La mia Luce - TVD & Teen Wolf

Il prezzo da pagare

<<P-promettimelo>> la sua voce è sempre più flebile, da spaventarmi <<Devi viv-vere..io...io>> non ce la fa a proseguire, a stento tossisce facendo uscire rivoli di sangue dalla bocca. Diventa sempre più pallido ed io non sopporto tutto questo...mi sento scoppiare. La vista di Damon in questo modo è straziante per me...è peggio di morire.

<<Basta>> lo imploro con le lacrime che cadono dal mio volto <<Tu non morirai hai capito. Non lo permetterò.>> una furia pregna di disperazione si disperde dentro di me accecandomi quasi la vista.

Ed è proprio così che succede l'impensabile. Sotto il nostro sguardo esterrefatto le mie mani si illuminano pian piano proprio mentre le lacrime cadute sulla ferita di Damon incominciano a brillare senza alcun senso logico. Brillano fino ad illuminare tutto il morso, che poco a poco, sotto ai nostri occhi, inizia a cicatrizzarsi...fino a guarire completamente lasciando la pelle liscia...come non fosse successo nulla.

Il mio sguardo allibito sale al viso di Damon, ancora concentrato e sconcertato li dove prima vi era il morso. La sua pelle è meno pallida, senza più traccia di sudore...persino il sangue è sparito ed i suoi occhi, quegli occhi che tanto amo, non sono più stanchi, affaticati, lucidi di morte...no...sono vivi, accesi...lui è vivo e sembra completamente guarito.

<<Come è possibile.>> si domanda parlando tra se e se nel mentre lo vedo mettersi a sedere con facilità. Sembra constatarlo anche lui perchè si guarda prima di alzare il suo sguardo su di me rispondendo a ciò che mi preme di più sapere <<Sto bene.>>. La mia espressione esterrefatta e confusa lo fa sorridere teneramente perchè finisce per accarezzarmi le mani, ancora strette nelle sue <<Mi sento benissimo>> cerca di tranquillizzarmi <<ed è merito tuo angioletto>> sorridendo nel suo solito modo irradiandomi.

Come risvegliata da una trans, mi butto a capofitto nelle sue braccia. Grata che la vita scorra di nuovo in lui, non mi interessa adesso sapere come e perchè, so solo che è vivo. L'uomo che amo è vivo e non voglio più vivere un incubo del genere. Damon risponde al mio abbraccio stringendomi a se sempre più forte, sollevo lo sguardo e con le mani gli accarezzo le guance per accertarmi che vada tutto bene...è solo colpa mia se è quasi morto, solo per un fortuito caso si è salvato e questo pensiero mi uccide.

<<Damon...scu-sami>> la mia voce rotta dai singhiozzi sembra destarlo mentre mi asciuga il viso. <<Non ci pensare nemmeno, non è colpa tua e poi guardami...sto bene ed è grazie a te. Va tutto bene, piccola...sono vivo, sono qui con te.>> la sua voce mi appare terribilmente dolce, e mi lascerei andare volentieri a lui mentre lo sento inspirare il mio profumo con il viso immerso tra i miei capelli. Ma non posso...non posso far a meno di pensare che sia colpa mia, ne voglio essere egoista.

<<Andiamo giù...tuo fratello deve sapere che stai bene, così come Alaric e gli altri.>> lo scosto dolcemente da me accarezzandogli la guancia prima di alzarmi dal letto ed avvicinarmi alla porta per attenderlo.

POV DAMON

Sono vivo. Un attimo prima ero in procinto di morte, mentre un istante dopo Odette mi ha guarito. Mi sento benissimo, come se non fosse mai successo nulla, ho solo bisogno di nutrirmi e potrò dire di essere ristabilito al cento per cento.

La vedo turbata, deve smettere di pensare che sia colpa sua...ma c'è anche qualcos'altro, la vedo pallida, i suoi occhi sono stanchi come fosse affaticata anche se cerca di mascherarlo. Credo di stare diventando troppo paranoico, deve essere per lo stress e per quanto ha pianto. 

Le sue lacrime...ha pianto per me, l'ho vista disperarsi per me. Quelle carezze, le sue lacrime dolorose. Solo per me. Se non si fosse alzata dal letto per incitarmi a scendere in sala dove probabilmente Stefan starà morendo di infarto come una ragazzina, l'avrei sicuramente baciata. Ma qualcosa l'ha fatta allontanare...di nuovo. Non voglio pensarci ora, anche se mi opprime il cuore pensare che forse è innamorata di qualcuno...qualcuno che sicuramente non sono io. E fa dannatamente male, anche più di quel morso che stava per uccidermi.