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(Stefano)
Il viaggio che sembrava essere infinito era finalmente terminato. Appena arrivato eri salito nel primo taxi, direzione casa di Emma. Era tardo pomeriggio. Dondolavi il piede agitato, il traffico era tanto e tu avevi fretta. Nemmeno il tempo di arrivare che Francesca era lì che stava uscendo dal portone. Nel vederti era sbiancata e aveva balbettato "Che..che..cosa ci fai qui?" "Dove sta Emma? Fammi salire.." E lei ti aveva bloccato per un braccio "Non è a casa...". A quel punto non eri riuscito più a trattenere la tua rabbia "Francesca ma quando la finirete di prendermi in giro?", lei era andata nel panico e aveva lasciato la presa dal tuo braccio "..ma che stai dicendo? Non ci sta!" "Adesso basta! Lo capisci Francesca? Basta bugie, basta mentirmi! Ma per quanto tempo ancora avevate intenzione di nascondermelo? Io mi ero fidato di te..mi avevi detto che volevi il suo bene, e allora perché l'hai appoggiata in questa scelta?" Un forte rumore nel cielo aveva interrotto per qualche secondo il tuo discorso. Pioveva, pioveva tanto. Forse anche il cielo si stava sfogando, stava esplodendo con te. Tu eri rimasto ancora lì mentre la strada si era riempita di ombrelli. Lei continuava a fingere di non capire "Francesca sei sicura di volere il suo bene? Ma quanti anni sono passati? Ti rendi conto che ha negato ad una bambina la presenza del padre? Che le avrebbe raccontato quando da grande avrebbe chiesto che fine avesse fatto? Cosa eh? Ah no..continua a non rispondere fai bene..." Si guardava intorno, non sapeva che fare "Adesso spostati dai... Fammi salire". Solo allora dopo un lungo respiro aveva iniziato a parlare, però non aveva risposto al tuo discorso. Ti aveva detto che lei non era in casa e ti aveva invitato a seguirla nella sua auto dicendoti che ti avrebbe portato da lei. Avevi deciso di fidarti ancora nonostante i precedenti, ora non avrebbe potuto più nascondersi, ormai sapevi.  La sua macchina si era fermata davanti ad un piccolo teatro, aveva parcheggiato sulla strada e senza parlare L'avevi seguita. Quando eravate entrati le luci erano spente e stava per cominciare uno spettacolo. Avevate preso posto infondo alla sala e allora stavi perdendo la pazienza "Ma stai scherzando? Mi porti al teatro? Francesca adesso basta, lei dov'è?". Una dolce melodia era partita e sul suo viso era comparso un lieve sorriso "Shhh guarda" e ti aveva indicato il palco. Una decina di bambine piccolissime con dei tutù rosa e lo chignon erano entrate in punta di piedi e si erano posizionate in due file. Francesca sorrideva e scattava foto con il cellulare, tu le guardavi attentamente. Ti aveva portato da lei, eri lì a pochi metri dalla tua bambina. Cercavi di vedere meglio nonostante le luci colorate, nonostante distanza e poi una piccola bionda aveva attirato la tua attenzione, era avanti a tutti, si muoveva a passi sicuri ma con lo sguardo cercava qualcuno fra il pubblico. Era lei, non avevi dubbi, era la più piccola, le labbra erano quelle di Emma, gli occhi i tuoi. Eri emozionantissimo, ti tremavano le gambe, non eri riuscito a trattenere le lacrime. Per tutto il tempo non le avevi tolto gli occhi di dosso. Lo spettacolo era finito e la gente iniziava ad alzarsi e tu cercavi solo loro, ti facevi largo fra la gente mentre Francesca cercava invano di calmarti "Stefano ..". Poi le avevi viste ma non avevi il coraggio di avvicinarti, avevi guardato Francesca in cerca di aiuto "Forza vai!". Come potevi approcciarti alla bambina senza spaventarla? Poi una domanda ti aveva spiazzato "Mamma il mio papà dov'è?" E a quel punto avevi visto Emma che si era abbassata per terra alla sua altezza ma non le avevi dato il tempo di rispondere, ti eri avvicinato a loro "Sono qui, il tuo papà è qui piccola". Non ci stavano parole per descrivere quello che avevi provato quando i tuoi occhi avevano incontrato i suoi per la prima volta, ti aveva chiesto se eri davvero tu, dove eri stato fino a quel momento. Con la voce rotta dall'emozione L'avevi presa in braccio e le avevi detto che eri stato seduto li dietro e che non saresti mai più stato lontano da lei. Avevi rivolto il tuo sguardo verso Emma che con le mani sul viso si asciugava le lacrime ed era ancora abbassata a terra, le avevi teso la mano che aveva afferrato per alzarsi. Non le avevi detto niente però, in quel momento ti interessava solo la bambina. "Andiamo a casa?" Aveva detto Francesca. La bambina era ancora tra le tue braccia e insieme vi eravate incamminati verso la sua auto. Le strade erano bagnate, a terra si era formata qualche pozzanghera ma il cielo si era liberato delle nuvole e finalmente aveva smesso di piovere.

Nel posto più lontano ~ Emma & StefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora