le ginocchia poggiate su di esso, e le gambe dischiuse. Si aggrappò con le mani alla testiera.

Claudio si infilò il preservativo, spalmò un po' di lubrificante su Mario ed entrò con un colpo secco che fece mancare il fiato ad entrambi.

Iniziò a muoversi dentro di lui, stringendolo forte e sospirando sul suo collo.

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"Vieni ti preparo un bagno caldo" – disse Claudio facendogli strada verso il bagno. Erano entrambi ancora nudi ed accaldati.

Mario non riusciva a credere a come in pochissimo tempo avessero raggiunto una tale complicità e naturalezza.

Claudio tappò il buco della vasca e iniziò a far scorrere l'acqua calda. Si sfilò il preservativo usato e lo buttò nel cestino sotto al lavandino. Alzò gli occhi e vide Mario assorto nei pensieri.

In quei tre nanosecondi Claudio riuscì ad imparanoiarsi. "Forse non gli è piaciuto? Gli ho fatto male? Sono stato troppo rude? Non voleva farlo?" – pensò.

C: "A cosa pensi? Dimmelo."

M: "Mi chiedevo se è l'aria di Verona a farti essere così intraprendente o stai tu in modo particolare oggi."

Claudio sorrise. – "Forse entrambe le cose".

Silenzio.

C: "Ma sei stato bene?" – chiese preoccupato.

"Ovvio che si!" – disse Mario allontanando ogni sua paura.

Claudio si rasserenò e tornò a preoccuparsi della vasca. Chiuse l'acqua e versò dei sali in essa. "Pronta! Entra pure!".

E Mario così fece. "Tu non vieni?"

C: "Pensavo non mi volessi."

M: "Pensavi molto male." – disse in un sorriso.

Claudio entrò dall'altro lato della vasca.

C: "In questi giorni pensavo ad una cosa.."

M: "Cosa?"

C: "Ma tu sei il mio ragazzo?" – chiese con fare più ansioso che interrogativo.

Mario scoppiò in una risata. "Ma davvero me lo stai a chiede?"

C: "No perché non ce lo siamo mai detti.."

Mario ci pensò un attimo e rispose: "Sono il tuo ragazzo se tu vuoi che io lo sia. Lo vuoi?"

Claudio annuì. "Certo che lo voglio"

"Apposto allora!" – sentenziò Mario.

Dall'altro capo della vasca Claudio lo fissava sorridendo, e gli accarezzava dolcemente il dorso del piede nel mentre.

Breathe me - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora