Chapter 14

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Siamo sul tetto dell'ospedale, Peter che scruta con i suoi occhietti bianchi magici il panorama accovacciato sul cornicione. Tengo le mani salde sulla mia cintura e respiro a pieni polmoni l'aria pura e tranquilla di New York, ben presto sarà riempita di spari e grida.
-Ho scoperto che il siero è nascosto in un vecchio palazzo qua vicino, lo inquadro e poi possiamo andare.
-Cerca di muoverti.
Faccio tintinnare il mio braccio armato di mini mitragliatrice e fisso il cielo grigio che inizia a far scendere le prime gocce.
-Trovato!
Spiderino si alza in piedi e mi porge la mano, invitandomi per una simpatica volteggiata tra i palazzi della città con le sue inseparabili ragnatele.
-Fammi sognare, Tarzan.
Stringo la sua mano e in men che non si dica sono a penzoloni sul traffico della città che non dorme mai, entrambe le mani ben salde al braccio dell'insetto che con la mano libera sta lanciando i suoi fili su ogni edificio, l'aria che ci entra in bocca senza darci tregua.
Urlo per esprimere il mio divertimento a tutto ciò, volare è bellissimo. I taxi sembrano puntini gialli in mezzo ad una massa informe.
Peter tira a se una ragnatela e con uno strattone ci troviamo in prossimità di un edificio alto ma prossimo a cadere su se stesso. Quando siamo abbastanza vicini mi stacco dalla sua presa e salto sul tetto piatto, rotolando per distribuire il peso su tutto il corpo dopo un volo di dieci metri.
Mi rialzo e afferro il mio nuovo scudo, fissando Spiderino che atterra leggiadramente davanti a me senza fare alcun rumore.
-Dov'è il siero?
-Piano terra. Su tutti i quattro piani ci sono dei soldati armati, è un intero esercito.
-E tu hai visto tutto ciò da laggiù?
Indico l'ospedale oramai troppo lontano.
Scrolla le spalle.
-No, ho tirato a indovinare.
Rido.
-Che bastardo.
Inizio a correre verso la porta che ci porterà al quarto piano, aprendola senza farla cigolare. Entro con il braccio proteso e lo scudo davanti, Spiderino zampetta sul soffitto e si guarda attorno. Mi giro da tutte le parti ma quello che vedo è solo il corridoio e la rampa di scale che scende al terzo piano.
-Occhio!
Peter allunga un braccio e con una ragnatela porta a se un soldato, tirandogli un pugno forte in faccia per poi lasciarlo penzolare sul buco che lascia vedere il fondo del palazzo.
Mi giro di scatto e tiro lo scudo contro due soldati, facendolo impiantare nella parete dietro i loro colpi storditi.
Dalle uniche due porte presenti iniziano ad affluire soldati su soldati, nei piani inferiori i passi e gli spari aumentano.
La partita è aperta.
Corro verso gli uomini e inizio a sparare sulla folla di giubbotti antiproiettile che occupano tutto.
Tiro due pugni sui fianchi scoperti di uno e il tipo appeso alla ragnatela improvvisamente viene scagliato contro i suoi compagni. Spiderino, sempre attaccato al soffitto, inizia ad acciuffare soldati su soldati che però non tornano indietro. Mi faccio strada a furia di arti marziali verso il mio scudo, tirandolo fuori dal muro e iniziando così a difendermi dai proiettili mentre afferro il piede di uno e lo lancio nel vuoto del palazzo.
Corro con lo scudo davanti al viso verso l'esercito e con un salto atterro tra di loro, colpendone due o tre con lo scudo per poi mettere un ginocchio a terra e sparare migliaia di proiettili contro di loro.
Spingo con lo scudo uno sulla ringhiera, il braccio armato dietro di me occupato a sparare a quelli che si avvicinano. Peter si diverte a restare sul soffitto pescando soldati.
Questo qua è forte e sta cercando in tutti i maledetti modi di infilzarmi con un coltello. Lo tengo fermo con lo scudo in modo da immobilizzare anche le braccia, tirandogli velocemente due volte la mini mitragliatrice in faccia, il sangue che si confonde con il nero. Mi giro e riservo ad un altro lo stesso trattamento.
Mi paro la faccia da due proiettili e stermino dieci soldati con l'arma.
Questi erano gli ultimi.
Passiamo al terzo piano, poi al secondo e i soldati che piovono dalle scale diventano più numerosi, il sangue sgorga giù dalle ringhiere.
Siamo una bella squadra io e Peter.
Arrivati al primo piano mi faccio strada tra i cadaveri e arriviamo ad una porta pesante e chiusa con un lucchetto.
-E adesso?
Chiede Spiderino.
-Sai come si usa una fionda?
Non fa domande e mi legge nel pensiero creando delle ragnatele sui due muri del corridoio, legandole saldamente tra di loro. Fa qualche passo indietro per tendere i due fili bianchi e io mi appoggio al centro, lo scudo davanti a me.
-Pronta?
-Lascia!
Peter lascia la presa e come una fionda i fili mi lanciano verso la porta, lo scudo che a tutta velocità sbatte contro di essa e la stacca con violenza dai cardini.
Mi rialzo raggiunta da Parker, ma dentro questa saletta non c'è il mio siero, solo una tele e un divano sgualcito.
-Ma che diavolo....
Guardo fuori dalla finestra e vedo due tipi che corrono in strada.
-Uno di loro ha la provetta!
Urla Peter, correndo fuori dalla casa seguito a ruota da me. La pioggia ci inonda e ci ritroviamo di fronte a quei due uomini che sono stati portati al nostro cospetto grazie alle ragnatele appiccicose di Peter.
Tiro un calcio in faccia a quello che tiene il siero e afferro la mia ragione per vivere, sorridendo piena di gioia per averla ripresa.
La do a Spiderino.
-Portaci via.
Sparo senza pensarci ai due uomini e le auto non circolano più oramai, solo la pioggia ci assiste. Peter fa per prendermi per poi volare via, ma un tipo sbuca dall'angolo di una strada e ci punta addosso un fucile luminescente. Spara un colpo, mancandoci. Vedo con orrore la macchina parcheggiata dietro di noi polverizzarsi fino a ridursi in cenere.
Se fuggiamo via area ci sparerà.
Con uno scatto lancio lo scudo sul tombino, aprendolo.
Riafferro il mio piccolino e lo metto dietro la schiena.
-Scappa!
Urlo a Peter, mi giro velocemente e mi butto a capofitto nelle fogne, iniziando a correre nella melma mentre il puzzo mi fa quasi vomitare. Corro senza guardarmi indietro.
Salto da un tubo enorme nell'acqua di un verde smeraldo che vortica, trattengo il respiro finché non mi bruciano i polmoni e vengo catapultata in un condotto per poi essere sputata fuori, nel mondo.
Torno freneticamente in superficie e prendo una boccata d'aria, vedendo i grattacieli attorno a me mentre una nave mi passa accanto.
Siamo fuori.
-Ah ah! Si! Ce l'abbiamo fatta!
Grido trionfante, guardandomi attorno per vedere Peter.
-Parker?
Continuo a cercarlo con lo sguardo, ma di lui nessuna traccia.
Un colpo al cuore mi fa ghiacciare.
È rimasto con quel uomo armato.

*ora si che inizia la storia. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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