Chapter 22

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Passo un dito lungo il rilievo del casco e automaticamente davanti alla mia bocca e al mio naso si crea una maschera che mi consentirà di respirare.
Ringraziamo il genio di Tony che mi ha apportato questa modifica per le missioni a venire.
Entro in mare come un lampo e posso notare con piacere che davanti agli occhi ho delle lenti visto che non sono capace di tenere gli occhi aperti sott'acqua, sono imbranata.
Torno in superficie per passare una seconda volta il dito sul rilievo e le mie orecchie vengono coperte, così eviterò di esplodere man mano che scendo in profondità.
Sempre grazie a Tony tutto ciò.
Torno sotto e inizio a nuotare, usando la forza da incanalare soprattutto nelle gambe. Sento un rumore meccanico e abbasso lo sguardo sul mio braccio sinistro, vedendo comparire una striscia luminosa che va dal rosso a verde, determinando la quantità d'ossigeno che spreco con la maschera.
Che Dio benedica Stark.
Ne ho a sufficienza, si spera.
-Come va la sotto?
La voce di Peter mi raggiunge anche sotto il mare, mentre il nero degli abissi inizia a farsi più evidente si miei occhi.
-Ti ho lasciato nel punto esatto in cui c'è la capsula, prosegui sempre dritto.
-E dove se no.
Ironizzo io.
Continuo a nuotare verso il fondo, mentre i primi accenni di fondale marino si presentano ai miei occhi, facendomi evitare quasi per miracolo uno scoglio enorme che mi ha fatto prendere un infarto Dio santissimo, sono terrorizzata dagli scogli giganti sotto la superficie del mare.
Da piccola non potevo andare nelle spiagge dove c'era il fondale roccioso, urlavo come una disperata.
Ho paura che una di queste rocce si girino improvvisamente, lo so che è stupido, ma è così. La sabbia invece sta lì, brava e bella.
Tra infarti e lodi ai fondali sabbiosi, alla fine una luce in fondo al nero mi fa nuotare più velocemente per raggiungere una sorta di bara luminosa e tecnologia.
Tento di aprirla con le mani, facendo appello a tutta la mia forza, ma quello che ottengo sono solo dei clang e niente di più.
Sfilo il mio scudo dalla schiena e appoggio i piedi sulla bara per stabilizzarmi, iniziando così a martellare la capsula con lo scudo.
Guardo la barra del l'ossigeno e vedo che sta per esaurirsi, costringendomi ad usare tutte le mie forze pur di aprire la bara. Inizio a sentire l'aria mancarmi e con l'ultimo fendente riesco ad aprire la capsula, vedendo il mio agognato siero salire in superficie.
Lo afferro saldamente e rimetto lo scudo dietro di me, tirando fuori dalla tasca della mia cintura un razzo segnaletico da far arrivare in superficie così Peter mi vede e tira una ragnatela verso di me per tirarmi su.
I polmoni iniziano a bruciare.
Vedo la luce rossa salire sempre più in alto e io lentamente mi dimeno per il nervoso di non avere più ossigeno.
È bruttissimo annegare.
Non appena la mia vista inizia ad annebbiarsi un filo bianco quasi invisibile si aggancia alla mia mano, tirandomi su come una fune.
Con il siero in una mano e i miei vari tentativi di scartare le rocce per non schiantarmici sopra in qualche modo riesco a tornare in superficie, vedendo Peter attaccato ad un palazzo che da sul mare di New York con il braccio proteso verso di me.
Arrivo velocemente verso di lui che mi afferra saldamente per la vita mentre inizia a zampettare verso il tetto, lasciandomi disattivare la modalità subacquea.
Non appena mi posa sul terreno del tetto rotolo a terra, respirando affannosamente per la fatica.
Sollevo come un trofeo la provetta e Peter fa un salto di gioia, aiutandomi a rialzarmi.
La tuta fuori è bagnata, io no.
Gli sorrido e gli scopro la bocca giusto per baciarlo, quando qualcosa va storto. Va veramente storto.
Peter si stacca da me e guarda in prossimità della Stark Tower da cui è partita un'esplosione ai piani alti.

*io vorrei dire una cosa ma non posso altrimenti capireste tutto ciò che accadrà nel prossimo capitolo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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