"Lo sai che sei maledettamente eccitante in questa posizione?"

252 11 0
                                    

“LO SAI CHE SEI MALEDETTAMENTE ECCITANTE IN QUESTA POSIZIONE?”

Ci sta riuscendo. E non sarà molto piacevole. Per lui, almeno.

Louis Pov.

Non so da quanto tempo sono in questa posizione, sento che le gambe stanno iniziando a indolenzirsi, però la disperazione non vuole saperne di abbandonare la mia mente e così non mi muovo.

Neanche il rumore della porta che viene spalancata riesce a smuovermi. Dietro di me un fiume di urla investe le mie orecchie.

“COSA CREDEVI DI FARE? EH? SERIAMENTE PENSAVI CHE FOSSI COSI’ STUPIDO? MA IO NON LO SO, VUOI PROPRIO FARMI INCAZZARE?! RISPONDIMI CRISTO DIO!” Un calcio tra le scapole mi proietta in avanti, facendomi cadere carponi. Ancora non mi muovo, proprio non ci riesco. Meredith. Meredith mi dispiace. Non riesco a scappare da questa prigione. All’improvviso mi sento tirare i capelli e sono costretto ad alzare il viso. La faccia infuriata del riccio è a pochi centimetri dal mio, sento i capelli tirare forte e sono obbligato ad alzare sempre di più la testa. Il dolore al cuoio capelluto è forte. Molto forte. Fitte di dolore si propagano lungo tutto il mio corpo, distorcendo la faccia in un’espressione di dolore. Il riccio tira ancora e penso che quando mollerà la presa non mi resterà più nemmeno un capello. La testa è così piegata che io non riesco quasi a respirare. Poi s’avvicina al mio orecchio.

“Lo sai quanto sei maledettamente eccitante in questa posizione?” Sussurra, lambendomi poi il lobo con la lingua. Rabbrividisco. Questo è pazzo.

Harry Pov.

Non riesco a trattenere la rabbia e spalanco la porta davanti a me con un lampo più potente del dovuto. Quella sbatte violentemente contro la parete, ma non vi do peso. Entro con decisione nella stanza. Lui è lì. Seduto a terra, girato di spalle. M’ignora e io questo non posso sopportarlo. La mia rabbia esplode.

“COSA CREDEVI DI FARE? EH? SERIAMENTE PENSAVI CHE FOSSI COSI’ STUPIDO? MA IO NON LO SO, VUOI PROPRIO FARMI INCAZZARE?! RISPONDIMI CRISTO DIO!” Sbraito, sferrandogli subito dopo un calcio nella parte alta della schiena. Sento l’osso sbattere contro la punta del mio stivale. Quel suono riecheggia nella mia testa. Così oscuro. Così risonante. Così…piacevole. Inspiro forte. Sì, quel suono è così invitante. Abbasso lo sguardo, smanioso di sentirlo ancora e ancora, ma il mio intento svanisce non appena lo vedo. Carponi. Si sorregge a stento con le mani. Oh si. Questo si che è molto più invitante. Ghignando mi porto davanti a lui e mi accoscio. M’ignora. Ancora. Sibilo rabbioso e gli afferro i capelli, dando uno strattone e portando la sua testa a guardarmi. Stringo ancora di più i capelli nel pugno e la sua faccia viene attraversata da una smorfia di dolore. Sogghigno internamente. Pochi centimetri ci dividono. I nostri respiri s’infrangono tra loro, affrettati. Il suo per il dolore. Il mio per l’eccitazione. Oh, cosa gli farei adesso. La pelle candida del collo tesa e pulsante aspetta solo di essere dipinta dal rosso di quel sangue che scorre ora sotto quella pelle così ammaliante. Vedere la sua schiena inarcata spinge a forza immagini altamente erotiche nella mia testa. Mi avvicino lentamente al suo viso. Posso sentirne pure il profumo adesso. Inspiro forte, inebriandomi. Raggiungo il suo orecchio e con voce bassa vi sussurro dentro.

“Lo sai quanto sei maledettamente eccitante in questa posizione?” Gli lecco rapidamente il lobo dell’orecchio e  lo sento rabbrividire. Non capisce che così mi eccita da morire? I suoi brividi, i suoi ansiti di dolore…non capisce quanto vorrei essere io a procurarglieli molto più forti, molto più sconvolgenti? Ha un sapore buono. Devo scacciare dalla testa il pensiero che il suo sangue probabilmente lo è ancora di più, perché Lui è stato chiaro. Non dobbiamo assaggiarli. Se fosse qualcun altro non sarei stato molto a pensarci e il suo liquido rosso sarebbe già a scorrere dentro di me. Ma è Lui e quindi non posso. Sbuffo. Poi un pensiero m’illumina. Non c’è solo il gusto per divertirsi. Ridacchio piano al pensiero di mettere in atto tutti i pensieri che mi travolgono la mente. Oh si. Ci sarà da divertirsi. Ma prima devo occuparmi di Liam. Lancio un’ultima occhiata al ragazzo cui tengo ancora i capelli e con un ultimo strattone lo sbatto a terra. Sento un gemito soffocato di dolore e sorrido a quel suono.

“Ora, io devo andare. Ti sei già comportato male una volta e non sono il tipo che perdona. Quindi credo proprio di sapere a chi affidarti. Vieni.” Ordino, schioccando le dita e facendo scaturire ancora le catene dal lampo nero. Come qualche ora prima quelle si legano al ragazzo. Soddisfatto mi volto e mi dirigo di nuovo nei sotterranei.

Louis Pov.

Non so dove il riccio mi stia portando fino a quando non si ferma davanti a una porta. Siamo scesi parecchio. Credo che sia sotto terra, questo posto. Il riccio spalanca la porta senza bussare.

“Walt, ho una personcina per te. Occupatene per un paio di ore. Tornerò a prenderlo tra un po’.” Dice, al signore seduto dietro ad una scrivania, che non appena ha riconosciuto il riccio è scattato in piedi. Lo vedo sogghignare.

“Oh, sarà un piacere signore. Mi dica, il solito?” Chiede, come se fosse un barista e il riccio il cliente.

“Oh no, non vorrei farlo morire, non credo resisterebbe.” Okay, questa frase detta dal ragazzo dagli occhi verdi ha tutta l’aria di una derisione.

“Cosa stai insinuando?” Dico, socchiudendo gli occhi. Il riccio si volta verso di me. Un ghigno stampato sulle labbra.

“Oh semplice. Non credo tu sia abbastanza, come dire…resistente.” Dice, ridacchiando. Questo tizio ha la capacità di farmi salire sui nervi come nessuno.

“E chi te lo dice?” Lo provoco, ostentando il sorrisetto più strafottente del mio repertorio. Quello aumenta la sua aria derisoria.

“Oh, se proprio insisti te lo lascerò provare.” Dice, guardandomi. Mi sta sfidando? No dico, sta sfidando me, Louis Tomlinson?

“Bene.” Rispondo.

“E che solito sia.” Ridacchia allora il riccio, rivolto a ‘Walt’. I due si lanciano uno sguardo d’intesa, poi il riccio si volta ed esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Io mi guardo intorno per la prima volta e rimango agghiacciato. Catene, lucchetti, verghe, fruste, ferri, bracieri, gabbie…Perché ho l’impressione che scegliere ‘Il solito’ non sia stato molto intelligente?

WEEEI.

Scusate, scusate, scusate! mi prostro al terreno per invocare il vostro perdono! no, okay, tornando seri (Ma quando mai xD), mi dispiace davvero tanto! Però! Però, però, però...ho una motivazione abbastanza valida! No, davvero, sono stata ammalata in questi giorni e non ho potuto aggiornare! D: L'ho fatto ieri sera, solo che oggi ho scoperto che in realtà non aveva aggiornato un corno e quindi ora ho dovuto ri-correggere tutto, riscrivere questo spazio autore e...basta xD Vabbè dai, meglio tardi che mai, no? Bbbene, spero che continuiate a seguirmi, che mi perdoniate gli errori e...niente, alla prossima! :D

Byeee

-Nyr

You can't escape.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora