(7.)

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Aprii con fatica gli occhi e appena cercai di muovermi, mi sentii bloccata e indolenzita.

Stranita, mi voltai per ritrovarmi faccia a faccia con Harry.

Sussultai, e una smorfia gli si dipinse sulle labbra rosee. E allora mi ricordai della sera prima. Avevamo dormito insieme. Sorrisi istantaneamente e mi concessi un po’ di tempo per osservarlo.

I suoi bellissimi occhi verdi erano chiusi, le guance leggermente rosse e le labbra socchiuse.

I ricci gli cascavano scompostamente sulla fronte, così decisi di spostarli.

Le mie dita si mossero con delicatezza, ma senza accorgermene trattenni il fiato quando lo toccai. Era così strano eppure così bello sentire il calore della sua pelle.

Presa dal momento, tracciai anche la linea dei suoi zigomi e scesi verso il basso verso le sue labbra.

Quelle labbra così piccole e piene che così tante volte avevo immaginato di baciare, ma mai mi era stato possibile.

Sospirai tristemente e continuai a carezzargli il viso.  La mia mano scese ancora sotto al collo e finì dietro la nuca. Arricciai i capelli sulla sua nuca tra le dita più volte, come un passatempo.

Harry mugugnò e si rannicchiò leggermente, così smisi per paura di che si svegliasse.

“Hey” troppo tardi. Socchiuse gli occhi e mi fissò intensamente.

“Hey” ripetei con voce sottile.

“Non smettere” borbottò con la voce impastata dal sonno. Arrossii per il fatto di essere scoperta, ma ripresi a giocare con i suoi capelli.

Un lieve sorriso soddisfatto si fece largo sul suo viso e sentii il mio cuore scaldarsi.

“Hey di nuovo” disse Harry, quando decise di svegliarsi definitivamente. Ridacchiai e spostai la sua mano dal mio fianco per alzarmi dal divano.

A malapena mi ricordavo di essermi addormentata, chissà come avevamo fatto a ritrovarci in quella posizione, con le gambe intrecciate e le sue braccia che mi stringevano.

Non che mi dispiacesse, era solo strano.

Mi stiracchiai e emisi uno sbadiglio.

“Colazione?” chiesi pimpante ad Harry, che si stropicciò gli occhi.

“Certo” rispose sorridente.

***

Mi passai nervosamente una mano tra i capelli, mentre rileggevo l’ordine che avevo scritto sul taccuino.

Presa dalla fretta, avevo scritto in un modo che neanche io riuscivo a decifrare, e ora mi trovavo nei casini.

Proprio oggi doveva esservi così tanta gente?

Mi concessi un secondo per osservare fuori dalla vetrata.

Beati loro, là fuori, che non hanno così tante cose a cui pensare.

Sospirai frustrata e decisi che avrei lasciato quell’ordine per ultimo, andando ad esclusione.

Cercai con gli occhi Adam, per avere almeno un cenno di sconforto, ma anche lui sembrava impegnato.

Almeno con lui ero rimasta in buoni rapporti, e come aveva detto, avevamo fatto finta di niente. Io, almeno, ci avevo provato anche se mi sentivo ancora piuttosto in imbarazzo.

Sun on my skin - h.s. - sequel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora