Chapter 19

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Sto correndo in strada con addosso il mio completo da "Captain Queens", lo scudo che ad un tratto inizia a pesare sulla mia schiena.
Dietro i miei piedi la Stark Tower sfreccia via lontana.
Mi ha cacciato perché gli ho fatto del male, perché lui era già morto una volta e non era pronto a morire una seconda.
Mi sento una traditrice, una cattiva che ha tradito il bene.
Per colpa mia Peter è morto e io non ho fatto nulla per impedirlo, nulla. Ho dato per certo che fosse finito, senza neanche cercarlo.
E Tony ora mi ha allontanato da lui perché l'ho ferito.
Sono ancora stupita dal fatto che non sono tornata a casa piena di lividi e di ferite. Sarò eternamente grata a quell'uomo così freddo quanto caldo di spirito che non mi ha neanche sfiorato sapendo ciò che avevo tolto a lui senza averne il diritto.
Alla fine lui voleva un mondo di bene a Peter, nonostante lo sfruttasse a suo piacimento.
Ho rovinato tutto, non sono come loro, come gli eroi. Gli eroi veri cadono e poi si rialzano, io invece non faccio altro che sbagliare e sbagliare.
So solo commettere errori in questa vita e sono tutti irrimediabili.
Aver perso il siero mettendo l'intero mondo in pericolo, aver ucciso un ragazzo innocente che sognava di diventare come il suo amico e secondo padre.
Sono cresciuta nel pericolo e nel fuggire da ogni persona.
Quanto vorrei premere il bottoncino sul mio guanto, assemblare la mini mitragliatrice e puntarmela alla gola per farla finita una volta per tutte. Solo il mio senso del dovere mi spinge a non farlo.
Devo trovare la provetta.
Corro velocissima grazie al liquido che scorre nelle mie vene da anni e anni.
Sotto questo casco e dietro questo scudo non sono nessuno, solo una ragazzina abile a combattere a sparare.
Corro con le lacrime agli occhi sapendo di lasciar morire quella piccola parte di cuore che Peter e Tony avevano preso di me, in qualche modo.
Corro fino ai Queens, fino a casa mia.
Quello che trovo al posto del mio appartamento è solo un ammasso di macerie circondato da vigili del fuoco. Non sono neanche sorpresa o impaurita o triste nel vedere il mio unico posto in cui andare distrutto perché prima o poi doveva accadere.
L'avevo previsto.
Quando scappi per tutta la vita sei abituato a ricevere sorprese costantemente.
Così senza dare nell'occhio corro verso un palazzo alto, arrampicandomi per le scale antincendio come faceva Spidey. Con un cenno della testa cerco di scacciare la sua immagine dalla mia testa e continuo a salire verso il tetto del grattacielo.
Non so dove dormire e non dormirò.
Arrivo senza sforzo sul cornicione e mi ci siedo sopra, le gambe che penzolano nel vuoto, che sfidano il pericolo come adoro fare io.
Abbasso il capo e osservo la corona bianca al centro del mio petto, tracciandone il contorno con un dito.
Mi alzo di scatto senza stupore quando sento un rumore dietro di me, vedendo l'ennesimo uomo armato di pistola spararmi contro.
Afferro lo scudo e, prima che glielo lanci addosso, il tipo viene come risucchiato all'indietro, cadendo con un urlo nel vuoto.
Guardo sconcertata il tetto e quando vedo un ragazzo che indossa un costume rosso con filamenti neri con un ragnetto al centro del petto inciampo e rischio di cadere nel vuoto.
Il ragazzo, che conosco troppo bene, scatta verso di me e mi afferra per la vita prima che muoia.
Non ci posso credere.
-Peter?!

*eeeh si, alla fine anche Peter Parker è un po' come Harry e Sherlock: quando muore non muore per davvero. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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